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mercoledì 2 ottobre 2019

Il grande romanzo dei Vangeli di Corrado Augias e Giovanni Filoramo - Recensione di Aldo Pintor



Il grande romanzo dei Vangeli
di Corrado Augias e Giovanni Filoramo


Recensione di Aldo Pintor




In questi giorni di settembre i lettori potranno trovare in libreria qualcosa che ci farà fare un viaggio intorno alle testimonianze di varie provenienze che ci sono state tramandate circa la figura di Gesù di Nazareth. Testimonianze di varia provenienza.

Questo libro è stato scritto da un giornalista non credente ma molto interessato al fenomeno religioso, Corrado Augias, e da uno dei principali storici delle religioni italiano, Giovanni Filoramo. Per la precisione stiamo parlando di “Il grande romanzo dei Vangeli” (Einaudi, p. 270, € 19,50) appunto di Corrado Augias e Giovanni Filoramo. I due studiosi compiono una operazione piuttosto complessa che si basa sulla convinzione che “La sopravvivenza dell'immaginazione del mondo degli uomini e delle donne è molto più importante della loro verità storica” per usare le parole del libro. Per questo nel titolo viene citata la parola romanzo. Perchè, come aveva scritto il grande Umberto Eco, “Su ciò su cui non si può teorizzare si deve narrare”.

Anche i due autori tentano di raccontare questa vicenda che va oltre le loro convinzioni religiose ma che ha inciso come nessun altro accadimento storico e ha cambiato in qualche modo per sempre il volto dell'Occidente.

Il dialogo tra Augias e Filoramo è reso interessante anche dalle informazioni provenienti dalle varie discipline di cui gli autori, persone particolarmente colte, fanno largo uso nel tentativo di arrivare alla verità storica per quanto sia possibile ricavarle dalle rare fonti coeve che raccontano i singolari fatti accaduti nella Palestina di oltre 2000 anni fa. Certo la figura e le vicende terrene di quel Gesù di Nazareth che percorreva, ai suoi tempi, le strade e i villaggi della Galilea e si proclamava Figlio dell'Uomo ha da sempre affascinato credenti e non credenti. Augias e Filoramo provano a renderci più chiare le figure di tutti coloro con cui Gesù in qualche modo è venuto in contatto, persone amiche e persone ostili. Tutte queste figure, a volte persone singole a volte addirittura realtà collettive, nonostante duemila anni di distanza ancora possono dire qualcosa che non ci lascia indifferenti. A noi che stiamo vivendo in questo tormentato ventunesimo secolo.

Il libro non è né un interpretazione storico-antica né un commento spirituale o di fede. Ma un'opera che propone di parlare al lettore di oggi di questi eventi straordinari cercando di offrirgli alcune chiavi di interpretazione. Ogni capitolo è dedicato a un personaggio facendo emergere tutto ciò che di lui viene tramandato da testi neo testamentari a scritti della stessa epoca sia giudaici che cristiani che gnostici. La conoscenza di usi e costumi della Palestina antica e dell'impero romano sotto gli imperatori Augusto e Tiberio Antonio accompagna il lettore in questo viaggio e non raramente vengono suggeriti paragoni con le epoche più recenti e perfino con quella attuale. Molto importanti sono le pagine dedicate alle Beatitudini che sono la parte del Vangelo che ha maggiormente cambiato il modo di vedere le cose rispetto all'antichità e soprattutto ha mutato la prospettiva verso cui si guarda alle vititme della storia e della società. Le Beatitudini sono così rivoluzionarie che come è scritto in questo libro “solo alla verità è lecito presentarsi con una violenza tale da rovesciare consuetudini ordine sociale raddrizzare quel legno storto di cui gli esseri viventi sono fatti”. Eppure la verità non è la sola necessaria per cambiare le cose. I cambiamenti che comunque ci sono stati non sarebbero avvenuti senza la carità e il diverso modo di relazionarsi tra persone che Gesù di Nazareth ha portato nel mondo. I pochi anni che ques'uomo in cui si è rivelato Dio ha trascorso nel mondo hanno rivoluzionato completamente le gerarchie dei rapporti umani. E la portata rivoluzionaria di questa breve vita nel libro è ben sottolineata e fa riscoprire freschezza a un messaggio che forse molti credono solo di conoscere e di cui ai giorni nostri c'è grande bisogno.