Benvenuto a chiunque è alla "ricerca di senso nel quotidiano"



venerdì 5 marzo 2021

LITURGIA DOMESTICA - III DOMENICA DI QUARESIMA (B) "Con Gesù, diventiamo la Casa del Padre" Fraternità Carmelitana di Barcellona Pozzo di Gotto

LITURGIA DOMESTICA 

III DOMENICA DI QUARESIMA (B) 

"Con Gesù, 
diventiamo la Casa del Padre"

Fraternità Carmelitana 
di Barcellona Pozzo di Gotto
a cura di fr. Egidio Palumbo




Preparare in casa 

l’“angolo della preghiera”

Entriamo nel tempo liturgico della Quaresima, cammino di fede verso la Pasqua del Signore, itinerario spirituale dove riscopriamo la fecondità del nostro battesimo, l’essenzialità della vita, i valori che veramente contano per la nostra esistenza e la lotta che siamo chiamati a sostenere contro noi stessi e contro tutte le forme di idolatria presenti nel nostro mondo che ci distolgono da un cammino autentico di crescita umana e cristiana.

Anche nel tempo di Quaresima diventa importante perseverare nella preghiera in famiglia, facendo della preghiera un ascolto dialogico con Dio e con la sua Parola. Lo sappiamo: non esiste solo la chiesa parrocchiale o la chiesa santuario per pregare. Per i cristiani ognuno – a motivo del battesimo e della cresima – è sacerdote in Cristo e quindi chiamato a pregare per sé e per gli altri, e ogni famiglia cristiana è chiamata per vocazione ad essere chiesa domestica. 

Per cui ogni famiglia può approntare in casa l’“angolo della preghiera”, quello che i nostri fratelli cristiani della chiesa orientale chiamano “l’angolo della bellezza”. 

In un luogo della casa, su un tavolo o su un mobile o su una mensola si possono collocare una icona del Cristo, una lampada (da accendere per la preghiera), una Bibbia aperta e un fiore. Ecco l’angolo bello, l’angolo da cui, attraverso l’icona, lo sguardo di Dio veglia sulla famiglia. Non siamo noi a guardare l’icona, ma è l’icona a guardare noi e ad aprirci alla realtà del mondo di Dio.

Per il tempo di Quaresima l’“angolo della preghiera” possiamo mettere in maggiore evidenza la Bibbia, il libro che contiene la Parola di Dio, e un cero che ci richiama il cero pasquale, simbolo di Cristo Luce del mondo, che illumina il cammino della nostra vita.

In questo angolo la famiglia si riunisce per pregare in un’ora del giorno compatibile con i ritmi di lavoro. 

Si può pregare seguendo varie modalità:

- Prima modalità. Leggere il brano del vangelo della liturgia del giorno, breve pausa di silenzio, poi recitare con calma il salmo responsoriale corrispondente e concludere con la preghiera del Padre Nostro, la preghiera dei figli di Dio e dei fratelli in Cristo Gesù (per le indicazioni del vangelo e del salmo del giorno utilizzare il calendarietto liturgico).

- Seconda modalità. Per chi sa utilizzare il libro della Liturgia delle Ore, alle Lodi e ai Vespri invece della lettura breve, leggere il vangelo del giorno alle Lodi e la prima lettura del giorno ai Vespri.

- Terza modalità. Si può utilizzare un libretto ben fatto, acquistabile nelle librerie che vendono oggetti religiosi. Si intitola “Amen. La Parola che salva” delle edizioni San Paolo, costa € 3,90 ed esce ogni mese.

Di ogni mese contiene: la preghiera delle Lodi del mattino, le letture bibliche della celebrazione eucaristica dei giorni feriali e della domenica con una breve riflessione, la preghiera dei Vespri della sera, la preghiera di Compieta prima del riposo notturno e altre preghiere.

Scrive papa Francesco in Amoris Laetitia al n. 318, dando altri suggerimenti per la preghiera:

«Si possono trovare alcuni minuti al giorno per stare uniti davanti al Signore vivo, dirgli le cose che preoccupano, pregare per i bisogni famigliari, pregare per qualcuno che sta passando un momento difficile, chiedergli aiuto per amare, rendergli grazie per la vita e le cose buone, chiedere alla Vergine di proteggerci con il suo manto di madre. Con parole semplici questo momento di preghiera può fare tantissimo bene alla famiglia».

