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venerdì 19 marzo 2021

LITURGIA DOMESTICA - V DOMENICA DI QUARESIMA (B) Con Gesù, anche noi esistenza fatta “chicco di grano” - Fraternità Carmelitana di Barcellona Pozzo di Gotto

LITURGIA DOMESTICA

V DOMENICA DI QUARESIMA (B)


Con Gesù,
anche noi esistenza fatta “chicco di grano”


Fraternità Carmelitana 
di Barcellona Pozzo di Gotto
a cura di fr. Egidio Palumbo





Preparare in casa
 l’“angolo della preghiera”


    Entriamo nel tempo liturgico della Quaresima, cammino di fede verso la Pasqua del Signore, itinerario spirituale dove riscopriamo la fecondità del nostro battesimo, l’essenzialità della vita, i valori che veramente contano per la nostra esistenza e la lotta che siamo chiamati a sostenere contro noi stessi e contro tutte le forme di idolatria presenti nel nostro mondo che ci distolgono da un cammino autentico di crescita umana e cristiana.

     Anche nel tempo di Quaresima diventa importante perseverare nella preghiera in famiglia, facendo della preghiera un ascolto dialogico con Dio e con la sua Parola. Lo sappiamo: non esiste solo la chiesa parrocchiale o la chiesa santuario per pregare. Per i cristiani ognuno – a motivo del battesimo e della cresima – è sacerdote in Cristo e quindi chiamato a pregare per sé e per gli altri, e ogni famiglia cristiana è chiamata per vocazione ad essere chiesa domestica.

    Per cui ogni famiglia può approntare in casa l’“angolo della preghiera”, quello che i nostri fratelli cristiani della chiesa orientale chiamano “l’angolo della bellezza”.

     In un luogo della casa, su un tavolo o su un mobile o su una mensola si possono collocare una icona del Cristo, una lampada (da accendere per la preghiera), una Bibbia aperta e un fiore. Ecco l’angolo bello, l’angolo da cui, attraverso l’icona, lo sguardo di Dio veglia sulla famiglia. Non siamo noi a guardare l’icona, ma è l’icona a guardare noi e ad aprirci alla realtà del mondo di Dio.

   Per il tempo di Quaresima l’“angolo della preghiera” possiamo mettere in maggiore evidenza la Bibbia, il libro che contiene la Parola di Dio, e un cero che ci richiama il cero pasquale, simbolo di Cristo Luce del mondo, che illumina il cammino della nostra vita.

    In questo angolo la famiglia si riunisce per pregare in un’ora del giorno compatibile con i ritmi di lavoro.

     Si può pregare seguendo varie modalità:

    - Prima modalità. Leggere il brano del vangelo della liturgia del giorno, breve pausa di silenzio, poi recitare con calma il salmo responsoriale corrispondente e concludere con la preghiera del Padre Nostro, la preghiera dei figli di Dio e dei fratelli in Cristo Gesù (per le indicazioni del vangelo e del salmo del giorno utilizzare il calendarietto liturgico).

     - Seconda modalità. Per chi sa utilizzare il libro della Liturgia delle Ore, alle Lodi e ai Vespri invece della lettura breve, leggere il vangelo del giorno alle Lodi e la prima lettura del giorno ai Vespri.

    - Terza modalità. Si può utilizzare un libretto ben fatto, acquistabile nelle librerie che vendono oggetti religiosi. Si intitola “Amen. La Parola che salva” delle edizioni San Paolo, costa € 3,90 ed esce ogni mese.

     Di ogni mese contiene: la preghiera delle Lodi del mattino, le letture bibliche della celebrazione eucaristica dei giorni feriali e della domenica con una breve riflessione, la preghiera dei Vespri della sera, la preghiera di Compieta prima del riposo notturno e altre preghiere.

       Scrive papa Francesco in Amoris Laetitia al n. 318, dando altri suggerimenti per la preghiera:

     «Si possono trovare alcuni minuti al giorno per stare uniti davanti al Signore vivo, dirgli le cose che preoccupano, pregare per i bisogni famigliari, pregare per qualcuno che sta passando un momento difficile, chiedergli aiuto per amare, rendergli grazie per la vita e le cose buone, chiedere alla Vergine di proteggerci con il suo manto di madre. Con parole semplici questo momento di preghiera può fare tantissimo bene alla famiglia».

