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lunedì 28 ottobre 2019

E' morto Eugenio Melandri - "GRACIAS A LA VIDA" di Renato Sacco e "Eugenio Melandri, una vita per la Pace e gli ultimi" di Alessio Di Florio

E' morto Eugenio Melandri 
"GRACIAS A LA VIDA" di Renato Sacco 
"Eugenio Melandri, una vita per la Pace e gli ultimi" di Alessio Di Florio


È morto ieri, domenica 27 ottobre 2019, 
Eugenio Melandri,
 un uomo sempre in ricerca, 
un disobbediente,
 un innamorato della vita 
(che ringraziava in tutti i suoi post su facebook),
dei poveri.


Avviso: I funerali di Eugenio  Melandri si terranno Martedì 29 alle ore 11 presso la chiesa della Casa dei Saveriani, via Monsignor Bertaccini snc, San Pietro in Vincoli - Ravenna. La bara sarà esposta nella cappella esterna della casa, dalle 9 alle 10.30 circa. La sepoltura avverrà presso la chiesa di San Ruffillo, via San Ruffillo 1, Brisighella (RA). Eugenio ha chiesto di non comprare fiori ma piuttosto donare tali somme ai poveri. 

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 Il ricordo di don Renato Sacco, coordinatore nazionale di Pax Christi.

Eugenio Melandri, era un amico, da tantissimo tempo. E resta un amico. Scrivo queste righe così, di getto, con imbarazzo e con tanti pensieri e ricordi che si accavallano. Non sono certo nelle condizioni di fare un ricordo ‘bello’ e ‘completo’ di Eugenio. Ci sarà tempo, con più calma. Anche se la vedo dura ricordare Eugenio in modo completo. Proprio una settimana fa, domenica 20 pomeriggio, eravamo con lui, a gioire con le lacrime agli occhi perché, dopo 30 anni, tornava a presiedere l’Eucarestia. Grazie a papa Francesco, al vescovo Matteo Zuppi di Bologna, alla sua ‘famiglia’ Saveriana, con il vescovo Giorgio Biguzzi, gli altri fratelli, con Albino Bizzotto, Tonio Dell’Olio e tante amiche e amici, ‘compagni’ di viaggio. Sì, perché quello di Eugenio è stato un viaggio nella vita molto intenso. E la vita l’ha voluta vivere tutta, intensamente, fino all’ultimo, dicendo sempre Gracias a la vida, come titolava ogni suo post su Facebook. Missionario saveriano, per alcuni anni giovane direttore della rivista Missione Oggi (gli ho cambiato anche il nome, ci diceva domenica). E con quella rivista ha seminato umanità, passione, documentazione. Ha promosso campagne, ha fatto entrare nelle case e nel cuore di tante persone scritti con parole vere. Non posso dimenticare la bellissima riflessione sulle Beatitudini intitolata: “Sinfonia dei folli”. Poi la campagna contro i mercanti di morte. Il lavoro intenso che ha portato alla legge 185/90 sul commercio delle armi. Me lo avevi raccontato qualche mese fa per una intervista pubblicata su Mosaico di pace. E in questa lotta al tuo fianco c’è stato sempre il tuo grande amico, don Tonino Bello, vescovo di Molfetta e Presidente Nazionale di Pax Christi. Piangevi di gioia quando insieme, a Molfetta, aspettavamo papa Francesco il 20 aprile 2018: erano 25 anni dalla morte di don Tonino. E volevi andare a celebrare la tua Messa proprio ad Alessano, da don Tonino. Con lui avevamo condiviso la marcia a Sarajevo nel dicembre 1992, con altri 500 ritenuti ‘folli’. Mi sembra che ti arrivassero telefonate. Eravamo sullo stesso pulmann, per convincerci a non metterci in quell’impresa. Ci sono delle belle foto con te a Sarajevo. A credere che è possibile un mondo di pace, anche, e forse ancora di più, quando c’è una guerra. Con noi c’era anche il vescovo Bettazzi. Tu eri parlamentare, eletto nelle liste di Democrazia Proletaria. Hai fatto quella scelta sofferta, ma convinta. Sapevi che ti sarebbe costata, ma era un tuo modo di essere ‘missionario’. In fondo Eugenio hai sempre avuto una faccia sola. Il tuo amore per il Vangelo tradotto nell’amore per i poveri era sempre lo stesso. Missione Oggi, Chiama l’Africa, SenzaConfine, Solidarietà Internazionale… Quanta passione ci hai messo. E quando qualche mese fa hai incontrato papa Francesco e gli hai parlato delle tue scelte, dell’impegno nella politica, lui ti ha abbracciato e ti ha detto “hai fatto bene”. Eri l’uomo più felice del mondo. Un bambino nel senso più bello del termine, che piangeva di gioia dopo quell’incontro. Lo hai raccontato benissimo su FB, come sai fare tu. Sì, perché Eugenio - (e ora mi sono accorto che ero passato al tu diretto, forse giornalisticamente non è corretto, ma è così, con Eugenio si parla col cuore) – sapeva scrivere davvero bene! Sapeva raccontare di ogni cosa con passione. Delle sue avventure con la malattia, dei suoi momenti di fatica, di dolore e di paura… E mentre leggi cadono le lacrime sulla tastiera, come ha scritto un amico. Sì, Eugenio ci ha insegnato anche a piangere, a non avere vergogna della propria debolezza. Ce lo diceva domenica scorsa parlandoci da seduto: di solito sono le persone importanti che fanno i discorsi da seduti, io invece sto seduto perché non ce la faccio a stare in piedi, e non mi vergogno della mia debolezza.

