VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ FRANCESCO
IN PORTOGALLO
IN OCCASIONE DELLA
XXXVII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ
2 - 6 AGOSTO 2023
Giovedì, 3 agosto 2023
LISBONA
17:45 Cerimonia di accoglienza nel “Parque Eduardo VII”
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CERIMONIA DI ACCOGLIENZA
“Parque Eduardo VII” (Lisbona)
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Il Papa apre la Gmg: giovani, Dio vi ama.
Nella Chiesa c'è spazio per tutti
A Lisbona, nel grande parco al cuore della capitale, la cerimonia di accoglienza a Francesco che apre ufficialmente la Giornata Mondiale della Gioventù 2023. Due le sollecitazioni del Papa ai giovani arrivati da tutto il mondo: sperimentare in questi giorni la gioia della reciproca accoglienza e aprirsi al colloquio con il Signore per essere testimoni della sua vicinanza. Poi la raccomandazione: attenti ai "lupi" nascosti "dietro sorrisi di falsa bontà" e attenti alle "illusioni del virtuale"
“Queridos jovens, boa tarde! Cari giovani, buonasera! Benvenuti e grazie di essere qui, sono felice di vedervi! Sono felice di ascoltare il simpatico chiasso che fate e di farmi contagiare dalla vostra gioia". Papa Francesco parla al cuore di ogni ragazza e ragazzo arrivati a Lisbona per la Giornata mondiale della gioventù. Li incontra mentre si fa sera al Parque Eduardo VII, l’ampia area verde situata al centro della città. Circa 500 mila i presenti. Dopo l'indirizzo di saluto del patriarca di Lisbona, il cardinale Manuel José Macário do Nascimento Clemente, sono loro i protagonisti della prima parte di questo momento con musiche, canti e coreografie, consegnando simbolicamente a Francesco lettere con le loro tante domande sulla vita, sulla fede e sull'appartenenza alla Chiesa, sventolando le bandiere di tutti i Paesi del mondo da cui provengono, portando sul palco i simboli della Gmg: la Croce del Pellegrino e l'icona della Madonna Salus Populi Romani.
I giovani sventolano le bandiere del mondo
È il Signore che vi ha chiamati per nome
Grande l'attesa per le parole del Papa che seguono la lettura del Vangelo in cui Gesù invia i suoi discepoli a portare a tutti l'annuncio del Regno. Francesco ringrazia i giovani per aver accolto l’invito a partecipare e sottolinea che prima di tutto è Gesù che li ha chiamati ad essere qui. Afferma:
Voi non siete qui per caso. Il Signore vi ha chiamati, non solo in questi giorni, ma dall’inizio dei vostri giorni. Sì, Lui vi ha chiamati per nome. Abbiamo ascoltato dalla Parola di Dio che ci ha chiamati per nome. Provate a immaginare queste tre parole scritte a grandi lettere; e poi pensate che stanno scritte dentro di voi, nei vostri cuori, come a formare il titolo della vostra vita, il senso di quello che sei: tu sei chiamato per nome.
L'amore di Dio è il punto di partenza della vita
Siamo chiamati perché siamo amati, prosegue Francesco, per Dio ogni persona è preziosa così com'è e di ciascuna Egli vuol fare un capolavoro. La Gmg può aiutarci a riconoscere questa realtà, osserva il Papa, e a ciascun giovane augura:
Siano giorni in cui il tuo nome, il tuo nome, il tuo nome, il tuo nome attraverso fratelli e sorelle di tante lingue e nazioni – vediamo tante bandiere – che lo pronunciano con amicizia, risuoni come una notizia unica nella storia, perché unico è il palpito di Dio per te. Siano giorni in cui fissare nel cuore che siamo amati così come siamo, non come vorremmo essere: come siamo adesso. Questo è il punto di partenza della GMG, ma soprattutto della vita.
I giovani portano la Croce della Gmg
Per Gesù ogni persona è preziosa
Papa Francesco osserva che per Dio dietro ogni nome c’è un volto ma che non sempre è così nella società. I social, ad esempio, si servono dei nostri dati personali non per interpellare “l’unicità” di ciascuno ma la sua “utilità per le indagini di mercato”. Parla di lupi nascosti dietro falsi sorrisi che ingannano e poi lasciano soli. E avverte:
Queste sono le illusioni del virtuale e dobbiamo stare attenti a non lasciarci ingannare, perché tante realtà che ci attirano e promettono felicità poi si mostrano per quello che sono: cose vane, bolle di sapone, cose superflue,cose che non servono e che lasciano il vuoto dentro. Vi dico una cosa: Gesù non è così, non è così: Lui ha fiducia in te, ha fiducia in ciascuno di voi, in ciascuno di noi perchè per Gesù ciascuno di noi è importante, ciascuno di voi è importante. Questo è Gesù.
