"Un cuore che ascolta - lev shomea"
"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Nella Sacra Scrittura il mare è il simbolo del male, la sua personificazione, luogo infido abitato da mostri, figura del mondo con le sue contraddizioni, realtà invivibile dove regna incontrastata la morte, dove, nonostante tutti i nostri sforzi, veniamo travolti da tempeste che spesso ci vedono soccombere. La barca, simbolo della Chiesa, comunità di fratelli e sorelle, ci offre un'opportunità di salvezza. Tutti siamo invitati a salire a bordo se vogliamo raggiungere il porto sicuro ma, una volta a bordo, non è più possibile scendere: o si raggiunge sani e salvi l'altra riva oppure si va a fondo. La traversata che ci conduce alla salvezza avviene sempre di notte, coi venti contrari, sospesi sull'abisso della morte che sempre tenta di ingoiarci. E' la perenne situazione della Chiesa, di Pietro e di ognuno di noi. Se ci mettiamo in obbediente ascolto della Parola di Gesù, saremo anche noi in grado di non sprofondare negli abissi di morte e camminare sulle sue acque, ma se lasciamo che le nostre paure abbiano la meglio, verremo fagocitati come Pietro. Anche se il Signore sembra assente, sordo al nostro grido di aiuto, come fosse un fantasma che nulla può davanti al male, siamo chiamati a non temere, a continuare ad avere fede in Lui. Gesù «non è un fantasma, ma IO-SONO» (cit.); Egli è l'Emmanuele, il Dio-con-noi, il Dio che sta al timone della nostra vita e ci infonde sicurezza, la Brezza Leggera che gonfia le vele della nostra barca e ci conduce al riparo nel porto sicuro. Il Signore è «potenza di Dio per la salvezza di tutti i credenti» (Rm 1,16), se solo avremo la forza, il coraggio e l'umiltà di gridare: «Signore salvaci!»
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino
XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
Vangelo: