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venerdì 18 dicembre 2020

LITURGIA DOMESTICA IV DOMENICA DI AVVENTO - B - Come Maria fare della propria esistenza la Casa del Signore - Fraternità Carmelitana di Barcellona Pozzo di Gotto

LITURGIA DOMESTICA 
IV DOMENICA DI AVVENTO - B - 
 Come Maria 
fare della propria esistenza  
la Casa del Signore


Fraternità Carmelitana 
di Barcellona Pozzo di Gotto
a cura di fr. Egidio Palumbo



Preparare in casa
 l’“angolo della preghiera” 

Entriamo nel tempo liturgico dell’Avvento, tempo di attesa vigilante e operosa del Signore che viene. Egli è già venuto nell’umiltà facendosi uomo, ed è morto, è risorto e vive in mezzo a noi. Eppure egli ha promesso di venire ancora in un giorno che non ci è dato di sapere: verrà come Risorto, nel segno del dono di sé, per portare a compimento l’opera che ha iniziato realizzando il suo regno di amore, di giustizia e di pace. 

Noi dobbiamo soltanto attenderlo con operosa vigilanza. Perciò ad ogni celebrazione eucaristica diciamo: «Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta». E anche per questo nel Padre Nostro invochiamo: «venga il tuo regno». 

Ebbene, siamo chiamati a vivere l’Avvento con attesa vigilante, pronti, cioè, a cogliere i segni della sua venuta. E così saremo preparati a celebrare il Natale del Signore, dove faremo memoria-attualizzazione della sua prima venuta nella piccolezza, nell’umiltà e nel dono di sé; e, nel contempo, faremo memoria-attualizzazione della sua seconda venuta che attendiamo come Risorto, il quale verrà sempre nel segno della piccolezza, dell’umiltà e del dono di sé. 

Un modo per attenderlo nella vigilanza è quello di perseverare nella preghiera in famiglia. Non esiste solo la chiesa parrocchiale o la chiesa santuario per pregare. Per i cristiani ognuno – a motivo del battesimo e della cresima – è sacerdote in Cristo e quindi chiamato a pregare per sé e per gli altri, e ogni famiglia cristiana è chiamata per vocazione ad essere chiesa domestica

Per cui ogni famiglia può approntare in casa l’“angolo della preghiera”, quello che i nostri fratelli cristiani della chiesa orientale chiamano “l’angolo della bellezza”. 

In un luogo della casa, su un tavolo o su un mobile o su una mensola si possono collocare una icona del Cristo, una lampada (da accendere per la preghiera), una Bibbia aperta e un fiore. Ecco l’angolo bello, l’angolo da cui, attraverso l’icona, lo sguardo di Dio veglia sulla famiglia. Non siamo noi a guardare l’icona, ma è l’icona a guardare noi e ad aprirci alla realtà del mondo di Dio. 

Per il tempo di Avvento e di Natale l’“angolo della preghiera” diventa certamente il presepe e la corona dell’avvento (quattro candele a cerchio: ognuna si accende ad ogni domenica di avvento; a natale si sostituiscono con una candela bianca o dorata), che ci ricordano il Figlio di Dio, luce del mondo, venuto a stare con noi nella piccolezza, nell’umiltà, nel dono di sé e nell’accoglienza dei vicini (i pastori) e dei lontani (i magi). 

In questo angolo la famiglia si riunisce per pregare in un’ora del giorno compatibile con i ritmi di lavoro. 

Si può pregare seguendo varie modalità: 

- Prima modalità. Leggere il brano del vangelo della liturgia del giorno, breve pausa di silenzio, poi recitare con calma il salmo responsoriale corrispondente e concludere con la preghiera del Padre Nostro, la preghiera dei figli di Dio e dei fratelli in Cristo Gesù (per le indicazioni del vangelo e del salmo del giorno utilizzare il calendarietto liturgico). 

- Seconda modalità. Per chi sa utilizzare il libro della Liturgia delle Ore, alle Lodi e ai Vespri invece della lettura breve, leggere il vangelo del giorno alle Lodi e la prima lettura del giorno ai Vespri. 