Nella Chiesa c'è spazio per tutti
Non deve essere così nella Chiesa, comunità non dei migliori ma dei chiamati, sottolinea il Papa, tutti fratelli e sorelle perché figli dello stesso Padre, dove ognuno deve essere accolto.
Amici, vorrei essere chiaro con voi, che siete allergici alle falsità e alle parole vuote: nella Chiesa c’è spazio per tutti – per tutti! – nessuno è inutile, nessuno è superfluo, c’è spazio per tutti. Così come siamo, tutti. E questo Gesù lo dice chiaramente quando invia gli apostoli a invitare al banchetto di quell’uomo che lo aveva preparato, disse: “Andate e portate tutti, giovani e vecchi, sani e malati, giusti e peccatori: tutti, tutti, tutti”. E la Chiesa è il posto per tutti. “Padre, però io sono un disgraziato, sono una disgraziata: c’è posto per me?”: c’è posto per tutti, tutti insieme, ciascuno con la sua lingua. Ciascuno nella sua lingua ripeta con me: “Tutti, tutti, tutti”.
Ciascuno di voi, è l'invito del Papa, trasmetta in questi giorni "il linguaggio d'amore di Gesù".
L'amore di Dio ci sorprende sempre
I giovani hanno rivolto a Papa Francesco tante domande questa sera e questo, afferma il Papa, è positivo perché mostra l’inquietudine dell’anima. Ciascuno ha dentro le proprie inquietudini, afferma, e proseguendo tutto a braccio il Papa osserva come queste inquietudini "le portiamo con noi anche quando preghiamo davanti a Dio" e le nostre domande "con la vita diventano risposte che dobbiamo soltanto aspettare". L'amore di Dio è sempre una sorpresa.
Cari ragazzi e ragazze, vi invito a pensare a questa cosa tanto bella: che Dio ci ama, Dio ci ama come siamo, non come vorremmo essere o come la società vorrebbe che fossimo: come siamo. Ci ama con i difetti che abbiamo, con le limitazioni che abbiamo e con la voglia che abbiamo di andare avanti nella vita. Dio ci chiama così: abbiate fiducia perché Dio è padre, ed è un padre che ci ama, un padre che ci vuole bene. Questo non è molto facile, e per questo abbiamo un grande aiuto nella Madre del Signore: è anche nostra Madre. Lei è nostra Madre. Solo questo volevo dirvi: non abbiate paura, abbiate coraggio, andate avanti sapendo che siamo protetti dall’amore di Dio. Dio ci ama: diciamolo insieme, tutti: Dio ci ama. Più forte, che non sento! Grazie!
Il patriarca di Lisbona saluta Papa Francesco
Il saluto del patriarca di Lisbona al Papa
Parole cariche di gratitudine avevano accolto l'arrivo del Papa al Parque Eduardo VII. "Abbiamo tanto bisogno di ringiovanire con la sua presenza e la sua parola in questi giorni, affinché risplenda ancora di più, qui e nel mondo intero, la bellezza del Vangelo in questi tempi segnati da parecchi ostacoli per uno sviluppo integrale e pacifico dei popoli e tra i popoli", aveva affermato il cardinale Manuel José Macário do Nascimento Clemente, patriarca di Lisbona. E se non mancano gli ostacoli, aveva sottolineato, non manca neppure la volontà di superarli e ne è dimostrazione la presenza alla Gmg di tanti giovani da tutto il mondo. Sono certo, aveva proseguito, che questi giorni saranno una risposta" al suo costante appello per un mondo più solidale e fraterno". Infine il porporato aveva dato il benvenuto ai giovani "pellegrini di questa Giornata". Vi ha portati qui, aveva osservato, lo stesso desiderio di incontro e di condivisione che vi spinge verso un futuro più fraterno fra tutti i popoli. "E questi giorni - concludeva - segnano già l’inizio di tale futuro che volete costruire".
(fonte: Vatican News, articolo di Adriana Masotti 03/08/2023)
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DISCORSO DEL SANTO PADRE
Cari giovani, buonasera!
