"Contro il femminicidio:
una legge dello Stato, un impegno per la società"
di Giacomo Costa
Editoriale di "Aggiornamenti Sociali"
Novembre 2013
"E' in vigore dal 16 ottobre scorso la legge sul fenomeno noto come “femminicidio”. È impossibile non salutarla come un passo avanti di grande importanza nella promozione e nella tutela della vita e dei diritti delle donne, pur con quel fondo di amarezza derivante dal fatto che vorremmo vivere in un mondo e in un Paese dove leggi di questo genere non fossero necessarie.
Dobbiamo riconoscere che invece non è così: l’approvazione di questa legge pone all’attenzione collettiva il fatto che abbiamo un problema grave (la violenza di genere) e ci addita un bene a cui tendere (la sua eliminazione), adempiendo così anche alla propria funzione pedagogica. Ci dice anche – e questa è la parte confortante – che abbiamo delle risorse per trattare questo problema e la volontà di utilizzarle. Proprio a questi aspetti dedicheremo le riflessioni che seguono, senza commentare in dettaglio il testo della nuova legge né approfondire il fenomeno della violenza di genere e le sue cause. Ci interessa piuttosto mettere in luce che cosa un processo concreto di determinazione di strumenti di policy ci dice sulla società in cui viviamo, sulle sue fatiche e sulle sue risorse, e sul modo in cui è possibile affrontare i problemi sociali. ...
È innegabile come il messaggio biblico contenga una visione della irriducibile diversità e originalità dell’uomo e della donna, nella identica dignità di creature di Dio, come co-protagonisti di un unico progetto ...È però altrettanto vero che la mentalità ecclesiale (ed ecclesiastica) è stata ed è tuttora condizionata dai costumi delle società patriarcali al cui interno si è dipanata la storia della salvezza, portatori di una visione di subordinazione della donna all’uomo, esattamente come contemplavano l’esistenza della schiavitù. Ma se rispetto a quest’ultima la mentalità è radicalmente cambiata, per quanto riguarda le relazioni di genere un ancoraggio acritico a quel mondo, anche nell’approccio alla Scrittura, occulta i problemi e ne ostacola il superamento. Allo stesso tempo il Vangelo non è sempre riuscito a trasformare in profondità le culture in cui si è radicato, spesso anch’esse intrise di una visione della donna limitata o svilente. ...
Per molte ragioni, poi, le istanze di rivalutazione, liberazione ed emancipazione della donna si sono scontrate, almeno in alcune espressioni, con la viva resistenza della Chiesa cattolica. Rileggendo questa vicenda con il dovuto discernimento, vi si possono però scorgere anche delle analogie con quanto avvenuto per i diritti umani e la libertà religiosa: molti di quei valori sono il frutto di semi evangelici che la Chiesa ha gettato nel mondo e che può oggi riscoprire tramite l’apporto di coloro che li hanno fatti fruttificare al suo esterno e talvolta persino contro di lei. La Chiesa potrà riappropriarsene e rigenerarli solo riscoprendone la provenienza evangelica e accogliendo i frutti che essi produrranno anche al suo interno, scoprendo come il riconoscimento effettivo della ricchezza della femminilità e della autentica complementarità dei generi diventi un terreno di annuncio del Vangelo. Inevitabilmente questo cammino investirà anche la questione della condivisione delle responsabilità in seno alla Chiesa, cercando anche con creatività di sciogliere l’ambiguo rapporto che la storia ci consegna tra potere, sesso maschile e sacro: «Il genio femminile è necessario nei luoghi in cui si prendono le decisioni importanti ...
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"Contro il femminicidio: una legge dello Stato, un impegno per la società" di Giacomo Costa