- Terza modalità. Si può utilizzare un libretto ben fatto, acquistabile nelle librerie che vendono oggetti religiosi. Si intitola “Amen. La Parola che salva” delle edizioni San Paolo, costa € 3,90 ed esce ogni mese. 

Di ogni mese contiene: la preghiera delle Lodi del mattino, le letture bibliche della celebrazione eucaristica dei giorni feriali e della domenica con una breve riflessione, la preghiera dei Vespri della sera, la preghiera di Compieta prima del riposo notturno e altre preghiere. 

Scrive papa Francesco in Amoris Laetitia al n. 318, dando altri suggerimenti per la preghiera: 

«Si possono trovare alcuni minuti al giorno per stare uniti davanti al Signore vivo, dirgli le cose che preoccupano, pregare per i bisogni famigliari, pregare per qualcuno che sta passando un momento difficile, chiedergli aiuto per amare, rendergli grazie per la vita e le cose buone, chiedere alla Vergine di proteggerci con il suo manto di madre. Con parole semplici questo momento di preghiera può fare tantissimo bene alla famiglia». 

Sì, la preghiera in famiglia rafforza la nostra fede in Cristo Gesù e rende saldo il vincolo d’amore tra marito e moglie, tra i genitori e i figli, tra la famiglia e il territorio in cui abita e il mondo intero. 

In questa proposta di Liturgia Domestica seguiamo la prima modalità.



Quarta Domenica di Avvento – B 

Come Maria 
fare della propria esistenza 
la Casa del Signore



I. Apertura della Liturgia domestica

Solista: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Tutti: Amen.


(Accensione della prima, seconda, terza e quarta candela dell’avvento)


Tutti: Il nostro canto sale a te, o Signore;

leviamo a te le nostre mani

in questa lode del tuo Nome Santo:

Emmanuele, Dio-con-noi.



Solista: Quando vedo, Signore, i tuoi cieli, opera delle tue dita,

la luna e le stelle che tu hai fissato,

che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,

il figlio dell’uomo, perché te ne curi?

Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,

di gloria e di onore lo hai coronato. (Sal 8,4-6)



Tutti: Il nostro canto sale a te, o Signore;

leviamo a te le nostre mani

in questa lode del tuo Nome Santo:

Emmanuele, Dio-con-noi.


II. Ascolto orante del vangelo di Luca (1,26-38)

Apriamo il vangelo di Luca al cap. 1. Facciamo una breve pausa di silenzio, e poi chiediamo allo Spirito Santo che ci apra alla comprensione di questo scritto che contiene la Parola di Dio per noi oggi.



Tutti: Vieni, Santo Spirito,

manda a noi dal cielo

un raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri,

vieni, datore dei doni,

vieni, luce dei cuori.



Leggiamo attentamente e con calma la pagina di Luca, cap. 1, dal verso 26 fino al verso 38.

Dopo la lettura del vangelo, recitare insieme:



O Sapienza che esci dall’Altissimo

e tutto disponi con forza e dolcezza:

vieni, e insegnaci la via della vita.



O Signore guida del tuo popolo,

che hai dato la Legge a Mosè

sul Monte Sinai:

vieni a liberarci con la tua potenza.

 

O Germoglio della radice di Iesse,

che t’innalzi come segno per i popoli: vieni a liberarci, non tardare 




O Chiave di Davide,

che apri le porte del Regno dei cieli:

vieni, e libera chi giace nelle tenebre del male.


O Astro che sorgi,

splendore di luce eterna e sole di giustizia:

vieni, e illumina chi giace nelle tenebre e nell’ombra di morte.



O Re delle genti

e pietra angolare della Chiesa:

vieni, e salva l’uomo che hai tratto dalla terra.



O Emmanuele, Dio-con-noi,

attesa dei popoli e loro liberatore:

vieni a salvarci con la tua presenza.

