VISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA ROMANA
DI "SAN PAOLO DELLA CROCE" A CORVIALE
Domenica, 15 aprile 2018
Il Papa torna così a visitare una comunità della periferia di Roma, la seconda del 2018 dopo quella del 25 febbraio alla parrocchia San Gelasio, nel quartiere di Ponte Mammolo, la sedicesima dall’inizio del Pontificato. Ma prima di iniziare la sua visita alla parrocchia di questa città nella città, Francesco ha compiuto in macchina un giro intorno al caseggiato, ricevendo il saluto di numerose famiglie affacciate alla finestre che gli hanno dato il benvenuto anche con alcuni striscioni. Davanti l’ingresso dalla parrocchia San Paolo della Croce viene accolto dal vicario della città di Roma, mons. De Angelo De Donadis, dal vescovo di settore ovest, mons. Paolo Selvadagi, dal parroco don Roberto Cassano e da due sacerdoti di origine fiorentina che hanno scelto di vivere dentro il Serpentone, al quarto piano, per condividere le difficoltà e i problemi della popolazione del Corviale.
Subito dopo il Santo Padre si è preso il tempo per incontrare tutti i fedeli radunati nel campetto dell’oratorio, i ragazzini presenti poco più di un centinaio. Ci sono anche i bambini e i ragazzi che frequentano il catechismo e si preparano ai Sacramenti, sono stati loro a rivolgergli le domande sul Vangelo, la sua elezione e la vita e la salvezza dopo la morte.
Particolarmente toccante l'incontro con Emanuele, che, nel momento di rivolgergli la sua domanda, scoppia a piangere al microfono. Allora il Papa lo invita ad avvicinarsi. Appena il bambino è vicino al Pontefice gli cade tra le braccia e prende il via un dialogo molto intimo e solo dopo Francesco ne rivela il contenuto.
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Papa Francesco incontra poi gli anziani, gli ammalati e i poveri. Dopo un colloquio con alcuni detenuti in permesso e dopo avere confessato alcuni parrocchiani, presiede la Messa.
Incontro con i bambini
I. Leonardo:
Ciao papa Francesco!
Volevo sapere una cosa: qual è il tuo brano del Vangelo preferito? E perché?
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Papa Francesco:
Un brano che mi piace tanto è quello del Vangelo di Matteo, quando Gesù incontra quell’affarista, quel traditore della patria che si chiamava Matteo. Era proprio alla porta della città, attaccato ai soldi, e lui faceva pagare le tasse ai turisti.
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E perché mi piace? – la seconda domanda – perché lì si vede la forza che ha Gesù per cambiare un cuore. Questo era dei peggiori, eppure Gesù è riuscito a cambiarlo. Forse voi conoscerete gente che dice: “Ah io non potrò mai essere buono, perché ho tante cose alle mie spalle, non potrò mai cambiare…”. E Gesù è capace di cambiare il più cattivo e fare di lui un evangelista, un apostolo e un santo. Per questo mi piace tanto questo passo del Vangelo, perché si vede la forza di Gesù per cambiare i nostri cuori, per renderli buoni.
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II. Carlotta:
Ciao Papa Francesco! Noi quando riceviamo il Battesimo diventiamo figli di Dio e le persone che non sono battezzate, non sono figli di Dio?
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Papa Francesco:
Sì. Ecco, ora spiega. Ha risposto bene, ha fiuto cristiano, questa! Tutti siamo figli di Dio. Tutti, tutti. Anche i non battezzati? Sì. Anche quelli che credono in altre religioni, lontani, che hanno idoli? Sì, sono figli di Dio. Anche i mafiosi sono figli di Dio?... Non siete sicuri… Sì, anche i mafiosi sono figli di Dio. Preferiscono comportarsi come figli del diavolo, ma sono figli di Dio. Tutti, tutti sono figli di Dio, tutti. Ma qual è la differenza? Dio ha creato tutti, ha amato tutti e ha messo a tutti nel cuore la coscienza per riconoscere il bene e distinguerlo dal male. Tutti gli uomini hanno questo. Sanno, percepiscono cosa è buono e cosa è sano; anche le persone che non conoscono Gesù, che non conoscono il cristianesimo, tutti hanno questo nell’anima, perché questo lo ha seminato Dio. Ma quando tu sei stata battezzata, in quella coscienza è entrato lo Spirito Santo e ha rinforzato la tua appartenenza a Dio e in quel senso tu sei diventata più figlia di Dio, perché sei figlia di Dio come tutti, ma anche con la forza dello Spirito Santo che è entrato dentro. Hai capito, Carlotta?
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III. Edoardo:
Caro Papa Francesco, come ti sei sentito quando ti hanno eletto Papa?
