Tonio Dell'Olio
La fame come arma da guerra
PUBBLICATO IN MOSAICO DEI GIORNI 24 LUGLIO 2025
Le storie agghiaccianti che trapelano da Gaza e dintorni non dovrebbero lasciar dormire tranquillo nessuno.
Genitori che vedono i propri bambini spegnersi tra le proprie braccia, persone che muoiono di stenti accasciandosi a terra, altri che rischiano la vita sotto i colpi dei soldati per potersi accaparrare una ciotola di cibo, altri ancora che vengono calpestati nella calca nei pochi punti di distribuzione del cibo. E questo solo per dire di alcune delle ragioni che rendono la Striscia un inferno in terra.
Ci sarà una misura del diritto internazionale che obbliga Israele ad aprire le porte di quell’immensa prigione agli aiuti internazionali? Chi permette a Israele di utilizzare la fame come un’arma da guerra contro civili inermi? E soprattutto come si fa a difendere ancora quella politica, quelle scelte, quella barbarie?
Il card. Pizzaballa di ritorno da Gaza ieri ha detto: “Quando si vede con i propri occhi quello che sta accadendo nella Striscia di Gaza è difficile non riconoscere che quel popolo sta vivendo un'umiliazione che è molto ardua da sopportare, moralmente inaccettabile e ingiustificabile”.
Nella prima pagina dell’Osservatore Romano si legge: “Affamati di cibo e di giustizia. A Gaza da mesi non entrano cibo e farmaci: manca l’elettricità. La gente, i bambini muoiono. Questo è disumano”.
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Gaza, padre Ibrahim Faltas*:
Morire di sete e di fame è ingiusto e ingiustificabile
Da mesi nell'enclave palestinese non entrano cibo e farmaci, mentre manca l’elettricità e continuano i bombardamenti Ai numeri altissimi di chi ha perso la vita, di chi è ancora sotto le macerie, di chi è stato ferito, di chi è rimasto orfano vanno aggiunti i morti per fame altrettanto alti e dolorosi
Una bambina palestinese malnutrita riceve cure all'ospedale Nasser di Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale.
«Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati». Il richiamo alle Beatitudini è ogni giorno forte e costante: la triste situazione che vive la popolazione di Gaza e il senso di impotenza ci portano a perdere la speranza e la fiducia. È la certezza che gli affamati e gli assetati di Gaza saranno saziati che fa riprendere l’impegno deciso a chiedere giustizia. Perché la fame e la sete sono bisogni vitali, perché morire di fame e di sete è ingiusto e ingiustificabile.
Una manifestazione di protesta
Domenica scorsa la disperazione e la sensazione di essere stati dimenticati, ha portato la popolazione di Gaza ad una grande manifestazione di protesta per denunciare al mondo la morte per fame dei bambini. La gente è provata da mesi in cui è mancato loro il necessario per vivere e per sostenere corpi resi deboli e fragili da quasi due anni di disagi e di sofferenze. A Gaza non entrano cibo, farmaci, elettricità da mesi, queste necessità vitali sono bloccate a pochi chilometri da chi ne ha bisogno e questo è disumano. Il suono delle sirene delle ambulanze ha prodotto un lungo e assordante rumore che voleva svegliare le coscienze addormentate di chi assiste in silenzio ad una strage che diventa massacro se non si consente di dare cibo a chi ha fame e acqua a chi ha sete. È questo lo scandalo più grande, l’incancellabile vergogna di un mondo che ha messo, nella scala dei valori, al primo posto gli interessi economici e l’avidità di potere e all’ultimo posto il rispetto della vita e la negazione dei diritti umani.
La morte in diretta
Anziani, disabili, bambini sono una parte numerosa e fragile di una popolazione stremata che non ha più casa e che potrebbe non avere più terra, che subisce attacchi mortali mentre dorme in tende e rifugi precari. Ai numeri altissimi di chi ha perso la vita, di chi è ancora sotto le macerie, di chi è stato ferito, di chi è rimasto orfano vanno aggiunti i morti per fame altrettanto alti e dolorosi. Il mondo sa che da molti mesi moltissimi bambini soffrono di malnutrizione e che migliaia di loro sono morti di fame. Sembra incredibile ma è quello che succede a pochi chilometri da un mondo che consuma oltre le necessità e spreca risorse vitali. Il mondo vede in diretta la morte evitabile di bambini che muoiono di fame: dei 900 morti, uccisi mentre in fila elemosinavano umiliati un pezzo di pane, la maggioranza erano padri che cercavano cibo per la propria famiglia. Chi di loro è tornato a casa con qualcosa per sopravvivere, spesso non ha trovato vivi i propri bambini. Un video ci ha mostrato il dramma di un uomo anziano e fragile, che mentre era in fila per ricevere cibo, è morto per la fame e per il caldo. Questa è la triste cronaca quotidiana dei miei amici di Gaza, delle tante persone che fanno parte di un popolo stremato, di esseri umani, di bambini che hanno diritto al rispetto senza nessuna preclusione di nazionalità e di fede, come tutti i bambini del mondo.
Le immagini di sofferenze che uniscono le coscienze
In questo lungo periodo di violenza, sono state le immagini della sofferenza dei bambini, dei disabili, degli anziani di Gaza che hanno unito le coscienze di chi si sente impotente di fronte a tanto dolore, di chi non vuole essere complice di quello che è successo e ancora succede a Gaza. Gli occhi profondi e tristi, le lacrime versate per la sofferenza e per la fame, i gravi traumi fisici e morali dei bambini di Gaza sono un grido silenzioso all'umanità. I forti appelli del Santo Padre, il suono straziante delle sirene delle ambulanze, la mobilitazione della società civile internazionale, di Capi di Stato e di eminenti autorità e personalità risuonano inascoltati da chi continua a usare ogni genere di arma contro chi è disarmato e non sente che i diritti negati sono un peso incancellabile dalla storia, oggi come ieri. Gli occhi, le lacrime, i corpicini straziati e tremanti dei bambini di Gaza indignano e fanno urlare il bisogno di pace che è anche fame e sete di giustizia.
*Vicario della Custodia di Terra Santa
(fonte Vatican News che riporta l'articolo dell'Osservato Romano)