(Liturgia)



1. Meditiamo la pagina evangelica. Ecco alcuni spunti. 

Siamo vicini al Natale, e la liturgia pone alla nostra meditazione il modello per eccellenza di accoglienza del Signore che viene: la vergine Maria (Luca 1,26-38). 

Se intendiamo la verginità non solo dal punto di vista fisico, ma, molto di più, dal punto di vista esistenziale e teologico-spirituale, come d’altronde fa la Bibbia, allora a verginità daremo il senso di accoglienza incondizionata del progetto di Dio, di apertura a Dio come unico Signore della vita e della storia, di sequela fedele di Cristo Sposo e Agnello (Salmo 45,11-16; Isaia 62,5; 2Corinti 11,2; Apocalisse 14,4). 

La verginità, per la Bibbia, è quella scelta di fede che si oppone non al matrimonio ma all’idolatria, perché l’idolatria è segno di sfiducia e di infedeltà verso il Signore, e nella quotidianità si accompagna a tutte quelle forme di “prostituzione” cui si assoggetta l’essere umano per ottenere favori e privilegi, o per raggiungere una posizione potere e di prestigio, svendendo la propria dignità al signore di turno… (Geremia 18,13-15; 31,21-22; Ezechiele 16). 

Perciò per accogliere il Signore che viene bisogna essere vergini, bisogna accogliere e “fare spazio” a Lui: così come “fece spazio” Maria di Nazareth, la vergine e serva del Signore (Lc 1,27.38).



E quando “si fa spazio” al Signore, Egli fa di noi la sua casa, la sua dimora, come è avvenuto in Maria.




2.La pagina di Samuele (vedi la prima lettura: 2Samuele 7,1-5.8-12.14.16) è eloquente al riguardo. Qui troviamo una forte critica alla monarchia e al tempio, ma è una critica profetica costruttiva. 

Nell’assumere il sistema di governo monarchico Israele rischia di diventare come tutti i popoli della terra: una monarchia oppressiva e violenta. Tale forma di governo la si accetta, sì, ma si pone come correttivo profetico la figura ideale messianica del re pastore, uomo di giustizia e di pace, attento agli umili e ai poveri della terra (2Samuele 7,8; 1Samuele 16,11-13; Salmo 72; 78,70-72). Ma non tutti i re d’Israele saranno all’altezza di questa missione. 

Per quanto riguarda il tempio, anche qui si critica il passaggio dalla tenda al tempio, ovvero da un luogo “mobile” (la tenda) ad un luogo “fisso” (il tempio). È il rischio di costruirsi un’immagine di Dio, non più compagno di viaggio del suo popolo, di un Dio che cammina in mezzo al suo popolo (2Samuele 7,6-7), bensì di un Dio “immobile”, “fisso”, quasi estraneo alla storia del suo popolo (2Samuele 7,7). A ciò è connesso anche il rischio che l’istituzione religiosa, con il passar del tempo, perda lucidità e sapienza, e si affossi nel suo immobilismo (cosa che normalmente avviene…). Tuttavia si accetta di costruire il tempio; ma come correttivo profetico si pone l’idea che le persone e le comunità sono chiamate a diventare la Casa del Signore, il Tempio di Dio (2Samuele 7,11; Ebrei 3,6; 1Corinti 3,16; 2Corinti 6,16; Efesini 2,21). 

E, inoltre, si afferma che l’architetto e il costruttore di questa casa è Dio (2Samuele 7,11; Salmo 127,1; Isaia 28,16; 62,5; Ebrei 11,10) e noi con Lui (1Corinti 3,9-10). E si afferma anche che il fondamento della Casa è Dio (1Corinti 3,10-17), perché soltanto in Lui c’è stabilità (2Samuele 7,12-13; vedi il salmo responsoriale: Salmo 89). Il tempio-edificio, la chiesa-edificio è solo un segno che annuncia (o dovrebbe annunciare) questa verità di fede. 

