"Etty Hillesum (1914-1943)
martire del nazismo.
Diventare più umani"
II parte
II parte
di Aurelio Antista - 06.11.2013
(VIDEO-incontro integrale)
I Mercoledì della Spiritualità 2013
Incontro del 6 novembre 2013
Etty e noi
Etty è una
figura attualissima per il nostro tempo. La sua testimonianza è letta e
studiata da psicologi e teologi, da pedagogisti e da antropologi. Vorrei
sottolineare alcuni punti-forza della sua personalità e del suo cammino di
crescita.
Etty è una
creatura debole e fragile – come tanti giovani (e meno giovani) di oggi. La sua
psiche è in disordine e ricolma di macerie, “un gomitolo aggrovigliato”.
Eppure è animata da una grande determinazione nel voler risalire la china: “Devo
lavorare molto per diventare una persona adulta”. Condotta per mano da un
educatore (Julius Spier) impara ad ascoltare e a coltivare la sua interiorità,
impara ad unificare e armonizzare i moti e le esigenze del corpo e dello
spirito. La prima scoperta di Etty è l’amore per gli altri: “Le cose
veramente primordiali in me sono i sentimenti umani, una sorta di amore e di
compassione elementari che provo per le persone, per tutte le persone”
Questa diventa l’opzione fondamentale della sua vita. Lei rende la sua
anima un “campo di battaglia” dove ogni giorno affronta la lotta per
estirpare ogni erbaccia: l’odio, la rivalsa, il risentimento. “Ognuno di noi
deve raccogliersi e distruggere in se stesso ciò per cui ritiene di dover
distruggere gli altri”. Questa consapevolezza e decisione genera in lei
“una grande forza interiore” che le consente di affrontare con maturità ed
equilibrio quel grande fiume di dolore che è l’Olocausto e a vivere con
serenità e forza d’animo nel campo di Westerbork.
Etty incontra
Dio che le si rivela presente nel suo intimo più profondo come sorgente da cui
zampilla vita, gioia, pace. La preghiera diventa un colloquio ininterrotto
con Lui e la apre sempre di più all’amore e al servizio verso i fratelli: “Mi
hai resa così ricca, mio Dio, lasciami dispensare agli altri a piene mani”.
Dall’insieme
di queste riflessioni ed esperienze Etty conclude: “La vita è bella, degna
di essere vissuta e ricca di significato”. Questa certezza le dà la forza
per reggere l’onda d’urto di ogni privazione e sofferenza e, al tempo stesso,
le consente di essere luce e sostegno per gli altri che hanno perso ogni
speranza. Confrontarsi con la personalità e le conquiste di Etty può risultare
per ognuno di noi motivo di consolazione e di sfida per diventare migliori e
gustare sempre di più il sapore della vita.
GUARDA IL VIDEO
Guarda anche: