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domenica 6 agosto 2023

VIAGGIO APOSTOLICO DI PAPA FRANCESCO IN PORTOGALLO PER LA XXXVII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ 2 - 6 AGOSTO 2023 - 10° - VIA CRUCIS : Bisogna correre il rischio di amare. È un rischio, ma vale la pena correrlo... Gesù cammina fino alla Croce, muore sulla Croce, affinché la nostra anima possa sorridere. (cronaca, testi, foto e video)

VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ FRANCESCO
IN PORTOGALLO
IN OCCASIONE DELLA
XXXVII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ

2 - 6 AGOSTO 2023



Venerdì, 4 agosto 2023

LISBONA

18:00 Via Crucis con i giovani nel “Parque Eduardo VII”

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VIA CRUCIS CON I GIOVANI

“Parque Eduardo VII” (Lisbona)

















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Il Papa alla Via Crucis:
Gesù aspetta di vedere le finestre aperte delle nostre anime

Ai circa 800 mila ragazzi della Gmg presenti al Parco Edoardo VII di Lisbona, Francesco ricorda che Cristo cammina sempre con loro. Alle paure e alle fragilità risponde sempre con l'attesa e la consolazione. Nella morte sulla croce, il gesto più grande, perchè "nessuno ha più amore di chi ha dato la vita"


Salgono e scendono dalle impalcature che, sul grande palco installato sulla Collina dell’Incontro del Parco Edoardo VII di Lisbona, formano un immaginario Calvario, i giovani della Gmg. Di stazione in stazione portano in alto la croce di Cristo. Cadono e si rialzano, come nel cantiere della vita, ma non sono soli: Gesù cammina con loro. Lo ricorda Papa Francesco che nel suo discorso esorta gli 800 mila ragazzi presenti a dirlo tutti:“Gesù cammina per me”, perché “nessuno ha più amore di chi dà la vita”, per i suoi amici e per gli altri.

La croce simbolo della bellezza dell'amore

Gesù camminò per tutta la sua vita, curando malati, assistendo i poveri, insegnando e predicando, ma è la via del Calvario quella che rimane profondamente incisa nel cuore di ciascuno. Il suo cammino "è Dio che esce da sé stesso per camminare tra di noi”, ribadisce il Papa, “e questo la fa per amore”. La stessa croce che accompagna ogni Gmg, spiega, è l’icona di questo cammino. È “il senso più grande dell’amore più grande”, quello “con il quale Gesù vuole abbracciare la nostra vita”. La croce è una cosa dolorosa, ma in cui si vede la bellezza dell’amore, sottolinea il Papa, che ricorda quanto gli disse una persona molto credente: “Signore, per la tua ineffabile agonia posso credere nell’amore”.

Il Papa durante la Via Crucis con i giovani

Le testimonianze dei ragazzi

Gesù cammina anche con Caleb, 29 anni dagli Stati Uniti, che ha testimoniato la sua lotta contro la depressione, l’autolesionismo e la tossicodipendenza fino quando l’incontro con Lui gli ha permesso di prendere il controllo della sua vita senza ricadere nelle vecchie abitudini e di fargli incontrare sua moglie. Cammina con Esther, 34 enne spagnola, in sedia a rotelle dopo un incidente stradale e che decise con l’attuale marito Nacho di interrompere la gravidanza e che ora, dopo che il Signore è venuta a cercarla con il Suo amore grande e inspiegabile, è madre della piccola Elisabeth. E cammina con João, portoghese di 23 anni, vittima di bullismo e di problemi di salute mentale dopo il lockdown e la pandemia, che grazie alla fede è stato aiutato ad ogni caduta.


Le paure e le preoccupazioni dei giovani

Ad ogni stazione, 50 ragazzi provenienti da 21 Paesi del mondo, accompagnati da un coro di 62 elementi e 30 strumentisti, hanno rievocato il martirio di Cristo, declinandolo insieme alle paure e alle fragilità che i ragazzi sentono nel mondo di oggi. Sentono che viene tolto loro il futuro, “gli viene detto che la vita è piena di opportunità, ma è difficile vedere dove siano quelle opportunità quando i soldi non sono sufficienti, quando non si riesce a trovare lavoro e quando l’accesso all’istruzione spesso è praticamente impossibile”. Lo lamentano loro stessi nelle meditazioni scritte dal padre gesuita Nuno Tovar de Lemos, che ha elaborato le risposte di un sondaggio tra 20 giovani dei cinque continenti su quelle che sono le loro preoccupazioni più grandi. Guerre, attentati, sparatorie di massa, persecuzioni religiose per le minoranze flagellano un mondo le cui risorse vengono sfruttate in maniera incontrollata e in cui le persone muoiono di fame - mentre altri si ammalano per aver mangiato troppo - o fuggono da situazioni disumane. Violenze nei matrimoni e nelle relazioni, abusi sui minori, bullismo, abusi di potere, bullismo, ansia, depressione spesso si accompagnano alle vite dei ragazzi, in “famiglie dove si scagliano parole pesanti come macigni” e mancanza di considerazione per gli anziani. C’è poi una difficoltà di amare e un’incapacità di agire per raggiungere un modello imposto ed egocentrico di felicità, in cui ci si realizza solo nell’attesa del sorriso perfetto per un selfie e per l’attenzione artificiale di un “like” altrui, oltre alla paura di cadere nella dipendenza dalla droga, dalla pornografia, dall’alcol. “Non riusciamo a prendere decisioni, né vediamo la direzione verso cui la storia potrebbe continuare”, testimoniano: “vediamo solo il percorso bloccato da grandi ostacoli davanti a noi”.