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Papa Francesco:
Edoardo, bene. Ho sentito solo che Dio voleva quello, mi sono alzato e sono andato avanti. Non ho sentito niente di spettacolare, ma forse, sembra un po’ noiosa questa risposta, ma non ho sentito paura, non ho sentito una gioia speciale. Ho sentito che il Signore voleva quello, e andare avanti, Edoardo. Il Signore tante volte chiama. Io ho salutato uno di voi che è in ricerca vocazionale perché sente che il Signore gli dice qualcosa dentro. Ma quando il Signore chiama e ti dice: “Adesso tu vai da quella parte”, ti dà la pace. E’ quello che si sente quando c’è una vera chiamata del Signore: pace. Io ho sentito pace. Grazie, Edoardo.
IV. Emanuele:
Non ce la faccio!...
Papa Francesco:
Vieni, vieni da me Emanuele! Vieni da me e dimmela all’orecchio. Dimmela all’orecchio. Vieni, vieni, vieni da me.
[Emanuele va da Papa Francesco e gli dice all’orecchio la sua domanda]
Papa Francesco:
Magari tutti noi, potessimo piangere come Emanuele quando avremo un dolore come lo ha lui nel cuore. Lui piangeva per il papà e ha avuto il coraggio di farlo davanti a noi, perché nel suo cuore c’è amore per il papà. Io ho chiesto il permesso ad Emanuele di dire in pubblico la domanda e lui mi ha detto di sì. Per questo la dirò: “Poco tempo fa è venuto a mancare il mio papà. Lui era ateo, ma ha fatto battezzare tutti e quattro i figli. Era un uomo bravo. È in Cielo papà?” Che bello che un figlio dica del suo papà: “Era bravo”. Bella testimonianza di quell’uomo che ha dato ai suoi figli, perché i suoi figli potranno dire: “Era un uomo bravo”. È una bella testimonianza del figlio che ha ereditato la forza del papà e, anche, ha avuto il coraggio di piangere davanti a tutti noi. Se quell’uomo è stato capace di fare figli così, è vero, era un uomo bravo. Era un uomo bravo. Quell’uomo non aveva il dono della fede, non era credente, ma ha fatto battezzare i figli. Aveva il cuore buono. E lui ha il dubbio che il papà, per non essere stato credente, non sia in Cielo. Chi dice chi va in Cielo è Dio. Ma come è il cuore di Dio davanti ad un Papà così? Come è? Come sembra a voi?... Un cuore di papà! Dio ha un cuore di papà. E davanti ad un papà, non credente, che è stato capace di battezzare i figli e di dare loro quella bravura ai figli, voi pensate che Dio sarebbe capace di lasciarlo lontano da sé? Pensate questo?... Forte, con coraggio…
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Papa Francesco:
Ecco, Emanuele, questa è la risposta. Dio sicuramente era fiero di tuo papà, perché è più facile essendo credente, battezzare i figli, che battezzarli essendo non credente. Sicuramente questo a Dio è piaciuto tanto. Parla con tuo papà, prega tuo papà. Grazie Emanuele per il tuo coraggio.
Abbiamo parlato del papà e il nostro papà è Dio. Preghiamo tutti il nostro papà, Dio.
“Padre nostro…”.
E adesso vi darò la benedizione.
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Incontro con anziani e malati
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Papa Francesco:
Sono stato con i giovani: erano inquieti, facevano domande. Adesso sono con voi, che siete più tranquilli… Andate avanti lentamente, perché la vita vi ha insegnato, avete esperienza. Qualcuno dice che i giovani corrono, ma gli anziani sanno, conoscono la strada. E voi conoscete le strade della vita: tante strade buone, [altre] non tanto buone, e anche le sofferenze, anche le privazioni… Il Signore vi vuole bene, e quello che la parrocchia fa con voi, è un dovere, è un dovere. Perché quelli che hanno più bisogno sono al centro della parrocchia e al centro del Vangelo. E per questo mi piace quello che ha detto il parroco, del lavoro che fa con voi. Io so che ognuno di voi ha tanti problemi, o malattie, o dolori, o problemi spirituali, di famiglia, tante cose che tutti sappiamo. Ognuno ha il proprio dolore, ognuno ha la propria piaga, tutti. Ma che questo non vi tolga la speranza e non vi tolga la gioia, perché Gesù è venuto a “pagare” le nostre piaghe con le sue piaghe.
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Il parroco ha detto che voi siete il tesoro della parrocchia. Avanti!
Preghiamo la Madonna perché custodisca questo tesoro.
“Ave, o Maria…”
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Omelia durante la Concelebrazione Eucaristica
I discepoli sapevano che Gesù era risorto, perché lo aveva detto Maria Maddalena al mattino; poi Pietro lo aveva visto; poi i discepoli che erano tornati da Emmaus avevano raccontato l’incontro con Gesù risorto. Lo sapevano: è risorto e vive. Ma quella verità non era entrata nel cuore. Quella verità, sì, la sapevano, ma dubitavano. Preferivano avere quella verità nella mente, forse. È meno pericoloso avere una verità nella mente che averla nel cuore. È meno pericoloso.
