Cardinale Lojudice:
La pace non si fa cacciando un popolo.
Folle uccidere bimbi in fila per il cibo
Il giudice della Cassazione vaticana:
«Siamo oltre: la malvagità prende campo e spazza via il senso di umanità»
«L'uccisione di bambini in fila per un pugno di riso grida giustizia a Dio. Frange fondamentaliste si fanno scudo delle Scritture per calpestare i diritti umani. La vita ha perso qualunque valore rispetto al tornaconto economico dell'industria di morte e alla ricchezza usata come sopraffazione».
Intervista a cura di Giacomo Galeazzi
«C'è chi si è stracciato le vesti leggendo la parola genocidio usata da Francesco in un libro ma a Gaza siamo oltre la follia, è all'opera il male più sfrenato e senza logica. L'uccisione di bambini in fila per un pugno di riso grida giustizia a Dio», afferma il cardinale Augusto Paolo Lojudice, 61 anni appena compiuti, giudice della Cassazione vaticana, per un quinquennio collega di Robert Francis Prevost in Curia al dicastero dei vescovi, presidente dell'episcopato toscano, arcivescovo di Siena e Montepulciano, membro del Consiglio permanente Cei, presidente onorario dell'Osservatorio sui minori "Fonte d'Ismaele" sulle orme del missionario gesuita padre Paolo Dall'Oglio scomparso in Siria nel 2013.
In Terra Santa ha guidato una delegazione di vescovi, quale realtà ha conosciuto?
«Ormai il masso è rotolato e si è azzerata qualunque giustificazione geopolitica. Di fronte all'attuale escalation di nefandezze nessuno dice più che sia giusto che Israele si difenda. Ho letto su La Stampa il lancinante diario di una mamma nella Striscia; una descrizione nitida del massacro in corso. La strage degli innocenti grida vendetta al cielo. Non ci può più tirare indietro dal denunciarlo».
Netanyahu non si ferma. È davvero isolato?
«Non si ferma perché è un tiranno che persegue un cupo e sanguinario disegno di potere. A parte Donald Trump, a cui interessa solo vendere armi, nessuno accetta più le sue auto-legittimazioni. L'altra sera all'abbazia cistercense di San Galgano, la Caritas ha organizzato un concerto di beneficenza. Alla fine è venuta a parlarmi una signora della comunità ebraica quasi in lacrime, con tono di scuse. L'ho abbracciata e le ho risposto che non c'entra nulla l'appartenenza religiosa. Come fa a guardarsi allo specchio chi si macchia di atrocità del genere e ha decine di migliaia di vittime sulla coscienza? Non c'è nulla di ragionevole in una carneficina, è la malvagità che prende campo e spazza via il senso di umanità».
Il biblico "occhio per occhio, dente per dente"?
«Siamo molto al di là. Nessuna violenza può strumentalizzare il nome di Dio. A Gerusalemme ho sentito frange fondamentaliste farsi scudo delle Scritture per calpestare i diritti umani. In realtà non c'è più modo di tentare una spiegazione. La lettura fondamentalista della Bibbia richiama la distruzione totale del nemico? Una mistificazione perché si parla di abbattere il male non di sterminare bambini. Quando si stravolge l'Antico Testamento gli si fa dire ciò che si vuole. Non tutti gli ebrei lo fanno. In Israele sono ora al comando settori integralisti che uniscono il fondamentalismo a politiche di estrema destra, alla folle ricerca del potere assoluto. Il diritto della forza umilia la forza del diritto. Per colpa di scelte dissennate commettono le stesse atrocità compiute su di loro. Se non si ferma il tiranno non se ne esce. La vita ha perso qualunque valore rispetto al tornaconto economico dell'industria di morte e alla ricchezza usata come sopraffazione».
E le bombe sulle chiese?
«Leone XIV ha invocato la protezione dei luoghi sacri. Non credo fosse un attacco mirato ma il frutto del caos in cui la situazione è precipitata. Si colpisce tutto senza fare distinzioni. Netanyahu ha dovuto chiedere scusa e in un clima avvelenato un fatto simile non conveniva a nessuno. Il cristianesimo ha una forza travalica ogni confine. Abbatte i muri dell'odio ai quali Francesco prima e Leone adesso oppongono i ponti del dialogo. Il sogno di vedere Gaza pacificata è stato negato a Bergoglio, speriamo che dall'alto ci aiuti a realizzarlo. Non c'è da interrogarsi sulle cause di azioni criminali come quelle nella Striscia. Il dispiegarsi di una violenza cieca e crudele si riverserà per decenni sulle generazioni seminando discordia. La presenza cristiana si staglia come un'oasi profetica che testimonia la possibilità di un altro modo di vivere sulla stessa terra».
Cosa chiede alla comunità ebraica con cui dialoga?
«Il sussulto di coscienza che hanno avuto pochi intellettuali che sono stati subito denigrati per aver rifiutato di accettare le nefandezze che avvengono a Gaza. Mi aspetto poco invece da coloro che dall'altra parte dell'Oceano hanno interesse solo a vendere armi. Però alla lunga la guerra stanca tutti. Lo hanno visto gli americani con il Vietnam. E lo sperimenta il despota Vladimir Putin che prevale a carissimo prezzo in Ucraina, mentre il paese stremato non ne può più e i giovani russi vorrebbero voltare pagina. A Gaza l'orrore finirà quando l'interesse dei mercanti di morte non sarà più vantaggioso rispetto ai danni prodotti alle società e alla comunità internazionale. Ne parlerei anche a Netanyahu».
Cosa vorrebbe dirgli?
«Non è possibile che la coscienza di un credente in Dio possa arrivare a tanto. Se un essere umano sostiene di credere in Dio non può commettere una tale quantità di efferatezze. A meno che la sua coscienza non sia obnubilata cone quella del re David che tolse l'unica pecora al povero. Ma lui quando se ne rese conto iniziò la sua conversione»
Ieri Leone ha detto no alla barbarie delle punizioni collettive e allo spostamento forzato della popolazione...
«Non è cacciando un popolo che si pacifica una terra. Lavorare insieme è l'unico strumento per tutelare gli innocenti. Ciò che ho visto in Terra Santa non è accettabile, è una devastazione etica e materiale che ti scava dentro e non dimentichi più. A Gaza sono i civili le vittime del conflitto e la dignità umana è calpestata ogni giorno di più. Dobbiamo mobilitarci per fermare la tragedia di una guerra orribile, sempre più insensata e totalmente priva di ogni giustificazione umana e morale. Non possiamo permetterci di dimenticare che non vengono colpiti bersagli, ma persone con un'anima e una dignità. L'uso e il possesso di armenti in grado di radere al suolo la "casa comune" è un abominio per il quale arriverà il giudizio divino».
(Fonte: "La Stampa" - 21.07.2025)