GRANDE E' SOLTANTO L'AMORE
Gesù è la novità di un Dio che non tiene il mondo ai suoi piedi,
è Lui invece ai piedi di tutti: il grande servitore.
Servizio è il nome nuovo, il nome segreto della civiltà che ha bisogno di molta cura per vivere.
I commenti di p. Ermes al Vangelo della domenica sono due:
- il primo per gli amici dei social
- il secondo pubblicato su Avvenire
Non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato (...) Matteo 23,1-12
per i social
GRANDE E' SOLTANTO L'AMORE
Gesù è la novità di un Dio che non tiene il mondo ai suoi piedi, è Lui invece ai piedi di tutti: il grande servitore. Servizio è il nome nuovo, il nome segreto della civiltà che ha bisogno di molta cura per vivere.
Il Vangelo di questa domenica brucia le labbra di tutti coloro “che dicono e non fanno”. Ed evidenzia due questioni di fondo, che chiunque desideri una vita che sia autentica deve affrontare. La prima: essere o apparire. La seconda: l'amore per il potere.
Esame duro, perché nessuno può dirsi esente dall'incoerenza tra il dire e il fare.
Che il Vangelo sia un progetto troppo esigente, quasi inarrivabile? No!
Gesù non va contro le cadute di chi vorrebbe ma non ce la fa, bensì contro l'ipocrisia di chi fa finta. Sa bene quanto siamo deboli, sente la nostra fatica, e i profeti lo dipingono premuroso come il vasaio che non butta il vaso mal riuscito, ma rimette l’argilla sul tornio e la lavora di nuovo. Premuroso come il pastore che prende sulle spalle la pecora ritrovata, perché sia più lieve il ritorno. Sempre attento alle fragilità, come al pozzo di Sicar, quando nella samaritana dai molti amori e dalla grande sete, fa nascere il canto di una sorgente d’acqua viva.
Gesù non si scaglia contro la debolezza dei piccoli, ma contro l'ipocrisia dei pii e dei potenti, che amano apparire; contro l'ipocrita che non si accontenta di essere peccatore, vuole addirittura apparire buono; contro il duro di cuore che stila leggi sempre più severe, ma soltanto per gli altri.
E poi individua il secondo comportamento che rovina la vita: l'amore per il potere. Non fatevi chiamare maestro, dottore, padre, come se foste superiori agli altri. Voi siete tutti fratelli! E questo è un primo grande capovolgimento: tutti fratelli, nessuno superiore, tutti con gli stessi diritti. Ma a Gesù questo non basta, e va oltre: il più grande tra voi sarà colui che serve.
I grandi del mondo si costruiscono troni di morti, ma Dio non ha troni, cinge un asciugamano per consolare tutte le ferite della terra. E se una gerarchia nella chiesa deve sussistere, sarà capovolta rispetto alle norme della società terrena, per affidare la comunità a colui che ama di più.
Dio non è il Signore della vita, è molto di più: è il servo di ogni vita. E rovescia la nostra idea di grandezza: il più forte non è chi ha più potere ma chi è più amato, chi ha speso più amore. Divina follia del servizio: “sono venuto per servire, non per essere servito”. Gesù è la novità di un Dio che non tiene il mondo ai suoi piedi, è Lui invece ai piedi di tutti: il grande servitore. Il vero potere è quello capace di servire. Servizio è il nome nuovo, il nome segreto della civiltà.
E allora il più grande del nostro mondo sarà forse una mamma che si prodiga senza contare le ore e la fatica, un volontario che corre sotto le bombe per salvare qualcuno, o forse uno di voi che legge, che spesso è le gambe, gli occhi, l’angelo di un disabile. Il mondo ha bisogno di molta cura per vivere.
Leggi su Avvenire