Dunque, accogliere il Signore che viene, significa lasciarsi “ricostruire” da lui per diventare, come persone, famiglie, chiesa e comunità, la sua dimora, la sua casa. Dice, infatti, Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola, e il padre mio lo amerà; e noi verremo a lui e faremo la dimora presso di lui» (Giovanni 14,23). 


3. Anche in questo Maria è modello per noi: la sua esistenza vergine fatta accoglienza, Dio l’ha resa “tenda” del Signore, grembo e dimora vivente della sua Presenza e della sua Parola. 

Sì, solo se diventiamo la dimora esistenziale del Signore che viene, saremo capaci anche noi di generarlo e di annunciarlo con la bocca e con il cuore (Colossesi 3,16; Romani 10,8-10); diventeremo narrazione vivente del progetto di Dio taciuto nei secoli e ora rivelato mediante le scritture profetiche e la vita sapiente di Cristo Gesù (seconda lettura: Romani 16,25-27). 



  Non vi è cielo che possa contenerti, Signore,

  né cielo dei cieli, o mari, o abissi;

  tu sei nel più umile fiore dei campi,

  nel cavo di una roccia

  quanto negli spazi stellari

  e nessuna forma o figura di conviene:

  tu sei l’inimmaginabile

  anima dell’atomo del mondo,

  forza di coesione dell’universo;

  e però il santuario che più ami

  è il cuor di un bimbo,

  il cuore di ogni uomo:

  Signore, che tutta l’umanità unita nel tuo nome

  sia la tua più splendida cattedrale! Amen.

          (Davide Turoldo)




III. Intercessioni

Solista: Preghiamo Dio Padre, che ci dona la salvezza nel suo Figlio Gesù, il quale prende corpo dal grembo della Vergine Maria, ed insieme diciamo:

Tutti: R/ Marana tha, Vieni Signore Gesù

Voce 1: - O Padre, rendi la Chiesa un grembo pronto a lasciarsi fecondare dal seme della tua Parola. Donale la grazia di partorire uomini e donne nuovi ad immagine del tuo Figlio. Preghiamo.

Voce 1: - Dona, o Padre, la luce della tua Parola a tutti i popoli, riversa con abbondanza il fuoco del tuo Spirito nel cuore dei governanti. Preghiamo.

Voce 2: - Suscita, o Padre, sognatori e poeti in mezzo a noi. Rendici persone di speranza, pronte ad andare incontro al tuo Figlio che viene. Preghiamo.

Voce 2: - A te, o Padre, affidiamo tutti i migranti, che vedono infranti i loro sogni di fronte alla durezza di cristiani paurosi ed egoisti. Preghiamo.

Voce 1: - Ricordati, o Padre, di tutte le persone a noi care, di tutti gli amici e di tutte le persone che sono provate dalla malattia e dalla solitudine. Preghiamo.

Voce 1: - Ti affidiamo, o Padre, tutte le persone che sono in viaggio, tutti coloro che sono lontani dalla famiglia, tutti coloro che hanno perso il lavoro ed anche la casa. Preghiamo.

Voce 2: - Nel silenzio orante della nostra intercessione, ti affidiamo, o Padre, Signore Gesù, i nostri parenti e amici defunti [pausa di silenzio, e poi riprendere a leggere →]; ti affidiamo anche tutte le donne vittime della violenza e della sottomissione, i bambini annegati nel Mediterraneo, i bambini uccisi per il commercio degli organi, gli uomini vittime della tortura. Dona a tutti di poter partecipare alla festa del tuo Regno. Preghiamo.

Solista: Come popolo di Dio, chiamato ad essere la Casa del Signore, diciamo insieme:

Tutti: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome.

venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà

come in cielo, così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano

e rimetti a noi i nostri debiti,

come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

- Concludere con la Preghiera:
Tutti: Sostienici, o Padre, nel cammino della vita e rendici capaci di accogliere la tua volontà come la vergine Maria e di acconsentire ai tuoi disegni come il suo sposo Giuseppe. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. AMEN.

Solista: Benediciamo il Signore.
Tutti: Rendiamo grazie a Dio.