Benvenuti! Benvenuti e grazie di essere qui, sono felice di vedervi! Sono felice di ascoltare il simpatico chiasso che fate e di farmi contagiare dalla vostra gioia. È bello essere insieme a Lisbona: siete stati chiamati qui da me, dal Patriarca, che ringrazio per le sue parole, dai vostri Vescovi, sacerdoti, catechisti e animatori. Ringraziamo tutti coloro che vi hanno chiamato e tutti quelli che hanno lavorato per rendere possibile questo incontro, e lo facciamo con un forte applauso! Però è soprattutto Gesù che vi ha chiamati: ringraziamo Gesù con un altro forte applauso!
Voi non siete qui per caso. Il Signore vi ha chiamati, non solo in questi giorni, ma dall’inizio dei vostri giorni. Tutti ci ha chiamati fin dall’inizio della nostra vita. Sì, Lui vi ha chiamati per nome: abbiamo ascoltato dalla Parola di Dio che ci ha chiamati per nome. Provate a immaginare queste tre parole scritte a grandi lettere; e poi pensate che stanno scritte dentro ciascuno di voi, nei vostri cuori, come a formare il titolo della vostra vita, il senso di quello che sei: tu sei chiamato per nome, tu, tu, tu, tutti noi che siamo qui, io, tutti siamo stati chiamati con il nostro nome. Non siamo stati chiamati automaticamente, siamo stati chiamati per nome. Pensiamo a questo: Gesù mi ha chiamato con il mio nome. Sono parole scritte nel cuore. E poi pensiamo che sono scritte dentro ciascuno di noi, nei nostri cuori, e formano una specie di titolo della tua vita, il senso di quello che siamo, il senso di quello che siete: sei stato chiamato per nome, sei stato chiamato per nome, sei stato chiamato per nome! Nessuno di noi è cristiano per caso: tutti siamo stati chiamati per nome. Al principio della trama della vita, prima dei talenti che abbiamo, delle ombre e delle ferite che portiamo dentro, siamo stati chiamati. Siamo stati chiamati, perché? Perché siamo amati. Siamo stati chiamati perché siamo amati. È bello! Agli occhi di Dio siamo figli preziosi, che Egli ogni giorno chiama per abbracciare e incoraggiare; per fare di ciascuno di noi un capolavoro unico e originale; ognuno di noi è unico, è originale, e la bellezza di tutto questo non la possiamo intravedere.
Cari giovani, in questa Giornata Mondiale della Gioventù, aiutiamoci vicendevolmente a riconoscere questa realtà: siano questi giorni echi vibranti di questa chiamata d’amore di Dio, perché siamo preziosi agli occhi di Dio, nonostante quello che a volte vedono i nostri occhi; a volte i nostri occhi sono annebbiati dalle negatività e abbagliati da tante distrazioni. Che questi siano giorni in cui il mio nome, il tuo nome, il tuo nome attraverso fratelli e sorelle di tante lingue e nazioni – vediamo tante bandiere! – che lo pronunciano con amicizia, risuoni come una notizia unica nella storia, perché unico è il palpito di Dio per te. Siano giorni in cui fissare nel cuore che siamo amati così come siamo, non come vorremmo essere: come siamo adesso. Questo è il punto di partenza della GMG, ma soprattutto il punto di partenza della vita. Ragazzi e ragazze: siamo amati come siamo, senza trucco! Capito, questo?
Siamo chiamati per nome, ciascuno di noi. Non è un modo di dire, è Parola di Dio (cfr Is 43,1; 2 Tm 1,9). Amico, amica, se Dio ti chiama per nome significa che per Dio nessuno di noi è un numero. È un volto, è una faccia, è un cuore. Vorrei che ognuno di voi noti una cosa: tanti, oggi, sanno il tuo nome, ma non ti chiamano per nome. Il tuo nome infatti è noto, appare sui social, viene elaborato da algoritmi che gli associano gusti e preferenze. Tutto questo però non interpella la tua unicità, ma la tua utilità per le indagini di mercato. Quanti lupi si nascondono dietro sorrisi di falsa bontà, dicendo di conoscere chi sei ma non volendoti bene, insinuando di credere in te e promettendoti che diventerai qualcuno, per poi lasciarti solo quando non interessi più. Queste sono le illusioni del virtuale e dobbiamo stare attenti a non lasciarci ingannare, perché tante realtà che oggi ci attirano e promettono felicità poi si mostrano poi per quello che sono: cose vane, bolle di sapone, cose superflue, cose che non servono e che ci lasciano il vuoto dentro. Vi dico una cosa: Gesù non è così, non è così! Lui ha fiducia in te, ha fiducia in ciascuno di voi, in ciascuno di noi perché per Gesù ciascuno di noi è importante, ciascuno di voi è importante. Questo è Gesù.