La Via Crucis con i giovani a Lisbona

Correre sempre il rischio di amare

L’invito del Papa però è quello a non avere paura, perché Gesù cammina verso la croce e muore sulla croce affinchè la nostra anima possa sorridere. “Tutti nella vita, abbiamo pianto e piangiamo ancora”, aveva detto poco prima, chiedendo ai ragazzi cosa li facesse piangere nella vita”. È quello dove Gesù è con noi, “e ci accompagna nell’oscurità che ci porta al pianto”. Egli cammina e aspetta con il suo amore, con la sua tenerezza, “per darci consolazione, per asciugare con la sua tenerezza le nostre lacrime nascoste”. Aspetta di vedere "le finestre aperte delle nostre anime": "Che brutto - dice Francesco - le anime chiuse che seminano dentro e sorridono dentro". Cristo "vuole colmare le nostre paure con la sua consolazione". Lo fa e aspetta di spingerci ad abbracciare "il rischio di amare". Un rischio che, assicura il Papa, vale sempre la pena correre.
(fonte: Vatican News, articolo di Michele Raviart 04/08/2023)

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DISCORSO DEL SANTO PADRE


Cari fratelli e sorelle, buonasera!

Oggi camminerete con Gesù. Gesù è la Via e noi cammineremo con Lui, perché Lui ha camminato. Quando era tra noi, Gesù ha camminato. Ha camminato curando i malati, assistendo i poveri, facendo giustizia; ha camminato predicando, insegnando. Gesù cammina. Ma il cammino che più è inciso nel nostro cuore è il cammino del Calvario, la via della Croce. E oggi voi, noi, io pure, con la preghiera rinnoveremo la via della Croce. E guarderemo Gesù che passa e cammineremo con Lui.

Il cammino di Gesù è Dio che esce da se stesso, esce da se stesso per camminare tra noi. Quello che ascoltiamo tante volte nella Messa: “Il Verbo si fece carne e camminò tra noi”. Ricordate? E il Verbo si fece uomo e camminò tra noi. E questo lo fa per amore. Lo fa per amore. E la Croce che accompagna ogni Giornata Mondiale della Gioventù è l’icona, è la figura di questo cammino. La Croce è il senso più grande dell’amore più grande, l’amore con il quale Gesù vuole abbracciare la nostra vita. La nostra? Sì, la tua, la tua, la tua, quella di ciascuno di noi. Gesù cammina per me. Dobbiamo dirlo tutti. Gesù intraprende questo cammino per me, per dare la sua vita per me. E nessuno ha più amore di chi dà la vita per i suoi amici, di colui che dà la vita per gli altri. Non dimenticate questo: nessuno ha più amore di chi dà la vita, e questo lo ha insegnato Gesù. Per questo, quando guardiamo il Crocifisso, che è tanto doloroso, una cosa così dura, vediamo la bellezza dell’amore che dà la sua vita per ciascuno di noi. Diceva una persona molto credente una frase che mi ha colpito molto. Diceva così: “Signore, per la tua ineffabile agonia posso credere nell’amore”. Signore, per la tua ineffabile agonia posso credere nell’amore.

Gesù cammina, ma spera qualcosa, spera la nostra compagnia, spera che guardiamo… Non so, spera di aprire le finestre della mia anima, della tua anima, dell’anima di ciascuno di noi. Come sono brutte le anime chiuse, che seminano dentro e sorridono dentro! Non hanno senso. Gesù cammina e spera con il suo amore, con la sua tenerezza, di darci consolazione, di asciugare le nostre lacrime.

Ora vi faccio una domanda, però non rispondete a voce alta, ciascuno risponda dentro di sé. Io piango, qualche volta? Ci sono cose nella vita che mi fanno piangere? Tutti nella vita abbiamo pianto, e piangiamo ancora. E lì c’è Gesù con noi, Lui piange con noi, perché ci accompagna nell’oscurità che ci porta al pianto.

Adesso farò un po’ di silenzio, e ciascuno dica a Gesù per che cosa piange nella vita; ciascuno di noi glielo dice adesso, in silenzio.

[momento di silenzio]

Gesù, con la sua tenerezza, asciuga le nostre lacrime nascoste. Gesù spera di riempire, con la sua vicinanza, la nostra solitudine. Come sono tristi i momenti di solitudine! Lui è lì, Lui vuole colmare questa solitudine. Gesù vuole colmare la nostra paura, la tua paura, la mia paura, quelle paure oscure vuole colmarle con la sua consolazione. E Lui spera di spingerci ad abbracciare il rischio di amare. Perché, voi lo sapete, lo sapete meglio di me: amare è rischioso. Bisogna correre il rischio di amare. È un rischio, ma vale la pena correrlo, e Lui ci accompagna in questo. Sempre ci accompagna. Sempre cammina. Sempre, durante la vita, sta insieme a noi.

Non vorrei dire tante cose in più. Oggi faremo il cammino con Lui, il cammino della sua sofferenza, il cammino delle nostre preoccupazioni, il cammino delle nostre solitudini.

Adesso, un secondo di silenzio, e ciascuno di noi pensi alla propria sofferenza, pensi alla propria preoccupazione, pensi alle proprie miserie. Non abbiate paura, pensateci. E pensate al desiderio che l’anima torni a sorridere.

[momento di silenzio]

E Gesù cammina fino alla Croce, muore sulla Croce, affinché la nostra anima possa sorridere. Amen.

Guarda il video del discorso

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