Eugenio è morto la domenica mattina, giorno della resurrezione. La Parola di Dio nella liturgia faceva risuonare “Il povero grida e il Signore lo ascolta”. E San Paolo: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede.” Tu ci hai insegnato a vivere con passione ma, come ci dicevi parlando della tua mamma, ci hai anche insegnato come si muore. Con la gioia dentro, come qualcuno mi diceva oggi.

Sì, sono convinto, e non lo penso solo io, che sia un disegno della Provvidenza dietro alla Parabola della vita di Eugenio. Un uomo sempre in ricerca, un disobbediente, un innamorato della vita, dei poveri. “Compagno è una bellissima parola, - ci dicevi domenica - E’ impegnativa! Significa spezzare il pane. Compagno vuole dire che io non posso vivere se non faccio vivere gli altri insieme con me.” E anche le parole di Francesco all’Angelus, pochi minuti dopo la tua morte, sono un segno, credo, della Provvidenza. “Per il cammino che verrà, invochiamo la Vergine Maria, venerata e amata come Regina dell’Amazzonia. Lo è diventata non conquistando, ma “inculturandosi”: col coraggio umile della madre è divenuta la protettrice dei suoi piccoli, la difesa degli oppressi. “


Ciao Eugenio. Grazie!


d. Renato Sacco, coordinatore nazionale di Pax Christi

(Fonte: Famglia Cristiana- 27.10.2019)


Eugenio Melandri, 
una vita per la Pace e gli ultimi
Un ricordo a poche ore dalla scomparsa terrena
di Alessio Di Florio

Ci ha lasciato stamattina Eugenio Melandri, una vita impegnato nel pacifismo, nella solidarietà internazionale, in una politica vera e autentica e nella Chiesa degli ultimi. Prima ancora che la notizia uscisse sui social già correva la commozione. Fondatore dell’Associazione Obiettori di Coscienza e di Senzaconfine, è stato tra i protagonisti di quella grande stagione pacifista delle Marce nei Balcani devastati dalla guerra che caratterizzarono i primi anni di PeaceLink. Prima dell’impegno diretto come europarlamentare (prima con Democrazia Proletaria, poi con Rifondazione) fu missionario saveriano e direttore di Missione Oggi. E quell’attenzione all’informazione alternativa, alla solidarietà con l’Africa e tutti i Sud del mondo non l’abbandonarono dopo la sospensione a divinis per la candidatura e l’elezione. Associazioni come “Chiama l’Africa”, impegnata nella solidarietà con il grande continente dal basso, senza grandi padrini e motore di importantissime campagne sociali, lo hanno visto in primissima fila. Instancabile e mai fermo, sempre col cuore in fiamme per la passione e l’impegno verso gli altri. Una caratteristica che lo accomuna, tra i tanti, ad un altro grande protagonista di quella straordinaria stagione di associazioni, movimenti, campagne pacifiste e di solidarietà di fine Anni Ottanta-Anni Novanta, Dino Frisullo. E proprio le parole che Eugenio scrisse dopo la morte di Dino oggi possono essere dedicate a lui. Ti vestivi come i gigli del campo e ti nutrivi come gli uccelli dell'aria. Per te non cercavi mai nulla. Hai donato tutto. Senza tenerti niente. Neanche un momento di riposo, neanche una pietra dove poggiare il capo: “Le volpi hanno le loro tane, gli uccelli il loro nido, ma il Figlio dell'uomo non ha dove poggiare il capo”. Giorno dopo giorno. Anno dopo anno. “Beati i poveri. Di loro e' il Regno dei cieli”.
Dino, lo sai che, con tutta la mia povertà, io credo che ci sia l'altra vita. Sento la nostalgia di quel totalmente altro che ricondurrà tutto a giustizia, dove le vittime avranno finalmente ragione dei loro oppressori. E sono sicuro che, nel Regno che viene, tu avrai un posto grande, bello, pieno di luce. Allora ho meno paura. Con te il paradiso diventerà senz'altro più aperto. Romperà i confini per fare entrare tutti. Lo troverai sempre, infatti, il modo di far entrare anche quelli che - a rigor di legge - forse non dovrebbero. Ti metterai accanto a San Pietro e non lo mollerai fino a quando non darà il permesso di entrata e di soggiorno anche all'ultimo arrivato. Ti organizzerai con quelli che già sono arrivati, come don Luigi, e riuscirete davvero a fare entrare tutti nella grande casa che ci aspetta.

