Giornata nazionale cyber bullismo,
l’Unicef pubblica una guida per i genitori
I dati di diverse agenzie confermano che l’uso sempre più massiccio dei media digitali espone i giovani a pressioni, ricatti e molestie realizzate per via telematica. Sul sito di Unicef Italia una guida rivolta alle mamme ed ai papà
Mai come quest’anno la Giornata nazionale contro il bullismo e cyber bullismo, che si celebra il 7 febbraio, accende i riflettori su un’emergenza sempre più pressante e diffusa.
Abuso dei media digitali
La pandemia ha infatti accentuato un uso spasmodico dei media digitali da parte dei giovani, alimentato dall’isolamento sociale dovuto alle misure restrittive adottate per combattere la pandemia di Covid 19. Personalità in fase di strutturazione si sono trovate più esposte a forme di manipolazione e a volte, di vessazione, condotte attraverso i social e i dispositivi digitali. Va inoltre considerato il crollo di ogni confine tra reale e virtuale, perché quello che succede sul digitale si riverbera a gran velocità nella vita reale.
Fenomeno globale: in aumento le vittime
Si tratta ovviamente di un fenomeno globale. Secondo gli ultimi dati Unesco, diffusi dall’Unicef alla vigilia della Giornata e provenienti da indagini condotte in Paesi industrializzati, la percentuale di minorenni che ha sperimentato cyberbullismo varia tra il 5% e il 20% della popolazione minorile, con conseguenze psicofisiche. L’agenzia dell’Onu per l’infanzia sottolinea poi che coloro che hanno sperimentato episodi di bullismo o cyberbullismo hanno le maggiori probabilità di sviluppare difficoltà relazionali, di sentirsi depressi, soli, ansiosi, di avere scarsa autostima o di sperimentare pensieri suicidi. L’Unicef conferma inoltre che l’aumento del cyberbullismo è collegato alla rapida espansione dell’accesso di bambini e ragazzi ad internet: nel 2017 circa il 70% della popolazione mondiale tra i 15 e i 24 anni risultava connessa ad internet e dai dati provenienti da 7 Paesi europei, la percentuale di bambini e adolescenti tra gli 11 e i 16 anni esposti a cyberbullismo è aumentata tra il 2010 e il 2014 passando dal 7% al 12%.
La situazione in Italia
In Italia l'ultima indagine ISTAT ha evidenziato che questi fenomeni, pur essendo diffusi e trasversali, registrino numeri più elevati di vittime nelle zone maggiormente disagiate e che le ragazze presentino percentuali di vittimizzazione superiori rispetto ai ragazzi così come gli stranieri rispetto ai giovani italiani. Poco più del 50% degli 11-17enni partecipanti all’indagine, aveva subìto qualche episodio offensivo, non rispettoso o violento da parte di coetanei nei 12 mesi precedenti al sondaggio e sempre nello stesso arco di tempo, il 63,3% dei ragazzi e adolescenti ha dichiarato di essere stato testimone di comportamenti vessatori.
Pace (Unicef): attenti ai cambiamenti di umore
“Ricorre la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, a seguito di un anno in cui i bambini e giovani, a causa della pandemia da COVID-19, hanno trascorso online un numero elevato di ore per continuare a studiare e socializzare”, spiega in una nota Carmela Pace, presidente dell’Unicef Italia. “Come Unicef Italia, abbiamo realizzato la guida ‘Genitori e il Fattore Protettivo – prevenire il cyberbullismo’ – prosegue Pace - per parlare di questo fenomeno in famiglia, perché riteniamo importante che i genitori imparino a riconoscere i segnali di pericolo e quindi essere attenti a eventuali cambiamenti di umore o del comportamento dei propri figli”. “Attraverso questo strumento però vogliamo raccomandare anche di non demonizzare i nuovi media e rassicurare sul fatto che parlarne con una persona di fiducia significa poter essere tutelati e intervenire tempestivamente a difesa del rispetto della propria persona e della propria salute fisica e mentale” conclude la presidente di Unicef Italia.
I suggerimenti della guida
Le famiglie posso scaricare la guida sul sito unicef.it nella sezione diritti dei bambini. Lo strumento ha lo scopo di “promuovere una genitorialità positiva, un dialogo aperto in famiglia e insegnare un uso responsabile dei nuovi media, al fine di riconoscere e prevenire il cyber bullismo”. Tra i suggerimenti per i genitori, una proposta di 6 regole base da istituire in famiglia: non condividere nomi utente o password; non fornire informazioni personali in profili, chat room e altri forum; astenersi dall’inviare foto personali o inappropriate di sé; non rispondere a messaggi minacciosi e informare immediatamente un adulto; spegnere il proprio dispositivo se viene visualizzato un messaggio minaccioso; non cancellare eventuali tracce sui social o nelle chat.
Don Marco Sanavio: diminuito il confronto
“Sicuramente non ci sono muri per quanto riguarda la comunicazione digitale, quindi la pandemia non ha attenuato il fenomeno del cyberbullismo, anzi. I ragazzi sono stati vessati anche all’interno delle proprie case, con un’aggravante: mentre prima in ambito scolastico o in altri ambienti educativi c’era la possibilità di confrontarsi con qualcuno, ora gli unici interlocutori sono i famigliari e non sempre i ragazzi si confidano con loro”. Così a VaticanNews don Marco Sanavio autore del libro "Generazioni digitali". Il sacerdote, che ha collaborato diversi anni con l’Ufficio scolastico regionale del Veneto, consiglia quindi di “aiutare i ragazzi a trovare vie di dialogo, rendendo simbolico quello che è il loro disagio, immaginando di poterlo comunicare a qualcuno anche se non in maniera diretta”. “Poi - conclude il sacerdote - consigliamo alle famiglie di stare attente a quelli che chiamiamo ‘affioranti digitali’, ovvero ai comportamenti anomali dei ragazzi che sorgono improvvisamente” e che possono essere chiaro segno di un malessere profondo e avanzato.
(fonte. Vatican News, articolo di Marco Guerra 07/02/2021)
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