Quel ramoscello nella mano del Pontefice
In quel ramoscello d’olivo che Papa Francesco ha portato con sé a Casa Santa Marta, dopo aver celebrato in basilica la messa della Domenica delle Palme, ci sono le attese e le paure di un’umanità che, tra una guerra mondiale “a pezzi” e la pandemia, sta vivendo un tempo di sofferenze e di morte.
Ma, all’inizio della Settimana santa che porta alla Pasqua di risurrezione, proprio quelle infinitamente piccole foglioline di ulivo, simboli di pace vera, nelle mani del successore di Pietro sono segno di una speranza che non muore. Segno della risurrezione.
Francesco, secondo la radicata tradizione cristiana popolare, ha portato a casa con sé un ramoscello — “reliquia” della passione del Signore e anche della passione degli uomini — da tenere accanto in questo tempo, particolarmente intenso, di preghiera.
E proprio nella piccolezza, nell’essenzialità e nella sobrietà va ricercata la chiave di lettura della celebrazione eucaristica della Domenica delle Palme, presieduta dal Papa all’altare della Cattedra alle 10.30 e preceduta dalla recita del Rosario. Nel rispetto delle misure per l’emergenza sanitaria hanno preso posto nei banchi 120 persone.
Erano presenti trenta cardinali, tra i quali il segretario di Stato, Pietro Parolin, e Mauro Gambetti, nuovo arciprete della basilica Vaticana.
Tra i concelebranti anche gli arcivescovi Edgar Peña Parra, sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato, Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, e Jan Romeo Pawlowski, segretario per le Rappresentanze pontificie.
Per la preghiera eucaristica si sono accostati all’altare i cardinali Giovanni Battista Re e Leonardo Sandri, decano e vice decano del collegio cardinalizio.
Il rito della commemorazione dell’ingresso del Signore in Gerusalemme si è svolto davanti all’altare della Confessione, dove era stato allestito un significativo addobbo di palme e ulivi. Terminati i riti iniziali, il Papa si recato in processione all’altare della Cattedra.
Alla preghiera dei fedeli sono stati ricordati, in particolare, coloro che stanno soffrendo e i giovani.
A conclusione della celebrazione, il Papa ha guidato la recita dell’Angelus e ha impartito la benedizione.
(fonte: L'Osservatore Romano 29/03/2021)
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