LETTERA DI PASQUA 2023
Don Mimmo Battaglia
scrive alla Chiesa di Napoli
in occasione della Santa Pasqua
“Se in questa Pasqua potessi scegliere di non essere io a parlare, se potessi sottrarmi al gioioso dovere di predicare e avessi l’opportunità di stare zitto e ascoltare l’annuncio pasquale nel silenzio del cuore, mi recherei in una chiesa di periferia, magari non di pietra, forse a cielo aperto, cercando un pulpito da cui a parlare siano i poveri. I poveri sopravvissuti di Cutro, che hanno visto morire i loro compagni, i cui corpi ritrovati in acqua sono l’icona delle braccia spalancate del Crocifisso. I poveri e i sofferenti a causa della guerra in Ucraina come in ogni luogo in cui il sangue di Abele continua ad essere versato. I poveri con i cuori spezzati da mille dolori, come quelli della morte di un familiare per mano violenta, del posto di lavoro perso a causa di un’economia che non guarda i volti ma solo i numeri, come quelli della solitudine di tanti anziani abbandonati a sé stessi. La loro carne insieme a quella di tutti i poveri della terra è il sepolcro vuoto del Dio risorto, il luogo della presenza nella nostra storia, il pulpito da cui ci parla donandoci annunci di resurrezione, possibilità di ricominciamenti, germogli di antiche e nuove speranze.
Sarà questa la Pasqua in cui la riflessione delle nostre comunità riuscirà a scoprire che i passi della giustizia e della pace sono le stimmate del Risorto?
Sarà questo il tempo in cui comprenderemo che dove il povero comincia a vivere, dove il povero comincia a liberarsi, dove gli uomini e le donne sono
capaci di sedersi attorno ad una tavola comune per condividere ciò che sono e ciò che hanno, lì Dio è presente?
Sarà questa la Pasqua in cui risorti con il Risorto faremo nostra sul serio e fino in fondo la causa della pace e della giustizia fidandoci in fondo della parola del Vangelo?
Tutto questo sarà possibile nella misura in cui andremo oltre le nostre paure, oltre perfino la paura di morire, imparando ogni giorno a giocare e a rischiare la vita fidandoci di un Amore immenso, divino, capace di far tornare sui propri passi anche la morte. Si, perché qualunque sia la notte che viviamo non sarà la fine. Il Signore è Risorto e con Lui la storia ricomincia sempre, ogni giorno, ogni attimo.
Per sempre. La pietra sul sepolcro, infatti, non avrebbe dovuto custodire solo il corpo di Gesù, ma anche e soprattutto il suo sogno, la sua ostinata volontà di inseguire l’impossibile. Allo stesso modo, dal sepolcro non si è alzato solo il corpo di Gesù, ma anche il suo sogno.
Che questa Pasqua sia per tutti, iniziando dai poveri e dagli ultimi, la festa dei macigni rotolati via dall’imboccatura del cuore e il vento della resurrezione soffi sulla storia del mondo contagiando ogni luogo di morte, trasformandolo in culla di vita nuova, di vita vera.
Ti auguro una Pasqua in cui tu possa chinarti sulle stimmate della storia e ritrovare il senso del tuo impegno, il significato del tuo cammino!
Ti auguro una Pasqua in cui, accogliendo con compassione i tuoi dolori, le prove e le ferite della vita, tu possa andare oltre,
scoprirti risorto con il Risorto, collaboratore della resurrezione del mondo.”