Sì, la preghiera in famiglia rafforza la nostra fede in Cristo Gesù e rende saldo il vincolo d’amore tra marito e moglie, tra i genitori e i figli, tra la famiglia e il territorio in cui abita e il mondo intero.

In questa proposta di Liturgia Domestica seguiamo la prima modalità.



Terza Domenica di Quaresima – B 

Con Gesù, 

diventiamo la Casa del Padre 


I. Apertura della Liturgia domestica

Solista: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Tutti: Amen.

(Accensione del cero)


Solista: Sii benedetto, o Padre, che fai germogliare il deserto della nostra vita.

Tutti: Eterno è il tuo amore per noi!

Solista: Sii benedetto, o Gesù Figlio di Dio, che non ci lasci soli nel cammino della vita.

Tutti: Eterno è il tuo amore per noi!

Solista: Sii benedetto, o Spirito Santo, che ci orienti e sostieni nella scelte della vita.

Tutti: Eterno è il tuo amore per noi!



Solista: Chi potrà, varcare, Signore la tua soglia,
   fermare il piede sul tuo monte santo?
   Uno che in vie diritte cammini,
   uno che in opere giuste s’adoperi;
   uno che conservi un cuore sincero,
   uno che abbia monde le labbra da inganni;
   uno che al prossimo male non faccia,
   uno che al fratello non rechi offesa. […]


Tutti: Uno che mantenga le sue promesse,
uno che non presti denaro ad usura,
uno che non venda per lucro il giusto:
costui mai nulla avrà da temere.
           (dal Salmo 15, trad. poetica di Davide Turoldo)


II. Ascolto orante del vangelo di Giovanni (2,13-25)

Apriamo il vangelo di Giovanni al cap. 2. Facciamo una breve pausa di silenzio, e poi chiediamo allo Spirito Santo che ci apra alla comprensione di questo scritto che contiene la Parola di Dio per noi oggi. 

Tutti: Vieni, Santo Spirito, 
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.


Leggiamo attentamente e con calma la pagina di Giovanni, cap. 2, dal verso 13 fino al verso 25.

Dopo la lettura del vangelo, recitare insieme:


Protesi alla gioia pasquale,
sulle orme di Cristo Signore,
seguiamo l’austero cammino
della santa Quaresima.

La legge e i profeti annunziarono
dei quaranta giorni il mistero.
Gesù consacrò nel deserto
questo tempo di grazia. […]

Sia parca e frugale la mensa,
sia sobria la lingua e il cuore.
Fratelli, è tempo di ascoltare
la voce dello Spirito.
        (dalla Liturgia)



1. Meditiamo la pagina evangelica. Ecco alcuni spunti.
La terza tappa del cammino quaresimale ci pone di fronte al gesto di Gesù che purifica il Tempio, la Casa del Padre suo, e ne spiega il senso: Giovanni 2,13-25. Tutto avviene nel contesto della Pasqua, dove gli ebrei facevano un pellegrinaggio salendo al Tempio di Gerusalemme. 

2. Qual è la portata e il senso del gesto di Gesù? È opportuno dire subito che il gesto viene interpretato come un segno: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?» (Giovanni 2,18). Non è miracolo e neppure un gesto violento — alla maniera dei “Disubbidienti” o dei “Black Block”, diremmo oggi — da parte di Gesù. Certo, è un gesto che un po’ sorprende i giudei, ovvero i credenti, i quali però non contestano il gesto in sé. E, diciamoci la verità, tale gesto sorprende un po’ anche noi, che per uscire dall’imbarazzo facciamo la morale ai giudei del tempo di Gesù che avevano ridotto il Tempio ad un mercato, dimenticando al riguardo l’efficienza finanziaria-organizzativa di alcune nostre chiese e santuari... 

Così Gesù è all’opera subito:
già dalla casa è passato al tempio:
dopo la casa rifare il tempio: 
questo il vangelo secondo Giovanni.



Egli dal cuore del mondo comincia:
solo lui sa cosa v’è dentro l’uomo.
Non si fidava per questo d’alcuno:
la nuova fede è davvero un miracolo.

