"Un cuore che ascolta - lev shomea"
"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Alla incredulità degli abitanti di Nazareth (13,58), alla piccolezza di fede di Simon Pietro e degli altri discepoli (8,26 ; 14,31) e alla mormorazione di scribi e farisei (15,1), Gesù risponde con la guarigione della figlia della cananea, una donna pagana. Non è l'appartenenza o la non appartenenza al popolo di Israele, ma la fede che permette a Dio di intervenire nella vita di coloro che gridano a Lui, al di là di ogni barriera religiosa e culturale. Il dialogo fra Gesù e la donna pagana verte sul «pane dei figli» e a chi esso è dovuto. Per Gesù il dono della vita è per coloro che ne hanno bisogno e lo domandano con fede e umiltà, e non per chi pensa di impadronirsene per supposti meriti personali o per diritto di nascita o di sangue. Solo coloro che ripongono la loro fiducia nel Figlio dell'Uomo possono ricevere il «pane dei figli», fossero anche dei «cani», come gli ebrei, con disprezzo, chiamavano i pagani. Proprio a costoro (a noi che proveniamo dal paganesimo) sarà dato «pane dei figli», non certo per meriti (chi può vantarne?), ma per la fede in Gesù, anche se questa fede è piccola quanto un granello di senapa.
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino
XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
Vangelo: