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domenica 14 febbraio 2021

"Un cuore che ascolta lev shomea" - n. 16/2020-2021 (B)

"Un cuore che ascolta - lev shomea"

"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)



Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino

VI  DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Vangelo:


La figura del lebbroso è il simbolo dell'emarginato per eccellenza. Ritenuto un peccatore insalvabile, reietto da Dio, veniva escluso da ogni consesso civile e religioso e la lebbra considerata una maledizione divina, «la figlia primogenita della morte!» (Gb 18,13). Chi ne era affetto aveva l'obbligo, pena la morte, di vivere fuori dai centri abitati in luoghi deserti e, qualora si fosse imbattuto in qualche persona, rimanendo a distanza doveva gridare: «Immondo! Immondo!», in modo tale che nessuno gli si accostasse. Gesù invece viola questa disposizione della Torah abbattendo anche questo muro di divisione, quello che distingue il puro dall'impuro, il sacro dal profano, il giusto dal peccatore. Gli si accosta, lo tocca e lo purifica, perché anche il lebbroso è suo fratello, figlio dello stesso Padre. Gli emarginati, i reietti, coloro che dagli uomini sono ritenuti lontano da Dio, sono invece i prediletti da Gesù, perché: «Dio ha scelto ciò che nel mondo è disprezzato e ignobile, le cose che non sono, per distruggere quelle che sono» (1Cor 1,28). Proprio il lebbroso, il morto che cammina, simbolo dei condannati dalla società civile e religiosa, sarà il primo evangelizzatore «a proclamare molto e a diffondere la Parola» (1,45), il Vangelo del Regno. Gesù invece prenderà il suo posto, sarà costretto a restare «fuori in luogo deserto», immondo per averlo toccato, «disprezzato e reietto dagli uomini» (Is 53,3)