      Sì, la preghiera in famiglia rafforza la nostra fede in Cristo Gesù e rende saldo il vincolo d’amore tra marito e moglie, tra i genitori e i figli, tra la famiglia e il territorio in cui abita e il mondo intero.

       In questa proposta di Liturgia Domestica seguiamo la prima modalità.


Quinta Domenica di Quaresima – B

Con Gesù,

anche noi esistenza fatta “chicco di grano”



I. Apertura della Liturgia domestica

Solista: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Tutti: Amen.

(Accensione del cero)

Solista: Sii benedetto, o Padre, che fai germogliare il deserto della nostra vita.

Tutti: ETERNO E' IL TUO AMORE PER NOI!

Solista: Sii benedetto, o Gesù Figlio di Dio, che non ci lasci soli nel cammino della vita.

Tutti: ETERNO E' IL TUO AMORE PER NOI!

Solista: Sii benedetto, o Spirito Santo, che ci orienti e sostieni nella scelte della vita.

Tutti: ETERNO E' IL TUO AMORE PER NOI! 



Solista: Pietà e misericordia, o Dio,
   pietà e misericordia di me:
   secondo il tuo infinito amore.
   la mia colpa cancella, Signore. […]
   Crea in me un cuore mondo, o Dio,
   rinnova in me uno spirito forte. […]


Tutti: Ridammi gioia di essere salvo,
          mi regga ancora un animo grande. […]
          Mio Signore, apri tu le mie labbra,
          potrò annunziare così la tua lode.
              (dal Salmo 51, trad. poetica di Davide Turoldo)



II. Ascolto orante del vangelo di Giovanni (12,20-33)

     Apriamo il vangelo di Giovanni al cap. 12. Facciamo una breve pausa di silenzio, e poi chiediamo allo Spirito Santo che ci apra alla comprensione di questo scritto che contiene la Parola di Dio per noi oggi.

Tutti: Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.


Leggiamo attentamente e con calma la pagina di Giovanni, cap. 12, dal verso 20 fino al verso 33.

[Riportiamo di seguito il testo del vangelo, ma sarebbe meglio leggerlo direttamente dalla Bibbia – che ognuno dovrebbe avere in casa – per un contatto diretto con essa]




Dopo la lettura del vangelo, recitare insieme:

Protèsi alla gioia pasquale,
sulle orme di Cristo Signore,
seguiamo l’austero cammino
della santa Quaresima.
La legge e i profeti annunziarono
dei quaranta giorni il mistero.
Gesù consacrò nel deserto
questo tempo di grazia. […]

Sia parca e frugale la mensa,
sia sobria la lingua e il cuore.
Fratelli, è tempo di ascoltare
la voce dello Spirito.
              (dalla Liturgia)


1. Meditiamo la pagina evangelica. Ecco alcuni spunti.

    La quinta tappa dell’itinerario quaresimale concentra la nostra attenzione su Gesù, chicco di grano che, caduto in terra, marcisce, muore e porta molto frutto. La pagina evangelica (Giovanni 12,20-33) segue l’ingresso solenne di Gesù a Gerusalemme (del quale faremo memoria domenica prossima), acclamato dalla folla, che gli dava testimonianza riguardo alla risurrezione di Lazzaro, ma visto con preoccupazione dai farisei, i quali constatano, con una certa amarezza e impotenza, come il mondo va dietro a lui (cf. Giovanni 12,12-19). Tutto sembra un grande trionfo per Gesù. Ma trionfo in che senso?



2. Nei giorni che precedono la festa di Pasqua, vi sono grandi pellegrinaggi al tempio di Gerusalemme; tra questi pellegrini vi sono alcuni greci, pagani convertiti alla fede ebraica, alla Legge di Mosè, che facevano parte dei “timorati di Dio”. Costoro chiedono al discepolo Filippo di «vedere Gesù» (Giovanni 12,21). Filippo lo dice al discepolo Andrea e poi insieme vanno a dirlo a Gesù. In Filippo e Andrea non c’è autoreferenzialità, non si “sostituiscono” a Gesù, non si interpongono tra Gesù e gli altri. Il discepolo, se è veramente tale, non conduce gli altri a se stesso, ma sempre e soltanto a Gesù: così è avvenuto per la chiamata dei primi discepoli (cf. Giovanni 1,35-51), così per la Samaritana (cf. Giovanni 4,28-29.39-42).