Eugenio Melandri e Dino Frisullo furono tra i fondatori di Senzaconfine, l’associazione antirazzista che non ha mai considerato i migranti oggetto di lucro e su cui calare il pietismo dei ricchi (o di chi si vuol arricchire) ma persone con cui costruire reti solidali, politica, conquistare diritti e costruire socialità, nella quale dopo la morte di Dino il testimone può straordinariamente raccolto da Alessia Montuori e oggi presieduta da Simonetta Crisci. Sono considerazioni oggi considerate banali e ovvie, forse persino superate visto l’atomizzarsi e la frantumazione di un tessuto di attivismo e impegno sociale e politico nei tempi dell’individualismo e dell’egoismo assurti a sistema, ma che precedettero i tempi.

Era stata cancellata solo da poche settimane la sospensione a divinis, la settimana scorsa commosso ed emozionato Eugenio era tornato a dire messa. E la vita la voluto strappare a questa terra nelle stesse ore della fine del Sinodo sull’Amazzonia. Un sinodo in cui è risuonata forte l’impegno per il creato, per l’Amazzonia simbolo di tutte le terre (dall’Ilva e le tante terre dei fuochi d’Italia ai Sud del mondo saccheggiati dalle multinazionali) devastate dal capitalismo e dal profitto ad ogni costo. L’ecologia, la Pace, la giustizia, il protagonismo degli emarginati e dei poveri oggi sono centrali per la stessa permanenza della vita, per salvare una società che ha già superato l’orlo del baratro. E sono stati più che centrali nella vita, nell’impegno quotidiano e totale di Eugenio Melandri. La Chiesa di base, schierata contro i potenti e gli oppressori, quella che dalla Teologia della Liberazione ai “preti operai” e di frontiera in Italia ha sempre cercato una strada diversa rispetto alle gerarchie e ai palazzi, ha nel cuore quelli che il Vangelo definisce gli anawin. Gli ultimi tra gli ultimi, i più poveri tra i poveri, i più sofferenti tra i più sofferenti, le vittime più vittime che ci sono dell’ingiustizia. Potremmo anche dire i più piccoli tra i piccoli. Mentre il mondo si precipita oltre il baratro o si hanno loro nel cuore o non si è. E’ necessario sempre più lottare per lasciare questo mondo migliore e meno ingiusto di come l'abbiamo trovato e lo vogliono ridurre oppressori e potenti, senza timore. Perché la vera crescita e la vera libertà stanno nel combattere tutto ciò che rende un uomo schiavo e oppresso: analfabetismo, ingiustizia, degrado ambientale, sfruttamento dei lavoratori e delle classi sociali più deboli. Difendere la vita vuol dire ribellarsi contro tutto ciò che calpesta la vita stessa e la dignità. 
E’ il racconto della vita di Eugenio Melandri e ora il testimone deve essere raccolto da chi siamo rimasti.

(Fonte: Peacelink - 27 ottobre 2019)


MORTE E AVVENTO
di Giuliana Martirani
Nella morte Gesù viene definitivamente da noi. L'avvento si riferisce alla venuta di Cristo in ogni momento, ma significa anche il suo ritorno definitivo che non si verifica però alla fine del mondo bensì con la morte di ciascuno di noi. Nella morte Gesù viene definitivamente da noi per infonderci il suo spirito e trasformarci per intero in quell'immagine unica che Dio si è fatto di ciascuno di noi.
Anselm Gruen

E di Eugenio Melandri Gesù si é fatta una bellissima immagine: uomo nuovo, uomo vero!
Come Don Tonino Bello, come Alex Langer... 

CIAO EUGENIO
da Giuliana Martirani

(Fonte: facebook)


Leggi anche il nostro post già pubblicato:
- Eugenio Melandri prete di Tonio Dell'Olio