«Sì, distruggete ormai questo tempio,
e io lo farò in tre giorni risorgere».
Come dicesse: scompaia la terra,
e tutto il mondo cominci da capo!
                                 (Davide Turoldo)





     E allora, bisogna innanzitutto dire che quello di Gesù è un gesto profetico, il quale “anticipa”, preannuncia ciò che avverrà con la sua passione, morte e risurrezione. Infatti Gesù rispondendo ai giudei/i credenti che gli chiedono una giustificazione del segno, dice «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere» (Giovanni 2,19). Per uscire subito dall’ambiguità, l’evangelista annota: «Ma egli parlava del tempio del suo corpo» (Giovanni 2,21). 

        Dunque, il gesto profetico di Gesù riguarda innanzitutto il suo corpo, ovvero la sua persona, la sua esistenza: egli è lo Sposo-Agnello donato per noi (cf. Giovanni 1,29; 2,1-11; 3,28-29), egli è il Tempio (cf. Apocalisse 21,22), il luogo della dimora di Dio in mezzo a noi. Attraverso il suo corpo, cioè il suo modo di amare, di relazionarsi con il Padre suo e con gli altri, il suo modo di parlare e di agire, fino a fare della sua vita un dono di sé, Gesù ci manifesta e ci comunica la presenza di Dio. Certo, il suo corpo flagellato (la sferza di cordicelle ritorna in Giovanni 19,1 quando verrà flagellato per ordine di Pilato) e il suo corpo consumato dalla passione per Dio Padre e per l’umanità («lo zelo per la tua casa mi divorerà», citazione del Salmo 69,10, salmo del credente che si sente sfinito, del quale faranno memoria i discepoli dopo la risurrezione) questo corpo debole e fragile, questo corpo, stoltezza e scandalo per noi uomini, è il Tempio del Signore, è il luogo della rivelazione della sapienza e della forza di Dio (vedi la seconda lettura: 1Corinti 1,22-25). 


Ma ora tutto riassume il Verbo:
Cristo, parola che è dentro il creato!
Tu sei parola vivente di Dio,
da te dipendono la legge e i profeti.



È il crocifisso che noi predichiamo:
vera immagine umana e divina,
lui la potenza di quanti chiamasti
a essere il popolo nuovo di Dio.

Ultima legge di Dio è questa:
distruggerò la sapienza dei saggi,
mentre la gloria darò agli stolti:
del nuovo Sinai è questo il decalogo.
                     (Davide Turoldo)




3. Ma il gesto profetico di Gesù riguarda anche i suoi discepoli, i cristiani e noi oggi. Non a caso la pagina del vangelo fa intervenire per ben due volte i discepoli, i quali dopo la risurrezione fanno memoria-attualizzazione della S. Scrittura e della parola di Gesù (cf. Giovanni 2,17 e 2,22). E questo per dire che quando Gesù parla del «tempio del suo corpo», si riferisce anche a tutti coloro che credendo in Lui formano il suo “corpo totale” (S. Agostino). Vale a dire: i cristiani sono la Chiesa popolo di Dio, la Chiesa comunità di persone, di fratelli e sorelle nella fede, sono il Corpo del Signore (cf. 1Corinti 12,27), il Tempio del Signore (cf. 1Corinti 3,16-17; 6,19), la Casa di Dio (cf. Ebrei 3,6), l’edificio spirituale (cf. 1Pietro 2,4.7). 

      La Chiesa, comunità di persone, nella misura in cui vive le Dieci Parole (o Decalogo) come orientamento di vita (vedi la prima lettura: Esodo 20,1-17), diventa la “Casa del Padre”, ovvero la dimora della presenza di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo nella compagnia degli uomini (cf. Giovanni 4,23; 14,23). 

      Anche le nostre famiglie e la nostra città possono edificarsi a misura della “casa”, cioè delle relazioni sponsali, fraterne e amicali nel segno della solidarietà. Invece, se la misura diventa il primato dell’istituzione, dell’organizzazione, dell’efficienza, dell’immediata funzionalità, della mercificazione degli affetti e delle relazioni, allora si perde di vista la comunità di persone, la relazione di fraternità e sororità tra le persone, e la Chiesa, la famiglia, la città – ognuna a suo modo – diventano una “casa di mercato”. 


Gesù, luce delle genti,
fa’ che la tua Chiesa risplenda
della tua stessa luce:
che almeno la Chiesa non ti deluda.
Amen.

