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venerdì 13 aprile 2018

«Siamo cristiani nella misura in cui lasciamo vivere Gesù Cristo in noi... Chi ha ricevuto il Battesimo e va “cristificato”, assomiglia a Cristo, si trasforma in Cristo e lo rende davvero un altro Cristo.» Papa Francesco Udienza Generale 11/04/2018 (foto, testo e video)

UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro
Mercoledì, 11 aprile 2018


Il Papa è arrivato puntuale alle 9.30 in piazza san Pietro e ha iniziato il giro tra i vari settori della piazza facendo salire sulla papamobile sei bambini, per niente a disagio nel compiere insieme al Santo Padre il tragitto consueto dell’udienza del mercoledì, a cui hanno assistito circa 22mila persone, assiepate in modo particolare sui lati esterni delle transenne in modo da poter utilizzare più comodamente i loro smartphone per le foto e i selfie. Tra i fedeli presenti in piazza, anche 600 provenienti dall’arcidiocesi di Genova, guidati dal loro arcivescovo, Angelo Bagnasco, e 700 partecipanti alla manifestazione della Lega Pro. Moltissimi anche gli studenti, riconoscibili dai cappellini colorati, e i bambini accarezzati e salutati da Francesco lungo il tragitto. Terminato il giro tra i vari settori della piazza, il Papa si è congedato dai suoi piccoli passeggeri salutandoli uno ad uno e sceso dalla jeep, prima di compiere a piedi l’ultimo tratto fino alla sua postazione al centro del sagrato, ha salutato gli studenti che lo richiamavano a gran voce dalla prima fila delle transenne. Non è mancato, infine, un “saluto” speciale con tre lama allevati nella valle del Renon, in provincia di Bolzano, dal nome Buffon, Shaquiri e Tiento. I pellegrini Thomas Burger, Thomas Mohr e Walter Mair del Renon, con accanto i tre animali, hanno fatto un pellegrinaggio di mille chilometri lungo la via Romea Germanica accompagnati dai lama per incontrare il Papa gli hanno stretto la mano e gli hanno regalato una papalina e dei calzini bianchi di lana di alpaca.



 




Guarda il video del saluto ai fedeli

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

I cinquanta giorni del tempo liturgico pasquale sono propizi per riflettere sulla vita cristiana che, per sua natura, è la vita che proviene da Cristo stesso. Siamo, infatti, cristiani nella misura in cui lasciamo vivere Gesù Cristo in noi. Da dove partire allora per ravvivare questa coscienza se non dal principio, dal Sacramento che ha acceso in noi la vita cristiana? Questo è il Battesimo. La Pasqua di Cristo, con la sua carica di novità, ci raggiunge attraverso il Battesimo per trasformarci a sua immagine: i battezzati sono di Gesù Cristo, è Lui il Signore della loro esistenza. Il Battesimo è il «fondamento di tutta la vita cristiana». E’ il primo dei Sacramenti, in quanto è la porta che permette a Cristo Signore di prendere dimora nella nostra persona e a noi di immergerci nel suo Mistero.

Il verbo greco “battezzare” significa “immergere”. Il bagno con l’acqua è un rito comune a varie credenze per esprimere il passaggio da una condizione a un’altra, segno di purificazione per un nuovo inizio. Ma per noi cristiani non deve sfuggire che se è il corpo ad essere immerso nell’acqua, è l’anima ad essere immersa in Cristo per ricevere il perdono dal peccato e risplendere di luce divina. In virtù dello Spirito Santo, il Battesimo ci immerge nella morte e risurrezione del Signore, affogando nel fonte battesimale l’uomo vecchio, dominato dal peccato che divide da Dio, e facendo nascere l’uomo nuovo, ricreato in Gesù. In Lui, tutti i figli di Adamo sono chiamati a vita nuova. Il Battesimo, cioè, è una rinascita. Sono sicuro, sicurissimo che tutti noi ricordiamo la data della nostra nascita: sicuro. Ma mi domando io, un po’ dubbioso, e domando a voi: ognuno di voi ricorda qual è stata la data del suo battesimo? Alcuni dicono di sì – sta bene. Ma è un sì un po’ debole, perché forse tanti non ricordano questo. Ma se noi festeggiamo il giorno della nascita, come non festeggiare – almeno ricordare – il giorno della rinascita? Io vi darò un compito a casa, un compito oggi da fare a casa. Coloro di voi che non si ricordano la data del battesimo, domandino alla mamma, agli zii, ai nipoti, domandino: “Tu sai qual è la data del battesimo?”, e non dimenticarla mai. E quel giorno ringraziare il Signore, perché è proprio il giorno in cui Gesù è entrato in me, lo Spirito Santo è entrato in me. Avete capito bene il compito a casa? Tutti dobbiamo sapere la data del nostro battesimo. E’ un altro compleanno: il compleanno della rinascita. Non dimenticatevi di fare questo, per favore.