      Infatti per l’evangelista Giovanni «vedere Gesù» vuol dire “contemplare in profondità” la persona di Gesù e, nel contempo, credere in Lui, cioè affidarsi e aderire a Lui, alla sua parola e al suo stile di vita. Perciò il vero discepolo – come si diceva – non attira l’attenzione su di sé, ma su Gesù: è Lui che bisogna vedere/contemplare, è a Lui che bisogna affidarsi e aderire.

3. Ma come si mostra Gesù ai Greci, come si mostra a noi? Che cosa di se stesso narra e testimonia a coloro che vogliono vederlo/contemplarlo, a noi che desideriamo vederlo/contemplarlo?

   Dice di se stesso Gesù: io sono come “il chicco di grano caduto in terra, che muore e porta molto frutto” (cf. Giovanni 12,24); e poi: «E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me» (Giovanni 12,32).




     Qui è ricapitolata tutta l’esistenza di Gesù: dal chicco di grano caduto in terra, all’innalzamento da terra:
- egli è come il chicco di grano…: un’esistenza piccola, debole e fragile;

- caduto in terra…: è il suo entrare, il suo immergersi nella vita e nella storia di questo mondo; è la Parola che si è fatta carne, che ha assunto la nostra umanità debole e fragile;

- muore…: per donare la vita a noi, muore a nostro favore, affinché anche noi moriamo con Lui;

- e porta molto frutto: il nostro morire con Lui ci conduce a fare esperienza, già qui in questa terra, della vita che non muore, del Senso autentico e pieno della vita.





Sì, perché per Gesù la sua morte, pur nel dramma di una ingiusta condanna e sofferenza atroce (cf. Giovanni 12,27; vedi la seconda lettura: Ebrei 5,7-9), è salvezza, è innalzamento, è intronizzazione regale che esprime l’Amore appassionato di Dio che attira tutti a sé, che seduce come l’amato attira e seduce l’amata (cf. Giovanni 12,32).

Dio dell’antica e nuova alleanza,
delle molte, ripetute alleanze,
Dio, affamato d’amore,
neppure tu puoi stare da solo
e fare a meno di noi:
tu sei un Dio che ha bisogno dell’uomo,
per svelarti, per donarti, per amare.
Signore, donaci di comprendere
cosa vuol dire essere amati da te,
essere noi il tuo popolo
e tu il nostro Dio! Amen.
           (Davide Turoldo)



È questa l’“Ora” verso la quale si avvia Gesù, l’ “Ora” dell’evento pasquale (e non funerario!) della Croce: «È venuta l’Ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato» (Giovanni 12,23).

Certo non era una pasqua serena,
sopra le guglie volavano corvi:
le folle stavano tutte in attesa,
perfino i greci chiedevano di lui.

 

Ma egli diceva che giunta era l’ora,
di render gloria al Figlio di Dio:
e se qualcuno volesse seguirlo
subito prenda la croce e lo segua.

 

«Perché se il chicco di grano – diceva –
caduto in terra non muore e marcisce
solo rimane né porta alcun frutto:
ma ecco se muore abbonda di spighe».
Poi d’improvviso ancora si chiese:
«ma è questa l’ora per cui son venuto?
O dirò: Padre, da essa mi scampi?
Ecco, glorifica, Padre, il tuo Figlio!».
                         (Davide Turoldo)


Ecco che cosa di Gesù i Greci – e noi con loro – sono/siamo chiamati a contemplare, al fine di aderire a Lui, di servirlo e camminare alla sua sequela (cf. Giovanni 12,26): un’esistenza, fatta chicco di grano che muore e porta frutto, un’esistenza, vissuta in questo modo, che diventa manifestazione della Gloria di Dio (cf. Giovanni 12,,23.28), cioè della Presenza Amante di Dio che incide nella storia e nel cuore degli uomini.






      Certo, affinché il chicco di grano che muore porti frutto in noi ci vuole tempo, il tempo necessario per la sua crescita e maturazione. Ma questo dipende anche da noi, nella misura in cui ci lasciamo rinnovare il cuore dalla sua Parola scritta in noi, per una rinnovata relazione di alleanza sponsale di comunione e di amore con Dio (vedi la prima lettura: Geremia 31,31-34; il Salmo responsoriale: Salmo 51).