Dio, è l’universo il tuo tempio,
e il cuore dell’uomo è il tuo santuario:
che tutta l’umanità, composta nell’amore,
sia la tua Chiesa, Signore.
Amen
             (Davide Turoldo)




 



        Preghiamo, affinché il Signore ci dia la grazia pasquale di morire con Lui alla “logica del mercato”, per rinascere con Lui come Casa del Padre: comunità di figli e figlie dell’unico Padre e di fratelli e sorelle in Cristo Gesù. 

III. Intercessioni
Solista: L’umanità di Gesù, il suo corpo piagato e glorioso è il vero tempio, in cui ci è data la possibilità di accedere all’intimità del Dio Vivente, al segreto della sua comunione trinitaria. Strettamente uniti a Cristo Gesù per il vincolo battesimale, rivolgiamo a Lui con fiducia le nostre preghiere ed insieme diciamo: 

    Tutti: ABBI PIETA' DI NOI, SIGNORE 


Voce 1: - Ricordati, Signore Gesù, della tua Chiesa, che hai voluto come tuo Corpo, prolungamento della tua presenza storica in mezzo a tutta l’umanità. Dona ad ogni credente battezzato la coscienza di appartenere a questo Corpo e di essere responsabile in prima persona della sua salute spirituale e della sua vocazione. Preghiamo. 

Voce 2: - Ti affidiamo, Signore Gesù, il ministero di papa Francesco, del nostro vescovo Giovanni e di tutti i vescovi che presiedono all’unità nelle varie chiese locali disperse nel mondo. Ti vogliamo pregare soprattutto per tutti i presbiteri della Chiesa cattolica di rito latino. Conferma nella fedeltà quanti vivono con gioia e dedizione questo impegno di animazione. Dona discernimento e forza di conversione a quanti vivono male la scelta del celibato, dando scandalo e facendo vittime innocenti a causa della pedofilia o di altri modi distorti di vivere la sessualità. Preghiamo. 

Voce 1: - Ti affidiamo, Signore Gesù, il nostro Paese, che oggi è chiamato a scegliere coloro che dovrebbero indirizzare la vita sociale ed economica di tutti noi. Illumina con il tuo Spirito il cuore e la mente di ogni elettore. Dona a tutti di poter uscire dalla rassegnazione, dall’indifferenza, dal semplice rancore, ma soprattutto dalla pessima tradizione del voto di scambio. Preghiamo. 

Voce 2: - Ricordati, Signore Gesù, di quanti subiscono ogni forma di tortura. Tu che vuoi fare del corpo di ogni uomo e di ogni donna il tuo Tempio, il luogo della tua Presenza, aiutaci a rispettare e a promuovere la dignità e la bellezza di ogni persona umana. Sostieni e dona grande coraggio a quelle associazioni, come Amnesty International, che sono impegnate sul campo dei diritti e delle loro violazioni. Preghiamo. 

Voce 1: - Davanti a te, Gesù, Sapienza di Dio, ci ricordiamo dei nostri parenti e amici defunti e delle vittime del coronavirus [pausa di silenzio, e poi riprendere a leggere →]; ci ricordiamo anche delle vittime della mafia, dell’usura, del pizzo e della corruzione. Concedi a tutti la gioia del tuo incontro. Preghiamo. 

Solista: Come popolo di Dio, chiamato a rinascere nel deserto della vita, diciamo insieme:

Tutti: Padre nostro che sei nei cieli,   
 sia santificato il tuo nome. 
venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà
come in cielo, così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
e rimetti a noi i nostri debiti,
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.



- Concludere con la Preghiera:
Tutti: Abbiamo innalzato a te, Signore Gesù, le nostre preghiere e le nostre suppliche: accoglile nella tua bontà e adempile secondo la tua volontà, affinché diventiamo tuo Corpo e Tempio dello Spirito Santo. Te lo chiediamo perché sei nostro Maestro e Pastore, Vivente nei secoli dei secoli. AMEN. 

Solista: Benediciamo il Signore.

Tutti: Rendiamo grazie a Dio.


IV. Proposta di preghiera per il pranzo

Tutti: Padre nostro benedetto,

tutto ci hai donato in Gesù tuo Figlio;

concedici di prendere questo pasto

con spirito di riconoscenza.

Fa’ che desideriamo il nutrimento spirituale

che fa crescere per l’eterna salvezza,

in Cristo Gesù nostro Signore. Amen.

                (da Preghiere per una tavola fraterna)