E allora noi, sua Chiesa, siamo la comunità di quelli che sono chiamati: non siamo la comunità dei migliori, no, siamo tutti peccatori, ma siamo chiamati, così come siamo. Pensiamo un poco a questo, nel nostro cuore: siamo chiamati così come siamo, con i problemi che abbiamo, con le limitazioni che abbiamo, con la nostra gioia travolgente, con il nostro desiderio di essere migliori, con il nostro desiderio di vincere. Siamo chiamati così come siamo. Pensate a questo. Gesù mi chiama così come sono, non come mi piacerebbe essere. Siamo la comunità dei fratelli e delle sorelle di Gesù, figli e figlie dello stesso Padre.
Amici, vorrei essere chiaro con voi, che siete allergici alle falsità e alle parole vuote: nella Chiesa c’è spazio per tutti, per tutti! Nessuno è inutile, nessuno è superfluo, c’è spazio per tutti. Così come siamo, tutti. E questo Gesù lo dice chiaramente quando manda gli apostoli a invitare al banchetto di quell’uomo che lo aveva preparato, dice: “Andate e portate tutti, giovani e vecchi, sani e malati, giusti e peccatori: tutti, tutti, tutti”. Nella Chiesa c’è posto per tutti. “Padre, ma io sono un disgraziato…, sono una disgraziata, c’è posto per me?”. C’è posto per tutti! Tutti insieme, ognuno nella sua lingua, ripeta con me: “Tutti, tutti, tutti!”. [ripetono] Non si sente, ancora! “Tutti, tutti, tutti!”. E questa è la Chiesa, la Madre di tutti. C’è posto per tutti. Il Signore non punta il dito, ma apre le sue braccia. Questo ci fa pensare: il Signore non sa fare questo [puntare il dito], ma sa fare questo [abbracciare], ci abbraccia tutti. Ce lo mostra Gesù in croce, che tanto ha aperto le sue braccia da essere crocifisso e morire per noi. Gesù non chiude mai la porta, mai, ma ti invita a entrare: “entra e vedi”. Gesù ti riceve, Gesù accoglie. In questi giorni ciascuno di noi trasmetta il linguaggio d’amore di Gesù: “Dio ti ama, Dio ti chiama”. Che bello che è questo! Dio mi ama, Dio mi chiama, vuole che io sia vicino a Lui.
Voi stasera mi avete fatto anche delle domande, tante domande. Non stancatevi mai di fare domande! Fare domande è giusto, anzi spesso è meglio che dare risposte, perché chi domanda resta “inquieto” e l’inquietudine è il miglior rimedio all’abitudine, a quella normalità piatta che anestetizza l’anima. Ciascuno di noi ha dentro di sé le proprie inquietudini. Portiamo con noi queste inquietudini e portiamole nel dialogo tra di noi, portiamole con noi quando preghiamo davanti a Dio. Queste domande che con la vita diventano risposte, dobbiamo soltanto aspettarle. C’è una cosa molto interessante: Dio ama per sorpresa, non è programmato. L’amore di Dio è sorpresa. Sempre sorprende, sempre ci tiene svegli e ci sorprende.
Cari ragazzi e ragazze, vi invito a pensare a questa cosa tanto bella: che Dio ci ama, Dio ci ama come siamo, non come vorremmo essere o come la società vorrebbe che fossimo: come siamo. Ci ama con i difetti che abbiamo, con le limitazioni che abbiamo e con la voglia che abbiamo di andare avanti nella vita. Dio ci chiama così. Abbiate fiducia perché Dio è Padre, ed è un Padre che ci ama, un Padre che ci vuole bene. Questo non è molto facile, e per questo abbiamo un grande aiuto nella Madre del Signore, che è anche nostra Madre. Lei è nostra Madre. Solo questo volevo dirvi. Non abbiate paura, abbiate coraggio, andate avanti, sapendo che siamo protetti dall’amore di Dio. Dio ci ama. Diciamolo insieme, tutti: “Dio ci ama”. Più forte, che non sento! [ripetono] Non si sente qui… [ripetono] Grazie!
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