Ricordiamo le ultime parole del Risorto agli Apostoli; sono un mandato preciso: «Andate e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28,19). Attraverso il lavacro battesimale, chi crede in Cristo viene immerso nella vita stessa della Trinità.

Non è infatti un’acqua qualsiasi quella del Battesimo, ma l’acqua su cui è invocato lo Spirito che «dà la vita» (Credo). Pensiamo a ciò che Gesù disse a Nicodemo per spiegargli la nascita alla vita divina: «Se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito» (Gv 3,5-6). Perciò il Battesimo è chiamato anche “rigenerazione”: crediamo che Dio ci ha salvati «per la sua misericordia, con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito» (Tt 3,5).

Il Battesimo è perciò segno efficace di rinascita, per camminare in novità di vita. Lo ricorda san Paolo ai cristiani di Roma: «Non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (Rm 6,3-4).

Immergendoci in Cristo, il Battesimo ci rende anche membra del suo Corpo, che è la Chiesa, e partecipi della sua missione nel mondo. Noi battezzati non siamo isolati: siamo membra del Corpo di Cristo. La vitalità che scaturisce dal fonte battesimale è illustrata da queste parole di Gesù: «Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto» (cfr Gv 15,5). Una stessa vita, quella dello Spirito Santo, scorre dal Cristo ai battezzati, unendoli in un solo Corpo (cfr 1 Cor 12,13), crismato dalla santa unzione e alimentato alla mensa eucaristica.

Il Battesimo permette a Cristo di vivere in noi e a noi di vivere uniti a Lui, per collaborare nella Chiesa, ciascuno secondo la propria condizione, alla trasformazione del mondo. Ricevuto una sola volta, il lavacro battesimale illumina tutta la nostra vita, guidando i nostri passi fino alla Gerusalemme del Cielo. C’è un prima e un dopo il Battesimo. Il Sacramento suppone un cammino di fede, che chiamiamo catecumenato, evidente quando è un adulto a chiedere il Battesimo. Ma anche i bambini, fin dall’antichità, sono battezzati nella fede dei genitori. E su questo io vorrei dirvi una cosa. Alcuni pensano: ma perché battezzare un bambino che non capisce? Speriamo che cresca, che capisca e sia lui stesso a chiedere il Battesimo. Ma questo significa non avere fiducia nello Spirito Santo, perché quando noi battezziamo un bambino, in quel bambino entra lo Spirito Santo, e lo Spirito Santo fa crescere in quel bambino, da bambino, delle virtù cristiane che poi fioriranno. Sempre si deve dare questa opportunità a tutti, a tutti i bambini, di avere dentro di loro lo Spirito Santo che li guidi durante la vita. Non dimenticate di battezzare i bambini! Nessuno merita il Battesimo, che è sempre dono gratuito per tutti, adulti e neonati. Ma come accade per un seme pieno di vita, questo dono attecchisce e porta frutto in un terreno alimentato dalla fede. Le promesse battesimali che ogni anno rinnoviamo nella Veglia Pasquale devono essere ravvivate ogni giorno affinché il Battesimo “cristifichi”: non dobbiamo avere paura di questa parola; il Battesimo ci “cristifica”, chi ha ricevuto il Battesimo e va “cristificato”, assomiglia a Cristo, si trasforma in Cristo e lo rende davvero un altro Cristo.


Guarda il video della catechesi

Saluti:

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Rivolgo un cordiale benvenuto ai fedeli di lingua italiana.

Sono lieto di accogliere le Suore Canossiane, la Comunità Cattolica Palavra Viva; i pellegrini della Diocesi di Genova, con il loro Pastore, il Cardinale Angelo Bagnasco, e le Parrocchie, specialmente quella di Vico del Gargano e di Varapodio. Incoraggio tutti ad essere fedeli a Cristo affinché possiate far risplendere la gioia del Vangelo.

Saluto il gruppo dell’Università Campus Biomedico di Roma, a 25 anni dall’inizio di tale significativa Istituzione. Esorto tutti a vivere l’evento come occasione per un rinnovato slancio al servizio dell’ammalato, testimoniando in esso la gioia e i valori della fede.

Saluto i gruppi di studenti; la Scuola per Migranti di Firenze; i membri dell’Unione sportiva ACLI; i partecipanti alla manifestazione promossa dalla Lega Pro e la delegazione del Campionato mondiale automobilistico di “Formula E”.

Porgo un particolare pensiero ai giovani, agli anziani, agli ammalati e agli sposi novelli. L’annuncio pasquale continui ad infiammare il vostro cuore, affinché ciascuno possa sperimentare Cristo sul proprio cammino e aderire ai suoi insegnamenti.



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