Benvenuto a chiunque è alla "ricerca di senso nel quotidiano"



martedì 27 aprile 2021

Addio a Nadia, missionaria laica italiana uccisa a colpi di machete in Perù. Presenza limpida, operosa, instancabile tra i più poveri, che ci ricorda quanto sia delicato il lavoro dei tanti missionari nel mondo.

Addio a Nadia, missionaria laica italiana 
uccisa a colpi di machete in Perù. Presenza limpida, operosa, instancabile tra i più poveri, che ci ricorda quanto sia delicato il lavoro dei tanti missionari nel mondo.


NADIA, UNA VITA DEDICATA AL SERVIZIO DEGLI ALTRI

Era in Perù dal 1995, faceva parte, come missionaria laica, del movimento Operazione Mato grosso.Lavorava in una baraccopoli a due ore da Lima. Era stata trovata ferita gravemente in casa forse da colpi di machete il 20 aprile. Oggi la notizia della sua morte.


Aveva 50 anni Nadia De Munari, dal 1995 era impegnata in Perù con il movimento Operazione Mato Grosso, che opera a favore dei più poveri in America Latina. Era una missionaria laica, originaria di Giavenale, quartiere di Schio (Vicenza). Nella notte del 20 aprile aveva subito una feroce aggressione, le colleghe non vedendola arrivare a colazione si sono preoccupate e l'hanno trovata gravemente ferita, colpi di machete probabilmente, forse aggredita mentre dormiva. Era ferita ma viva. La corsa all'ospedale prima locale e poi di Lima e gli interventi, pure se tecnicamente riusciti, non sono bastati a salvarla. Nadia non ce l’ha fatta: il suo cuore si è fermato. Nadia, era maestra, si era formata dalle Canossiane a Schio, la sua città - dove tornava quando veniva in Italia - gestiva scuole primarie e d'infanzia presso la casa Mamma mia, nella baraccopoli a Nuevo Chimbote, sulla costa centro-settentrionale del Perù, dove aiutava alcune ragazze che si dovevano formare come insegnanti di scuola primaria. Ma la baraccopoli è un posto poverissimo e sregolato. Nadia portava anche aiuti nelle case, ma a quel che si sa era molto amata. L'ipotesi prevalente è che si sia trattato di una rapina finita male, ma è un'ipotesi che non convince la famiglia. “La mamma di Nadia – ha riferito don Gaetano Santagiuliano, parroco di Schio all'agenzia AdnKronos – ha detto che la figlia è una martire. Parole che non potrebbero essere più vere perché Nadia ha donato la sua vita, ci ha messo il sangue”. Il paese vicentino ovviamente “è sotto choc. "Nadia tornava a casa ogni due o tre anni", ha riferito il parroco, ed era entusiasta, orgogliosa del servizio che svolgeva“.

****************

Omicidio De Munari, il vescovo di Huari: “Era limpida e instancabile”


In questi giorni, dopo la notizia della morte della volontaria vicentina Nadia De Munari, sono intercorsi stretti e continui contatti tra la diocesi di Vicenza e la diocesi di Huari (Perù), in modo particolare nel corso della giornata di lunedì 26 aprile, in uno scambio di notizie e solidarietà. Lo comunica la Diocesi di Vicenza.

I vescovi di Vicenza, Beniamino Pizziol, e di Huari, Giorgio Barbetta hanno espresso tutto il loro dolore per la morte della volontaria scledense dell’Operazione Mato Grosso a Nuevo Chimbote. L’aggressione di cui è stata vittima è avvenuta lo scorso 20 aprile. Le sue condizioni sono apparse da subito gravi, ma è stata sottoposta ad un delicato intervento alla testa con la speranza di poterla salvare.
La morte di Nadia De Munari – dichiara il vescovo Beniamino Pizziol – avvenuta lo scorso 24 aprile ci lascia sgomenti e ci ricorda quanto sia delicato il lavoro dei tanti missionari nel mondo. Esprimo ancora a nome personale e della diocesi di Vicenza la mia vicinanza alla famiglia, che ho sentito telefonicamente, e continua il ricordo nella preghiera per tutti loro. Esprimo anche il mio cordoglio ai volontari dell’O.M.G. e alla chiesa peruviana, che hanno perso una persona stimata e benvoluta da tutti. Invito tutti a intensificare la preghiera in questi giorni difficili, invocando il dono della consolazione dal Signore”. “Nadia era una presenza limpida, operosa, instancabile tra la gente di Nuovo Chimbote”, la ricorda così monsignor Giorgio Barbetta, vescovo di Huari e membro dell’O.M.G., che continua: “La sua morte è arrivata come un fulmine a ciel sereno che ha scosso me e tutti coloro che la conoscevano. Le tante notizie che stanno circolando stanno creando anche un certo disorientamento in tutti noi. Penso che sia importante attendere la conclusione delle indagini della polizia peruviana. Nel frattempo, ciascuno sta cercando di fare la propria parte con onestà e preghiera”.