S. Teresa d'Avila -
"Teresa e le sue sorelle:
una comunità in cammino con Dio"
una comunità in cammino con Dio"
di Egidio Palumbo, ocarm
Incontro del 28.10.2015 inserito nell'ambito dei
I MERCOLEDÌ' DELLA SPIRITUALITÀ 2015
S. TERESA D’AVILA DONNA IN CAMMINO CON DIO
Nel V Centenario della nascita (1515-2015)
promossi dalla Fraternità Carmelitana di
Barcellona Pozzo di Gotto (ME)
Di Teresa d’Avila vogliamo mettere in risalto l’esperienza del cammino, espressa nella sua ricerca appassionata di Dio, nella sua contemplazione dell’umanità di Cristo Amico e nell’amore di sororità in Cristo, vissuto con le sue consorelle carmelitane.
1. Teresa, donna inquieta e pellegrina
Teresa d'Avila è riconosciuta riformatrice del Carmelo e da parte dei Carmelitani Scalzi è riconosciuta loro fondatrice, anche se non era sua intenzione di fondare un nuovo Ordine Carmelitano (cf. Lettera 248,9). Dopo 27 anni trascorsi nel Monastero dell'Incarnazione ad Avila, dove entrò nel 1535, fondò nel 1562, sempre nella stessa città, il Monastero di S. Giuseppe, il primo monastero della sua riforma. Alcuni anni più tardi proseguì la sua riforma fondando altri 16 monasteri con lo stesso stile di vita fraterno, povero e contemplativo che aveva assunto nel monastero di S. Giuseppe ad Avila. Così tra il 1567 e il 1582 – periodo che corrisponde agli anni 52-67 della sua vita – fondò i monasteri di Medina del Campo, Malagón, Valladolid, Toledo, Pastrana, Salamanca, Alba de Tormes, Segovia, Beas, Siviglia , Caravaca, Villaneueva, Palencia, Soria, Granada e Burgos. Per compiere quest'opera di fondazione, Teresa d'Avila viaggiò molto, camminando lungo le strade della Spagna. Ella è stata, secondo il giudizio negativo del nunzio mons. Filippo Sega, che lei stessa riferisce in una lettera (cf. Lettera 248,3), una «fémina inquieta y andariega» («una donna inquieta e vagabonda»). Ma tale giudizio, considerando anche il particolare pregiudizio del nunzio, paradossalmente dice in positivo l’animo e lo stile di Teresa: una donna inquieta, perché mai appagata dei risultati ottenuti, mai adagiata sulle mete raggiunte; una donna, non vagabonda, bensì in cammino, perché sempre in ricerca, sempre proiettata in avanti, sempre guardando in avanti e oltre…
Dei suoi viaggi Teresa ne parla nel libro delle Fondazioni, scritto negli anni 1573-1582, dove narra che di solito viaggiava su un carro con alcune sue consorelle e il cappellano; i viaggi erano a volte tranquilli, ma molto spesso scomodi e faticosi. Così narra in Fondazioni 24,5: «Ebbero subito inizio i preparativi del viaggio, perché il caldo cominciava ad essere intenso. Il padre commissario apostolico Graziano andò dal Nunzio, che l’aveva chiamato, e noi a Siviglia, con i miei buoni compagni di viaggio, il padre Giuliano d’Avila, Antonio Gaytán e un frate scalzo. Andavamo in carri ben coperti, essendo questo, sempre, il nostro modo di viaggiare».
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2. In cammino nella storia
Di fronte alla forte situazione conflittuale, a volte anche violenta – “incendio” lo qualifica Teresa (cf. Cammino 1,5; 3,1) −, suscitata dallo scisma tra cattolici e protestanti, che lacera l'unità della Chiesa in occidente (cf. Cammino 1,3), Teresa, assieme alla sua comunità, assimilando la sapienza di Dio, seppe dare una risposta che fu esistenziale e vocazionale. Così affermò Paolo VI il 27 settembre 1970 nell'omelia in occasione del riconoscimento di Teresa Dottore della Chiesa: «Ella per il suo amore alla verità e la sua intimità con il Maestro, ebbe ad affrontare amarezze e incomprensioni di ogni sorta e non sapeva dar pace al suo spirito dinanzi alla rottura dell’unità […]. Questo suo sentire con la Chiesa, provato nel dolore alla vista della dispersione delle forze, la condusse a reagire con tutto il suo forte spirito castigliano nell’ansia di edificare il regno di Dio; decise di penetrare nel mondo che la circondava con una visione riformatrice per imprimergli un senso, un’armonia, un’anima cristiana» [sottolineatura mia]. Le parole di Paolo VI – in particolare queste ultime – sono illuminanti. Vediamo, allora, come Teresa “ha penetrato nel mondo con una visione riformatrice”.
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