"Un cuore che ascolta - lev shomea"
"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Dopo essersi manifestato a Maria di Magdala, il Risorto si rende presente in mezzo ai suoi che sono barricati nel cenacolo per paura delle autorità religiose. «Del cenacolo ne hanno fatto una tomba. Mentre il sepolcro è aperto e vuoto, il luogo dove i discepoli sono riuniti è sprangato e odora di morte come il loro cuore». Il Vivente, però, irrompe vincitore nonostante le nostre chiusure, la nostra morte, e ci mostra le sue mani e il suo costato, segni visibili del suo grande amore per noi, dalle cui ferite scaturisce, come torrente perenne, la nostra salvezza (cfr. Is 53,5). E perché anche noi possiamo vivere da risorti, ci fa dono del suo Shalom dandoci la vita col suo Soffio Santo. Lo Spirito che un tempo si posò e dimorò sull'Agnello di Dio (1,32-33), adesso viene effuso anche su di noi, perché possiamo continuare l'opera da lui iniziata. E' la nuova Pentecoste, è la nascita della nuova comunità: la Chiesa. Ma è una comunità incompleta, orfana di Giuda, il figlio della perdizione, e ora anche di Tommaso-Didimo, gemello della nostra incredulità. Fuori dal gruppo dei discepoli che hanno contemplato il Volto del Risorto e ricevuto il suo Spirito, Tommaso si rifiuta di credere alla testimonianza dei suoi amici e pretende di vedere e toccare. L'occasione gli verrà concessa solo «otto giorni dopo», quando anche lui sarà presente, nel giorno in cui la Comunità si riunisce per fare memoria del Signore Risorto. Come Tommaso, anche noi oggi siamo chiamati a credere senza vedere e senza toccare. E' all'interno della Comunità che noi facciamo esperienza del Crocifisso Risorto: nell'ascolto della Sua Parola che illumina e vivifica; nell'Eucaristia, Pane di vita eterna, nutrimento indispensabile per il nostro cammino di fede; nella Carne sofferente dei poveri che Gesù ci ha comandato di servire e amare, Sacramento vivente e Santo della Sua presenza nel mondo, davanti alle cui piaghe siamo ogni giorno chiamati ad esclamare: «Signore mio e Dio mio».
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino
II Domenica di Pasqua o della Divina Misericordia (ANNO A)
Vangelo: