“Diciamo di essere cristiani, diciamo di avere un padre, ma viviamo come, non dico come animali, ma come persone che non credono né in Dio né nell’uomo, senza fede, e viviamo anche facendo del male, viviamo non nell’amore ma nell’odio, nella competizione, nelle guerre. È santificato nei cristiani che lottano fra loro per il potere? È santificato nella vita di quelli che assoldano un sicario per liberarsi di un nemico? È santificato nella vita di coloro che non si curano dei propri figli? No, lì non è santificato il nome di Dio”. 

Così Papa Francesco nella conversazione con don Marco Pozza, teologo e cappellano del carcere di Padova, trasmessa nel programma “Padre nostro”, in onda su Tv2000 dal 25 ottobre, ogni mercoledì, alle 21. 

L’anteprima è stata presentata nel pomeriggio di mercoledì 18 ottobre nella Filmoteca Vaticana, alla presenza del prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, mons. Dario Edoardo Viganò, del direttore di Tv2000, Paolo Ruffini, di don Marco Pozza e del regista Andrea Salvadore. Dall’incontro, dalle parole e dalle risposte del Papa a don Marco è nato anche il libro “Padre nostro” di Papa Francesco della casa editrice Rizzoli e della Libreria Editrice Vaticana, in uscita in Italia il 23 novembre. 

Il programma, nato dalla collaborazione tra la Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede e Tv2000, è strutturato in nove puntate, ogni mercoledì.

Ci vuole coraggio per pregare il Padre nostro. Ci vuole coraggio. Mettetevi a dire ‘papà’ e a credere veramente che Dio è il Padre che mi accompagna, mi perdona, mi dà il pane, è attento a tutto ciò che chiedo, mi veste ancora meglio dei fiori di campo”, l’esortazione di Francesco: “Credere è anche un grande rischio: e se non fosse vero? Osare, osare, ma tutti insieme. Per questo pregare insieme è tanto bello: perché ci aiutiamo l’un l’altro a osare”. 

Le prime otto puntate della trasmissione sono introdotte dalle parole del Papa seguite dalla conversazione di don Marco con un ospite, mentre nell’ultima puntata viene trasmesso il colloquio integrale di Francesco con il cappellano del carcere di Padova.

“Da bambini, a casa, quando il pane cadeva – prosegue – ci insegnavano a prenderlo subito e baciarlo: non si buttava mai via il pane. Il pane è simbolo di questa unità dell’umanità, è simbolo dell’amore di Dio per te, il Dio che ti dà da mangiare. Quando avanzava, le nonne, le mamme cosa facevano? Lo bagnavano con il latte e ci facevano una torta, qualunque cosa: ma il pane non si butta”.

Per recitare il Padre nostro, bisogna imparare dalla “saggezza dei semplici”. Ne è convinto il Papa. “Una volta – racconta Francesco nella trasmissione, presentata oggi in anteprima alla Filmoteca Vaticana – è venuta a Buenos Aires l’immagine della Madonna di Fatima e c’era una Messa per gli ammalati, in un grande stadio pieno di gente. Io ero già vescovo, sono andato a confessare e ho confessato, confessato, prima della Messa e durante. Alla fine non c’era quasi più gente e io mi sono alzato per andarmene, perché mi aspettava una cresima da un’altra parte. È arrivata però una signora piccolina, semplice, tutta vestita di nero come le contadine del Sud d’Italia quando sono in lutto, ma i suoi splendidi occhi le illuminavano il viso. ‘Lei vuole confessarsi’ le ho detto, ‘ma non ha peccati’. La signora era portoghese e mi ha risposto: ‘Tutti abbiamo peccati…’. ‘Stia attenta, allora: forse Dio non perdona’. ‘Dio perdona tutto’ ha sostenuto con sicurezza. ‘E lei come fa a saperlo?’. ‘Se Dio non perdonasse tutto – è stata la sua risposta – il mondo non esisterebbe’. Avrei voluto dirle: ‘Ma lei ha studiato alla Gregoriana!’. È la saggezza dei semplici, che sanno di avere un padre che sempre li aspetta”.
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“La convergenza è meglio della concorrenza”. Così ha esordito mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria della Comunicazione, durante la presentazione: “E questo lo ha chiesto proprio papa Francesco in occasione dei trent’anni del Centro Televisivo Vaticano nel 2013. Con ‘Padre nostro’ possiamo affermare di aver creato un progetto integrato, globale. Un lavoro condiviso tra Segreteria per la Comunicazione e il suo Dipartimento di produzione audiovisiva (così si chiama ora il Ctv), Tv2000 la rete della Chiesa in Italia, la Libreria editrice vaticana e Rizzoli. Abbiamo realizzato un piccolo miracolo, per portare questa meditazione sul ‘Padre nostro’ insieme al Papa a quante più persone possibile, secondo tutte le forme disponibili”.

