"Un cuore che ascolta - lev shomea"
Con il brano di questa Domenica, Marco chiude quella che viene chiamata 'la giornata di Cafarnao', la prima giornata messianica di Gesù. L'attività del Signore suscita in quanti lo ascoltano stupore e meraviglia, costringendoli a domandarsi: «Chi è costui?». Gesù passa ora dalla sinagoga (21-28), che è figura di Israele, alla casa di Simone e Andrea, e se consideriamo che, nei Vangeli la casa è il simbolo della Chiesa e la donna quello della comunità, è presto detto: non solo nella sinagoga, ma anche fra i suoi discepoli, nella sua comunità Gesù scopre il virus di una realtà gravemente malata. Purtroppo la Chiesa pure non è immune al fuoco bruciante e mortale della bramosia del potere che la paralizza e le impedisce di svolgere il ruolo per il quale è stata fondata: amare e servire i fratelli. «La Comunità cristiana non è per se stessa e per il suo mantenimento o conservazione. Essa deve sciogliersi e scomparire come il sale, il lievito e il seme nel puro servizio per la totale liberazione dell'uomo» (cit.). E' infatti nella sua attività, simboleggiata dalla mano, nel suo impegno pastorale che la Chiesa ha bisogno di essere guarita, purificata da quella sete di potere che la tormenta e la inchioda all'infermità, in un narcisismo che conduce alla morte. Non è sufficiente allora sapere chi è Gesù, perché più ancora dell'ortodossia è importante l'ortoprassi, seguire Gesù, fare come lui, fino al dono totale di sé, fino al Golgota. Soltanto allora la Chiesa sarà abile alla diaconia, potrà accogliere alla porta della Casa, come fece Abramo alle querce di Mamre (cf. Gen 18), l'umanità sofferente, contemplando e servendo in essa il suo Signore.