"Un cuore che ascolta - lev shomea"
"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino
XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C
Finalmente Gesù, il Samaritano eretico, può riposarsi delle fatiche del cammino che lo porterà a Gerusalemme, perché ha trovato una casa disposta ad accoglierlo. Due, però, sono i modi di accogliere in casa propria il Maestro: quello di Marta e quello di Maria. Marta, il cui nome significa "signora, padrona di casa", si comporta come tale anche nei confronti di Gesù (Epistàsa = colei che sovrasta, vs.40) ed è figura di quella parte di comunità tutta intenta a fare tante, troppe cose per Gesù, che conosce bene qual è il compito di ciascuno al suo interno e non ammette cambiamenti, quella parte di Chiesa che: «la tradizione prima di tutto... la tradizione parla chiaro... s'è fatto sempre così, perché cambiare?». Marta sa bene cosa fare per preparare l'incontro col Signore, ma non si avvede che il Signore è già in casa e sta insegnando. Conosce sì, ma è incapace di ascoltare. Maria, invece, è figura di coloro che, prontamente, riconoscono di essere stati visitati dal Signore e si mettono ai suoi piedi, come bravi discepoli, respirando il suo stesso Respiro. Ciò che per Marta è fatica e sudore, per Maria invece è fonte di indicibile gioia. I due atteggiamenti non sono in contrapposizione (la vita attiva opposta alla vita contemplativa) come una certa teologia per secoli ha insegnato. Sorgente della gioia di Maria è l'ascolto della Parola di Gesù e, alla luce di questa, il suo impegno assume un senso e un sapore nuovo, divino. Maria, per dirla con una felice intuizione di don Tonino Bello, e una contempl-attiva, una contemplativa nell'azione. Il fondamento del nostro essere discepoli, perciò, non sta nelle cose che facciamo, anche se queste sono importanti, anzi necessarie, ma nell'ascolto obbediente della Parola di Gesù.