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sabato 6 marzo 2021

IL BRAVO MARINAIO - Non venderti in cambio di cose, non sprecare il tuo cuore riducendo i suoi sogni a oro e argento. - Commento al Vangelo - III Domenica di Quaresima (B) a cura di P. Ermes Ronchi

IL BRAVO MARINAIO
 

Non venderti in cambio di cose, non sprecare il tuo cuore riducendo i suoi sogni a oro e argento.
 

I commenti di p. Ermes al Vangelo della domenica sono due:
  • il primo per gli amici dei social
  • il secondo pubblicato su Avvenire
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. […] Gv 2, 13-25


per i social

Non venderti in cambio di cose, non sprecare il tuo cuore riducendo i suoi sogni a oro e argento.

IL BRAVO MARINAIO

A volte nel Vangelo troviamo Gesù al tempio, ma molto più spesso egli frequenta case, campi, lago, villaggi e polvere, tutta la polvere delle strade di Palestina. A dire che Dio ci raggiunge nella vita, che noi siamo tempio suo, fragile, bellissimo e infinito.
Ma oggi il Maestro compie un gesto estremo, spiazzante: prende una frusta, la brandisce e invade l’atrio del tempio come un torrente in piena travolgendo uomini, animali, tavoli e monete.

Getta a terra il Dio denaro, l’idolo mammona, vessillo innalzato nel tempio e in ogni cosa, come un re sul trono.
L’eterno vitello d’oro è rovesciato a terra, smascherata la sua illusione.
Gesù sovverte quel sistema millenario, si conclude così il tempo del sangue per lodare Dio. Come avevano gridato invano i profeti: io non bevo il sangue degli agnelli e non mangio la loro carne; misericordia io voglio! Non sacrifici (Os 6,6).
Il sacrificio di Dio per l’uomo prende il posto dei tanti sacrifici dell’uomo a Dio. Probabilmente già un’ora dopo i mercanti, recuperate le bestie, avevano ripreso possesso delle loro postazioni. Il denaro scorreva di nuovo di mano in mano, necessario e giustificato: «è per la devozione, è per le elemosine»!
Non fare mercato con Dio! La compravendita di favori, dove tu gli dai una messa, un’offerta, una candela, purché lui dia qualcosa a te ci rende dei cambiamonete, e Gesù rovescerà il nostro tavolo. Dio non si compra. Nemmeno a prezzo della moneta più pura. Lui è di tutti, e noi siamo salvi perché lo accogliamo. Semplice.
Casa di Dio è l’uomo: non fare mercato della vita! Non fare mercato del cuore! Non fare mercato di te stesso, vendendo la tua dignità per briciole di potere, per un po’ di profitto o di carriera.
Non immiserirti sulle banali leggi del tornaconto e dell’opportunismo. Non venderti in cambio di cose, non sacrificare la tua famiglia sull’altare di mammona, non sprecare il tuo cuore riducendo i suoi sogni a oro e argento.
La triste evidenza che oggi determina il bene e il male, la nuova etica secondo il mondo è questa: più denaro è bene e meno denaro è male. Sotto la sua mannaia stolta passano le scelte, politiche o individuali. Leggi sbagliate stanno dentro la vita come le pecore e i buoi dentro il tempio di Gerusalemme: la sporcano, la profanano. Fuori devono stare!
Fuori dal tempio di Dio, che siamo noi. Profanare l’uomo è il peggior sacrilegio che si possa commettere, soprattutto se debole, se bambino, il Suo tempio più santo.
Dare e avere, vendere e comprare; bilancia mediocre che offende l’amore. “Se uno desse tutte le ricchezze della casa in cambio dell’amore, non ne avrebbe che dispregio (Ct 8, 6-7)”.
L’amore non si compra, non si mendica, non si impone, non si finge.

Non si può manovrare, è lui che invece ci trascina verso la rotta del cielo, da bravo marinaio, esperto d’infinito.

per Avvenire

L’episodio della cacciata dei mercanti nel tempio (…)