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martedì 19 novembre 2013

Abbracci, telefonate... piccoli segni della grande tenerezza di Papa Francesco

Qualche “tradizionalista” ante-litteram mentre stavo cenando mi chiama per dirmi, commosso, una cosa che ha commosso anche me. E ha suscitato la mia gratitudine verso il papa, confermato il mio amore verso la Chiesa nostra madre. Siano benedetti quei gesti, quelle parole, quei fatti che nella loro misericordia e pietà sono così eminentemente cattolici e universali – poiché votati al “tutto” e che tutte le barriere scavalcano, perché per tutti nella Chiesa c’è spazio – tanto da trasformarsi in contemplazione e preghiera, unità nell’amore. Dentro la comunità cattolica. La misericordia è l’unico idioma che è compreso da tutti gli abitanti di Babilonia: perché è universale, non ha frontiere, barriere, limiti.

Sono sicuro che nessuno dei due interessati vorrebbe che si sapesse, e per nobili ragioni che rispetto. Epperò io faccio il giornalista... e le notizie - se le ho - le devo pur dare. Soprattutto quando sono notizie che fanno onore ad ambedue i protagonisti.
Papa Bergoglio ha telefonato a Mario Palmaro. Si sa che papa Francesco ama fare di queste sorprese telefoniche. Ma stavolta l'evento ha un sapore un po' diverso, perché Palmaro (insieme al co-autore Alessandro Gnocchi con cui fa coppia fissa) è anche il firmatario dell'articolo «Questo Papa non ci piace» che a partire dalla prima pagina del «Foglio» di qualche settimana fa ha suscitato una ridda di reazioni un po' dappertutto...

"Prima gli ho baciato la mano, mentre lui con l’altra mi carezzava il capo e le ferite. Poi mi ha attirato a sé, abbracciandomi forte e baciandomi il viso. Avevo la testa contro il suo petto, le sue braccia che mi avvolgevano. E lui mi teneva stretto stretto, come coccolandomi, non si staccava più. Ho cercato di parlare, di dirgli qualcosa, non ci sono riuscito: l’emozione era troppo forte. E’ durato poco più di un minuto, ma a me è sembrata un’eternità. Dopo, mi sono girato verso la zia e le ho detto: Qua ghe aso le pene, Qui ci lascio le penne".
E’ timido e parla in vicentino stretto Vinicio, la voce poco più di un sussurro per via di un’operazione alla gola. Ma l’emozione con cui racconta la carezza di Papa Francesco, in Piazza San Pietro, qualche giorno fa, risuona come le campane della chiesa di Isola, il piccolo paese in provincia di Vicenza dove vive con la sorella minore Morena in una casetta del Comune, luminosa e ben tenuta.
Cinquantatré anni, Vinicio, che di cognome fa Riva, è affetto dalmorbo di von Recklinghausen. Una malattia molto rara, nota come neurofibromatosi di tipo 1, che provoca dolorose escrescenze (lui li chiama "gnocchi", per via della forma e grandezza – ma alcune sono ben più grosse) su tutto il corpo. Anche Morena, 46 anni, soffre dalla stessa malattia.
Ma mentre la sua è una forma lieve, quella di Vinicio è la più estrema. Le escrescenze gli coprono tutta la testa e il viso, tranne che per la guancia sinistra, che è invece deturpata come fosse passata attraverso il fuoco. La pelle di Vinicio ha perso tutta l’elasticità e si ripiega sul volto, coprendogli un occhio e allungandogli il mento. I piedi sono deformati e devastati dalle piaghe. Le escrescenze prudono moltissimo, specie sulla schiena. Non grattarsi è impossibile, e ogni mattina Vinicio si sveglia con la maglia di cotone zuppa di sangue. "I primi segni si sono manifestati dopo i quindici anni", racconta. "Mi avevano detto che sarei morto a trenta. Invece sono ancora qui"...
Lui intanto racconta: "Le mani del Papa sono così morbide… Morbide e bellissime. E il suo sorriso limpido e aperto. Ma la cosa che più mi ha colpito è che non sia stato lì a pensarci se abbracciarmi o meno. Io non sono contagioso, ma lui non lo sapeva. Però l’ha fatto e basta: mi ha accarezzato tutto il viso, e mentre lo faceva sentivo solo amore"...

«Qui è il Paradiso» ha esclamato semplicemente Vinicio, con occhi sognanti, dopo l'abbraccio col Papa la settimana scorsa in Vaticano durante un'udienza organizzata per celebrare i 110 anni di Unitalsi. Nessuno lo aveva mai fatto prima, a parte la sorella Morena e la zia Caterina che si sono prese cura dei due «ragazzi» fin da quando erano piccoli e quei bitorzoli cominciavano a comparire.
Oggi a 53 anni Vinicio ne è ricoperto dalla testa ai piedi. Grossi foruncoli scuri che non si limitano a deturparlo ma gli si conficcano nel corpo creandogli dolore, prurito e piaghe. Ha fatto il giro del mondo l'immagine di papa Francesco che gli cinge le spalle, lo avvicina a sé e lo bacia con tenerezza anche dove le protuberanze sono più carnose.
«Pensavo non lo avrebbe più lasciato andare», racconta Caterina, che quel giorno era piantata al suo fianco, fiera e commossa nel vedere il nipote estasiato. Un uomo offeso duramente da una malattia rara di origine genetica, la neurofibromatosi, forma tumorale benigna che ricopre il corpo di cisti anche interne e su di lui si è espressa alla massima potenza...