Anche tu, Cristo, tentato di tornare indietro,
di sottrarti alla tua missione:
anche tu a chiedere,



nell’imminenza della Notte orrenda,
«che debbo fare? fuggire?».
Tutto si può fare,
ma non fuggire al proprio destino;
solo che tutto si può compiere per amore,
unica soluzione:
è la grazia che ti chiediamo, Signore. Amen.
          (Davide Turoldo)

        Con l’orante del salmo, chiediamo che il Signore ci rinnovi il cuore, che purifichi i nostri pensieri, i nostri progetti, le nostre decisioni e le nostre scelte, affinché siano orientate dalla sua Parola, chicco di grano caduto e seminato nel terreno della nostra vita.


III. Intercessioni
Solista: In risposta alla Parola, che ci è stata proclamata e che abbiamo accolto come Parola che Dio ha rivolto oggi a noi, a Lui con fiducia rivolgiamo le nostre suppliche e le nostre intercessioni, ed insieme diciamo:

       Tutti: SIGNORE, ABBI PIETA' DI NOI

Voce 1: - Purifica, rinnova e santifica, o Dio nostro Padre, il volto della tua Chiesa, che tu hai eletto come strumento di riconciliazione e di fraternità in mezzo ai popoli. Fa’ che sappia mostrare il Volto del tuo Figlio Gesù con la testimonianza di una vita ispirata al suo Vangelo. Preghiamo.

- Sostieni, o Dio nostro Padre, le comunità cristiane che, a motivo dell’odio e dell’intolleranza religiosa, sono costrette a fare esperienza di persecuzione e di morte: il loro sangue versato per la fedeltà al Vangelo diventi per l’umanità seme di una nuova speranza, capace di rinnovare i rapporti tra fedi e culture diverse. Preghiamo.

- Ci ritroviamo a vivere, o Dio nostro Padre, in un mondo sempre più prigioniero di logiche di competizione e di soppressione dell’altro, un mondo dove ogni giorno scorre sangue innocente. Fa’ discendere su questa terra, o Padre, la pace del tuo Figlio Gesù. Preghiamo.

- Ti preghiamo, o Padre, per la purificazione e il rinnovamento delle coscienze di questo nostro Paese. Ci diciamo cristiani, ma di fatto siamo un popolo di furbi e di intriganti. Sostieni e dona luce a quanti scelgono di essere onesti, rispettosi del bene altrui, interessati alla crescita di una vera solidarietà. Preghiamo.

- Ti preghiamo, o Padre, per ognuno di noi, per le nostre necessità, per le difficoltà da superare, ma soprattutto ti preghiamo per una vera conversione del nostro cuore. L’essere commensali alla tavola della Parola e del Corpo del tuo Figlio Gesù ci cambi nel nostro profondo, per essere in mezzo agli altri semente di una vita nuova. Preghiamo,

- Davanti al Volto di Gesù che dona la vita per noi, ricordiamo, o Padre, i nostri parenti e amici defunti e le vittime del coronavirus [pausa di silenzio, e poi riprendere a leggere →]; ricordiamo anche coloro che muoiono perché non hanno la possibilità di curarsi e coloro che muoiono per malasanità. Che a tutti sia concesso di contemplare il Volto del Signore Gesù nell’assemblea dei santi. Preghiamo.

Solista: Come popolo di Dio, chiamato ad essere nel mondo testimone della presenza feconda di Gesù, diciamo insieme:

Tutti: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome.
venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà
come in cielo, così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
e rimetti a noi i nostri debiti,
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.


- Concludere con la Preghiera:
Tutti: Signore Dio onnipotente, da te attendiamo il dono della piena risurrezione. Ascolta le preghiere che ti rivolgiamo in questa Pasqua ormai vicina, e fa’ che viviamo la nostra vita nella prospettiva evangelica del dono sovrabbondante e senza misura. Per Cristo nostro Signore. AMEN.

Solista: Benediciamo il Signore.

Tutti: Rendiamo grazie a Dio.



IV. Proposta di preghiera per il pranzo

Tutti: Signore Dio nostro,
Gesù tuo Figlio
ha conosciuto la fatica del cammino
e si è seduto a tavola con i peccatori.
Venga anche ora fra noi:
ci insegni a glorificarti per questo cibo terreno
e a camminare in fedeltà di cuore
verso la luce della sua Pasqua.
Sii benedetto, o nostro Padre,
per Gesù Cristo nostro Signore. Amen.
   (da Preghiere per una tavola fraterna)