"Così, Maestro
non celebreremo più la Cena
nelle nostre comunità,
l'Eucarestia che nutre il nostro cammino,
e non sappiamo fino a quando.
Siamo smarriti e confusi,
attoniti e perplessi.
Ma, responsabilmente,
ci atteniamo a quanto ci viene chiesto
per fermare il contagio
e salvare i deboli,
come tu ci hai insegnato.
Che questo digiuno,
più duro di ogni digiuno,
ci converta nel profondo,
ci aiuti a ritrovare la fede dei martiri,
l'ardore degli innamorati,
ci unisca alla comunità perseguitate,
a quante non possono celebrare
per mancanza di preti,
ci apra la mente e il cuore
per capire quale dono abbiamo fra le mani,
quale sorgente inesauribile
custodiamo
troppo spesso con colpevole indifferenza.
Sia, questo tempo di digiuno,
desiderio,
fiamma che si ravviva,
attesa
della Pasqua.
Grazie, Signore,
per questo inatteso
ed esigente segno.
Rendici capaci".
(Paolo Curtaz)