Grazie alla sinergia attivata con la Segreteria per la Comunicazione, infatti, “Padre nostro” non è solo un prodotto audiovisivo in 9 puntate di Tv2000, ma anche un libro – “Quando pregate dite Padre nostro” – edito da Lev e Rizzoli; un testo che raccoglie l’intervista integrale tra il Papa e don Pozza, accompagnata inoltre dalla testimonianza dal mondo delle carceri, con l’esperienza condotta da don Pozza nel penitenziario di Padova. “Il libro è stato presentato pochi giorni fa alla Fiera di Francoforte e uscirà in Italia a novembre. Presto verrà tradotto in lingua inglese, francese e probabilmente in spagnolo”, ha dichiarato fra Giulio Cesareo, neo responsabile della Lev, intervenuto in Filmoteca insieme a mons. Dario E. Viganò, al direttore di Tv2000, Paolo Ruffini, a don Pozza e al regista Andrea Salvadore.

“Il regalo più bello, e inaspettato, lo abbiamo ricevuto da papa Francesco, conversando con noi grazie a don Marco Pozza e a mons. Dario E. Viganò”. Così ha dichiarato il direttore di Tv2000, Paolo Ruffini“All’inizio – ha sottolineato ancora il direttore di Tv2000 – con don Marco eravamo affascinati dall’idea di realizzazione di un programma sulla preghiera del ‘Padre nostro’, ma anche spaventati: provare attraverso la televisione (che consuma tutto così velocemente) a riflettere su questa preghiera, e riscoprirne la bellezza nascosta, la profondità, l’attualità. Una strada difficile. Ma su questa strada abbiamo fatto incontri sorprendenti. E il più sorprendente di tutti è stato quello con il Papa”.
Ruffini ha poi spiegato: “Ne sono uscite 8 puntate che andranno in onda ogni mercoledì a partire dal 25 ottobre. Si chiuderà il 20 dicembre con un nono appuntamento, ovvero l’incontro tra don Marco Pozza e papa Francesco. In generale, nel corso delle puntate, don Marco ha conversato con persone comuni ed esponenti della vita culturale del Paese – Silvia Avallone, Erri De Luca, Maria Grazia Cucinotta, Simone Moro e Tamara Lunger, Carlo Petrini, Flavio Insinna, Umberto Galimberti, Pif – anche distanti dalla fede e non credenti, che hanno accettato di confrontarsi con il teologo regalando delle testimonianze intense, dense di senso”.

All’inizio pensavo a uno ‘scherzo’ che mi faceva Dio. Io vengo da un rapporto automatico con questa preghiera. L’avevo recitata così tante volte in vita mia, che quasi quasi mi ero abituato. Non riuscivo più a gustarne il sapore”. È quanto ha dichiarato don Marco Pozza, ha poi sottolineato: “Nella fase ideativa del programma, pochi mesi fa, ho deciso di smontare la preghiera, per innamorarmene. Ho rintracciato così 8 parole e ho pensato di farle raccontare per ‘negazione’, coinvolgendo chi non prega, chi non è credente. Ed è sorprendente lo stupore di questi non credenti nell’entrare in contatto con tale preghiera. Nessuno di loro – ha precisato don Pozza – sapeva che sarebbe entrato in questa avventura papa Francesco. Poi grazie a una testimonianza, a un suggerimento – i poveri conoscono Dio meglio di noi –, mi sono convito a scrivere al Papa per raccontagli il progetto. In poco tempo papa Francesco mi ha chiamato. E quando l’ho incontrato per l’intervista, l’ho abbracciato, ho sentito il desiderio di abbracciarlo più volte. Ho avuto la convinzione di conversare con una persona, un pastore, che incontra ogni giorno Dio. Uno che profuma di Dio. E allora l’ho abbracciato, per cercare di attaccarmi addosso un po’ di quel profumo”.
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