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venerdì 20 marzo 2020

Coronavirus, Papa Francesco: “Non abbiate paura.Le ombre entrate nelle nostre case spariranno, con le ferite nel cuore l’umanità unita si risolleverà" intervista di DOMENICO AGASSO JR

Coronavirus
Papa Francesco: “Non abbiate paura.
Le ombre entrate nelle nostre case spariranno, 
con le ferite nel cuore l’umanità unita si risolleverà"
intervista di DOMENICO AGASSO JR



CITTÀ DEL VATICANO. «Qui si piange e si soffre. Tutti. Da questa situazione potremo uscire solo insieme, come umanità intera». Perciò bisogna «guardare l’altro con spirito di solidarietà» e comportarsi di conseguenza. Papa Francesco segue con apprensione l’evoluzione dell’emergenza coronavirus. Ma al telefono, lunedì 16 marzo, vuole infondere anche speranza nella «luce» che arriverà e illuminerà l’oscurità «entrata in tutte le case», sotto forma di dolore e preoccupazioni.

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È particolarmente importante pregare in questo periodo?
«Mi vengono in mente gli Apostoli nella tempesta che invocano Gesù: “Maestro, stiamo affogando”. La preghiera ci fa capire la nostra vulnerabilità. È il grido dei poveri, di quelli che stanno affondando, che si sentono nel pericolo, soli. E in una situazione difficile, disperata, è importante sapere che c’è il Signore a cui aggrapparsi».

Dio come può aiutarci?
«Ci sostiene in tanti modi. Ci trasmette fortezza e vicinanza, come ha fatto con i discepoli che nella tempesta chiedevano aiuto. O quando ha dato la sua mano a Pietro che stava affogando».

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Questa emergenza planetaria è caratterizzata anche da una rete di solidarietà, composta da migliaia di persone che stanno facendo sacrifici per il bene degli altri. Quando tutto sarà finito, potrà essere servita a qualcosa per il futuro?
«A ricordare una volta per tutte agli uomini che l’umanità è un’unica comunità. E quanto è importante, decisiva la fraternità universale. Dobbiamo pensare che sarà un po’ un dopoguerra. Non ci sarà più “l’altro”, ma saremo “noi”. Perché da questa situazione potremo uscire solo tutti insieme».

Da che cosa bisognerà ripartire come esseri umani?
«Dovremo guardare ancora di più alle radici: i nonni, gli anziani. Costruire una vera fratellanza tra noi. Fare memoria di questa difficile esperienza vissuta tutti insieme. E andare avanti con speranza, che mai delude. Queste saranno le parole chiave per ricominciare: radici, memoria, fratellanza e speranza».

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