di Raniero La Valle
Quando c'erano i bombardamenti sul Vietnam, una bomba scoppiò anche nel cortile dell'arcivescovado di Bologna. Oggi quella bomba è stata ripresa al laccio e scagliata lontano, fuori della Chiesa, a Bologna. Francesco continua a riparare la Chiesa di Gesù Cristo. Con quale storia alle spalle?
Era il 1967 e da molte parti del mondo cristiano saliva a Paolo VI la richiesta che la Santa Sede condannasse i bombardamenti americani sul Vietnam del Nord. Il giornale cattolico di Bologna sosteneva indefessamente, contro le bombe, il negoziato. Ma Paolo VI pensava che la Chiesa dovesse restare neutrale tra Stati Uniti e Vietcong, e non condannò i bombardamenti e la guerra americana. Allora nella giornata della pace del 1 gennaio 1968 l'arcivescovo di Bologna Giacomo Lercaro proclamò solennemente in cattedrale, riprendendo un tema di Dossetti, che "la via della Chiesa non è la neutralità, ma la profezia". Non glielo perdonarono, del resto avevano un conto aperto con lui, perché era stato lui il promotore e la guida della riforma liturgica del Concilio, e se ormai nella Chiesa la Parola si poteva annunciare in lingue vive, e non nascosta nel sudario del latino, si doveva a lui. Sicché il cardinale Lercaro fu rimosso (il giornale già era stato chiuso) e cominciò così la grande lacerazione della Chiesa, non solo di Bologna, dopo il Concilio. Qualche mese dopo, ricevendo finalmente il deposto arcivescovo, al suo racconto dei fatti Paolo VI si mostrò contrariato, e gli disse: "cosa devo fare, devo rimetterla in sede?". Di certo non si trattava di questo; Lercaro senza protestare aveva obbedito, si era ritirato nella sua casa dove ogni mattina, per i ragazzi che egli ospitava per mantenerli all'università, celebrava la Messa su un altare dove era scritto: "se condividiamo il pane celeste, come non condivideremo il pane terreno?".
Domenica 1 ottobre papa Francesco lo ha simbolicamente rimesso in sede, sulla cattedra bolognese, citandolo e ripetendo davanti a San Domenico, all'università, agli studenti, alla città, la sentenza incriminata: "la via della Chiesa (per sbaglio ha detto "la vita") non è la neutralità ma la profezia". Ormai nemmeno in nome della neutralità una bomba, una violenza, una guerra, può essere scatenata con il beneplacito della Chiesa. E un esercito che lo faccia non può avere per patrono papa Giovanni XXIII.
E a ricostruire l'integrità della memoria storica della Chiesa bolognese, in una liturgia tutta lercariana, nello stadio dei quarantamila, su un altare dove campeggiava la scritta: "se condividiamo il pane celeste, come non condivideremo il pane terreno?", il papa lasciava come consegna, e non solo a Bologna, le "tre P" che erano state la sostanza e il compendio del magistero dell'arcivescovo Lercaro: "la Parola" - rimessa nelle mani del popolo - "il Pane" - sulla mensa eucaristica e la tavola dei miseri - "i Poveri" - come icona perenne del Cristo che svuotò se stesso per assumere la condizione del servo -; e il nuovo arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi, ha raccolto la consegna e ne ha rifatto il programma della sua Chiesa.
Questo è stato l'evento del 1 ottobre a Bologna.
(Fonte: post blog del 03.10.2017 )
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