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sabato 28 marzo 2020

V Domenica di Quaresima (A) - La risurrezione di Lazzaro a cura della Fraternità Carmelitana di Barcellona P.G.

V Domenica di Quaresima (A) 
La risurrezione di Lazzaro 
a cura della Fraternità Carmelitana 
di Barcellona P.G.


1. Ascolto orante del vangelo di Giovanni (11,1-45)
Con la consapevolezza che nel battesimo (o iniziazione cristiana) siamo stati inseriti in Cristo per assumere il suo stile di vita, siamo morti con lui all’egoismo e all’individualismo, siamo risorti con lui ad un modo nuovo di vivere, siamo stati inseriti nella Chiesa, che Cristo ha voluto che vivesse come comunità di fratelli e di sorelle in lui, apriamo oggi con fiducia il vangelo di Giovanni al cap. 11.
Facciamo una breve pausa di silenzio, chiedendo allo Spirito che ci apri alla comprensione di questo scritto che contiene la Parola di Dio per noi oggi.
Adesso leggiamo attentamente e con calma la pagina del cap. 11 dal verso 1 fino al verso 45.

1. Anche questa pagina del vangelo di Giovanni apre davanti a noi il percorso di un itinerario battesimale, significativo per verificare la dimensione amicale, fraterna e comunitaria della nostra vita cristiana oggi.
Qui, infatti, a Betania (che significa “casa del povero” o anche “casa della grazia”) c’è una casa, una comunità di fratelli e di sorelle: Lazzaro, Marta e Maria. È detto più volte, e con una certa insistenza, che Gesù ama Lazzaro, Marta e Maria. Gesù ama questa comunità, così come ama le nostre famiglie (chiese domestiche), le nostre comunità parrocchiali, le nostre comunità religiose, i nostri movimenti o gruppi ecclesiali, le associazioni di volontariato, ecc.
Più avanti, al cap. 13, subito dopo aver lavato i piedi ai suoi discepoli – gesto che doveva fare, non il padrone di casa, ma lo schiavo nei confronti degli ospiti, gesto che, invece, compie Gesù, il Maestro e il Signore, affinché i discepoli imparino ad amarsi a vicenda, ad accogliersi e a servirsi vicendevolmente – Gesù consegna loro il comandamento nuovo: «che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,34-35). Più avanti ancora, in Gv 15,12-17, insisterà sull’amore vicendevole tra i discepoli, con un’aggiunta che rafforza la relazione di amore: i discepoli per Gesù sono suoi amici (anche Lazzaro Gesù chiama «nostro amico»: Gv 11,11), perché a loro ha comunicato tutto quanto ha ascoltato dal Padre suo (vv. 14-15). È interessante notare che Gesù non dice: “Come io ho amato voi, così vuoi amate me”. No. Egli, invece, chiede – ed è un comandamento! – reciprocità di amore tra i discepoli, tra i fratelli e le sorelle che lui ama di un amore gratuito e incondizionato, i quali, proprio per questo, hanno scelto di seguire lui. Ecco: Gesù, chiedendo reciprocità tra i suoi discepoli, sta chiedendo un livello di amore fraterno e di sororità più maturo sia dal punto di vista umano che di fede, un amore fraterno e di sororità “più forte della morte” (cf. Cantico dei Cantici 8,6), più forte delle “grandi tempeste” della vita (cf. Cantico dei Cantici 8,7).

2. Ma di Lazzaro si dice che era malato, era debole e fragile (Gv 11,1.3). Di questa sua malattia ne soffre il resto della comunità, Marta e Maria, ma anche gli amici della comunità. Ci possiamo chiedere: di quale malattia si tratta? Forse l’amore fraterno di questa comunità, così come lo vuole Gesù, si sta raffreddando, sta morendo, a causa di un marcato individualismo, di una eccentrica autoreferenzialità, di un narcisismo patologico (“tutto il mondo attorno a me”…). Forse al centro di questa comunità non sta più Gesù (lui che non era un eccentrico), ma l’io del discepolo. Di questo sembrano averne consapevolezza le sorella Marta e Maria: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!» (Gv 11,21.32).  