Erano tutti riuniti e apparve il Signore. E loro dapprima si spaventarono e credevano che fosse un fantasma. Ma Gesù stesso disse loro: “No, guardate, toccatemi. Vedete le piaghe. Un fantasma non ha corpo. Vedete, sono io!”. Ma perché non credevano? Perché dubitavano? C’è una parola nel Vangelo che ci dà la spiegazione: “Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore…”. Per la gioia non potevano credere. Era tanta quella gioia! Se questo è verità, è una gioia immensa! “Ah, io non ci credo. Non posso”. Non potevano credere che ci fosse tanta gioia; la gioia che porta a Cristo.
Succede anche a noi quando ci danno una bella notizia. Prima di accoglierla nel cuore diciamo: “Ma è vero? Ma come lo sai? Dove lo hai sentito?”. Lo facciamo per essere sicuri, perché, se questo è vero, è una gioia grande. Questo che succede a noi nel piccolo, immaginate voi i discepoli! Era tanta la gioia che era meglio dire: “No, io non ci credo”. Ma era lì! Sì, ma non potevano. Non potevano accettare; non potevano lasciar passare nel cuore quella verità che vedevano. E alla fine, ovviamente, hanno creduto. E questa è la “rinnovata giovinezza” che ci dona il Signore. Nell’orazione Colletta ne abbiamo parlato: la “rinnovata giovinezza”. Noi siamo abituati a invecchiare con il peccato… Il peccato invecchia il cuore, sempre. Ti fa un cuore duro, vecchio, stanco. Il peccato stanca il cuore e perdiamo un po’ la fede in Cristo Risorto: “No, non penso... Sarebbe tanta gioia questo... Sì, sì, è vivo, ma è in Cielo per gli affari suoi…”. Ma gli affari suoi sono io! Ognuno di noi! Ma questo collegamento non siamo capaci di farlo.
L’apostolo Giovanni, nella seconda Lettura, dice: “Se qualcuno ha peccato abbiamo un avvocato presso il Padre”. Non abbiate paura, Lui perdona. Lui ci rinnova. Il peccato ci invecchia, ma Gesù, risorto, vivo, ci rinnova. Questa è la forza di Gesù risorto. Quando noi ci accostiamo al sacramento della Penitenza è per essere rinnovati, per ringiovanire. E questo lo fa Gesù risorto. È Gesù risorto che oggi è in mezzo a noi: sarà qui sull’altare; è nella Parola… E sull’altare sarà così: risorto! È Cristo che vuole difenderci, l’Avvocato, quando noi abbiamo peccato, per ringiovanirci.
Fratelli e sorelle, chiediamo la grazia di credere che Cristo è vivo, è risorto! Questa è la nostra fede, e se noi crediamo a questo, le altre cose sono secondarie. Questa è la nostra vita, questa è la nostra vera gioventù. La vittoria di Cristo sulla morte, la vittoria di Cristo sul peccato. Cristo è vivo. “Sì, sì, adesso farò la Comunione…”. Ma quando tu fai la Comunione, sei sicuro che Cristo è vivo lì, è risorto? “Sì, è un po’ di pane benedetto…” No, è Gesù! Cristo è vivo, è risorto in mezzo a noi e se noi non crediamo questo, non saremo mai buoni cristiani, non potremo esserlo.
“Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore”. Chiediamo al Signore la grazia che la gioia non ci impedisca di credere, la grazia di toccare Gesù risorto: toccarlo nell’incontro mediante la preghiera; nell’incontro mediante i sacramenti; nell’incontro con il suo perdono che è la rinnovata giovinezza della Chiesa; nell’incontro con gli ammalati, quando andiamo a trovarli, con i carcerati, con quelli che sono i più bisognosi, con i bambini, con gli anziani. Se noi sentiamo la voglia di fare qualcosa di buono, è Gesù risorto che ci spinge a questo. E’ sempre la gioia, la gioia che ci fa giovani.
Chiediamo la grazia di essere una comunità gioiosa, perché ognuno di noi è sicuro, ha fede, ha incontrato il Cristo risorto.
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Saluto finale
Grazie tante per la vostra compagnia, per essere stati lì. Grazie.
Grazie tante per l’accoglienza e per le cose che voi mi avete fatto vedere oggi. Vi porto nel cuore e vi prometto di pregare; e, anche, chiedo a voi di pregare per me.
E andiamo avanti, andiamo avanti. Tutti abbiamo bisogno gli uni degli altri, tutti. Insieme, avanti. Peccati? Ne abbiamo tutti. Voglia di servire Gesù ed essere buoni? L’abbiamo tutti. Andiamo avanti. Il Signore ci aspetta sempre con amore, con misericordia per renderci più giovani.
Adesso, se volete, preghiamo la Madonna e poi vi do la benedizione.
“Ave Maria…”
Benedizione
Buona serata!