"L’amore è la vittoria sulla paura"
Papa Francesco vuole una Chiesa che non si chiuda nella paura
ma che abbia fiducia di cambiare uscendo, andando incontro all'uomo"
Card. Matteo Zuppi
Papa Francesco vuole una Chiesa che non si chiuda nella paura
ma che abbia fiducia di cambiare uscendo, andando incontro all'uomo"
Card. Matteo Zuppi
Intervista a "Che tempo che fa"
del 27 ottobre 2019
"L’odio si crede intelligente perché crede
di identificare il nemico - ha detto Zuppi - di essere muscolare, di
anticipare i problemi, mentre l’amore è visto come buonismo, che è una
caricatura. Invece l’amore è la vittoria sulla paura".
All’intervistatore che chiede da dove arrivi questa paura che sembra la
cifra del presente, Zuppi risponde: "Siamo individualisti e amiamo di
meno, siamo indifferenti, abbiamo meno attenzione per gli altri, siamo
più conservatori di noi stessi e quindi più fragili".
Ma non sempre l’odio e la paura sono
spontanei, come non lo sono del tutto le critiche a Papa Bergoglio che
prendono piede ad esempio sui social. "Gli attacchi al Papa ci sono
sempre stati ma bisogna dire che incide anche il mondo digitale e certi
investimenti - ha detto il cardinale - non è sempre casuale, c’è anche
chi produce le notizie e invade il web e si tratta di fabbriche
invisibili".
Attacchi al Papa ... "su Papa Francesco c'è un accanimento indecoroso che viene da dentro la Chiesa e questo è inaccettabile".
Tra i primi punti ora, prosegue il cardinale, occorre rispondere alla sua richiesta di "conversione pastorale e missionaria. Papa Francesco vuole una Chiesa che non si chiuda nella paura ma che abbia fiducia di cambiare uscendo, andando incontro all'uomo"
Tra i primi punti ora, prosegue il cardinale, occorre rispondere alla sua richiesta di "conversione pastorale e missionaria. Papa Francesco vuole una Chiesa che non si chiuda nella paura ma che abbia fiducia di cambiare uscendo, andando incontro all'uomo"
Il vescovo poi ha sostenuto l’esigenza dell’introduzione dello Ius
culturae, la cittadinanza per i bambini nati in Italia al termine di un
ciclo di studi. "Bisogna dare delle regole che guardano avanti - ha
detto - che siano capaci di dare risposte a coloro che di fatto sono
italiani. La scuola questo problema non ce l’ha perché per un maestro i
suoi alunni sono italiani. Un maestro o un professore sono in prima
linea, lo Ius culturale è un modo per dare chiarezza, che vuol dire
diritti, doveri e un futuro". Anche perché i «problemi vengono deformati
e ingigantiti, pensiamo che arrivino in tanti come immigrati e non ci
accorgiamo che sono di più quelli che emigrano".
Zuppi infine si è pronunciato contro l’esibizione dei simboli religiosi,
dicendo chiaramente:
"Il problema è viverli nella quotidianità quei
simboli, l’esibizione è una tentazione cui resistere". E poi ha
affrontato anche il tema della laicità. "Sembra strano che la Chiesa
difenda la laicità, ma questa non è arrendevolezza - ha detto il
cardinale - il punto è che il Vangelo va vissuto nella storia. Quando si
ha paura si ricercano risposte immediate". "La Chiesa non è di parte, sta dalla parte della persona", ha sottolineato rispondendo a coloro secondo la quale "la Chiesa non parla più di Dio. Non facciamo altro che parlare di Dio. Il Papa non fa altro che parlare di Dio"
L’inferno per Zuppi è "un
mondo in cui si sta soli, circondati da specchi e sempre connessi". Il
Papa gli ha chiesto "poca mondanità e molta compassione" e Zuppi ha
provato a spiegarlo, dal piccolo schermo.
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Intervista integrale