3. Come si comporta Gesù? Secondo una logica tutta umana, in modo cinico. Dal punto di vista della fede, invece è il modo più coerente e nello stesso tempo più impegnativo. Infatti, Gesù attende che Lazzaro muoia affinché si manifesti la Gloria di Dio (Gv 11,4.40), la presenza efficace e amante di Dio. Vale a dire: è necessario che Lazzaro muoia in Cristo, muoia della sua malattia per ritornare a vivere la fraternità; è necessario che in lui muoia il suo individualismo, il suo modo maldestro ed eccentrico di vivere la fraternità, per vivere l’amore fraterno vicendevole come Gesù l’ha comandato.
È necessario, quindi, entrare nel dinamismo della morte come evento pasquale di rinascita in Cristo e alla vera fraternità. Senza comprenderlo del tutto, l’aveva affermato anche Tommaso, quando disse agli altri discepoli suoi confratelli: «Andiamo anche noi a morire con lui» (Gv 11,16). D'altronde, proprio il vangelo di Giovanni ci dice che sotto la Croce, evento pasquale (e non funerario… ), nasce la Chiesa come fraternità e sororità: «Gesù, vedendo la madre e accanto a lui il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”. E da quell'ora il discepolo l’accolse con sé» (Gv 19,26-27).

Che l’esperienza pasquale della comunità di Betania, diventi l’esperienza delle nostre comunità ecclesiali e delle nostre comunità domestiche, affinché, sull'esempio del Signore Gesù, impariamo ad amare i fratelli e le sorelle nella fede e in umanità, con un amore gratuito, fedele e incondizionato.
Andiamo, allora, nella Bibbia al Libro dei Salmi e preghiamo con il Salmo 130, il salmo che, con un grido che viene dal profondo di chi è caduto nell'abisso del non-senso, chiede a Dio la forza del suo perdono per poter risalire e rinascere alla fraternità e al senso vero dell’umano, anche in questi tempi difficili per la pandemia del coronavirus.


2. Intercessioni
Abbiamo già percorso un bel tratto del nostro cammino quaresimale e si avvicina il grande giorno del nostro riscatto. Intensifichiamo il nostro impegno di conversione e per questo innalziamo al Signore Gesù le nostre preghiere ed insieme diciamo:

            R/ Tu sei la vita e nostra la resurrezione, Signore

- Visita, Signore Gesù, la tua Chiesa, così come ti sei fatto presente a Betania nella casa di Lazzaro, Marta e Maria. Senza di Te la vita fraterna si ammala e la paura della morte, fisica, spirituale o sociale, ci lascia in preda ai vari egoismi. Vieni e grida all'orecchio della tua Chiesa e ad ogni cristiano, affinché si risveglino e tornino a camminare con Te per le vie dell’amore gratuito e della fraternità. Preghiamo.

- Improvvisamente, Signore Gesù, il nostro mondo di oggi a causa di questa pandemia si ritrova in balia delle onde di un mare in tempesta. Abbi pietà dei tanti poveri della terra e fa’ che questo flagello non aggiunga altro dolore alla loro povera esistenza. Dona un barlume di intelligenza ai governanti e ai popoli del benessere e della produzione illimitata, affinché abbiano il coraggio di un discernimento su quanto serva per vivere in modo umano e per custodire il valore prezioso del bene comune. Preghiamo.

- Ti affidiamo, Signore Gesù, tutti i disabili, fisici e mentali con tutte le loro famiglie. Ti affidiamo i malati più gravi e quelli oncologici. Ti affidiamo gli anziani e quanti si ritrovano a vivere in una grande solitudine a motivo di questa quarantena. La tua presenza amorosa sostenga la loro fragilità. Preghiamo.

- Ti preghiamo per tutti noi, messi alla prova da questo ritiro forzato. Aiutaci a viverlo come gesto di amore verso di noi e verso i nostri fratelli, perché il contagio possa interrompersi e la vita possa riprendere il suo ritmo. Aiuta e sostieni quanti sono impegnati nel servizio dell’ordine pubblico, nell'assistenza sanitaria, nella logistica ed anche nella stessa pulizia della città. Preghiamo.

- Davanti a te, o Signore Gesù, assieme ai nostri parenti e amici defunti, ci ricordiamo delle numerose vittime del coronavirus (pausa di silenzio); come pure ci ricordiamo di tutto coloro che muoiono nella solitudine, nell'abbandono e nella disperazione. Doni a tutti di contemplare il tuo Volto e di vivere nella gioia della comunione dei tuoi Santi. Preghiamo.

- Pregare il Padre Nostro

- Concludere con la seguente preghiera:
Esaudisci, Signore Gesù, le nostre suppliche e concedici di custodire i doni che ci elargisci, perché possiamo vivere la nostra esistenza terrena nella fraternità e nell'amore, come preludio della comunione eterna a cui tu ci chiami. Per Cristo nostro Signore. AMEN.


Leggi anche il post già pubblicato:
- PREGARE IN FAMIGLIA - Preparare in casa l’“angolo della preghiera” a cura della Fraternità Carmelitana di Barcellona P.G.