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mercoledì 11 ottobre 2017

Perché una riforma della Chiesa Cattolica, oggi? di Alberto Neglia

Perché una riforma della Chiesa Cattolica, oggi? 
di Alberto Neglia
Riflessione pubblicata su “HOREB” 
tracce di spiritualità a cura dei Carmelitani 
anno XXVI - 2017 - n. 2 – 
“ La riforma della Chiesa, oggi”







"... i Padri al Concilio Vaticano II sottolineavano: «La Chiesa, che comprende nel suo seno peccatori ed è perciò santa e insieme sempre bisogno- sa di purificazione (purificanda), avanza continuamente per il cammino della penitenza e del rinnovamento (renovationem)» (Lumen gentium 8). E nel documento sull’Ecumenismo ancora in modo più esplicito evidenziavano la necessità di riforma nella chiesa: «La Chiesa peregrinante è chiamata da Cristo a questa continua riforma di cui, in quanto istituzione umana e terrena, ha sempre bisogno» (Unitatis redintegratio 6).
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perché la chiesa sia davvero memoria del volto di Gesù, è necessario che le comunità tornino a “stare” con la Parola di Dio in modo che la loro vita torni a dare spessore storico al dato evangelico. È l’ascolto della Parola, infatti, che radica in Dio e crea un rapporto di parentela, di consanguineità con lui: «Mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica» (Lc 8,19-21) La parola ascoltata e meditata, pregata, aiuta la comunità a progredire nella vita spirituale e a restare fedele al progetto di Dio. Una comunità cristiana che riprende a leggere, meditare e pregare la parola di Dio diventa nel mondo presenza che ritrova la spina dorsale, corpo vivo che rinnova le vene attraverso cui scorre il sangue che lo mantiene in vita, animato dal Signore Gesù.
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Si tratta di lasciare esplodere nella propria esistenza l’atteggiamento che caratterizza il vissuto di Gesù: «Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù», ci ricorda Paolo (Fil 2,5), e chiarisce: «Egli spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce» (Fil 2,5-8). Questo è il modo di sentire di Cristo, il suo modo di entrare nel mondo e il suo modo di stare nella storia degli uomini: ci sta nella posizione dell’obbediente, di chi porta il carico, di chi è sottoposto. Questo è il suo modo di fare cultura nella storia degli uomini. A partire dalla contemplazione di questa icona di Cristo, Paolo, nella stessa lettera ammonisce: «Ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso» (Fil 2,3). La parola umiltà non esprime la densità semantica del termine greco tapeinofrosune, di cui vuole essere traduzione. Tapeinofrosune, certamente vuol dire umiltà, ma più esattamente è la piccolezza, è il sentirsi piccoli, è il pensarsi piccoli, è un approccio al mondo che viene filtrato dalla piccolezza. Questa piccolezza, è il sentimento che fa cogliere gli altri superiori a se stessi, non per scenografia, ma come impostazione di vita. È il radicale aprirsi dell’animo umano all’altro come dono, ma è anche apprezzamento del dono altrui che gratuitamente ti viene elargito, è l’atteggiamento che ti fa cogliere tutto come dono anche le catene e la morte. È riconoscimento che nel mondo c’è sempre e comunque un dono per te, dove sempre e comunque tu sei chiamato a essere presente con tutta la tua responsabilità e con tutto il tuo impegno di obbedire al dono altrui. Ci piace pensare una Chiesa comunità che insegue questo atteggiamento, lo accarezza come progetto culturale e siede in circolo accanto agli altri, accanto ai “poveri cristi”, senza pregiudizi, e si gioca con loro non solo le cose, ma la vita, la posizione sociale, la reputazione. Ci piace immaginare una chiesa che inizi a pensare, a organizzare e ad articolare la vita a partire dalla “pietra scartata” che è Cristo crocifisso, a partire dai “poveri cristi” gli sfigurati, gli esclusi di questo mondo, tra questi ci sono certamente i profughi che rischiano la vita per approdare alle nostre spiagge. Questi sono i veri “vicari di Cristo” (cf. Mt 25,31-46), che ci interpellano e ci ricordano che la via della vita non si può percorrere senza di loro, che la chiesa si costruisce assieme a loro

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Perché una riforma della Chiesa Cattolica, oggi? di Alberto Neglia  (PDF) 



Leggi anche:
- Editoriale di HOREB - "La riforma della Chiesa, oggi"- (PDF)

- Sommario di HOREB - "La riforma della Chiesa, oggi " (PDF)


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