JESUS, novembre 2012
Caro Diogneto - 47
Rubrica di ENZO BIANCHI
Oggi noi cristiani, consapevoli di essere diventati una minoranza nella società occidentale o di rappresentare solo un’istanza culturale e antropologica periferica, siamo colti da timori, forse anche da paure; di conseguenza siamo tentati non solo di assumere posizioni difensive e di asserragliarci in nome di un’identità ostentata come una bandiera, ma anche di finire per giudicare in modo negativo la società e il mondo – cioè gli uomini e le donne non cristiani in mezzo ai quali abitiamo e viviamo – a volte con venature di disprezzo, come se fossero corpi estranei. Così ci si esercita in letture ossessive dei mali e si ripetono litanie in cui gli “ismi” indicanti il male si susseguono: soggettivismo, individualismo, relativismo, nichilismo, libertarismo, consumismo... forse senza neanche la convinzione di essere abilitati a esercitare il ministero di profeti di sventura.
È vero, la società attuale – lo denunciano i sociologi – sembra essere incamminata verso la barbarie, percorre un cammino di disumanizzazione: è una società che tutti dicono “in crisi” etica, sociale, politica, oltre che economica e finanziaria. Eppure, proprio in nome di una speranza non frutto di un facile ottimismo umano, ma originata dalla rivelazione di un Dio che in Gesù Cristo ha mostrato il suo amore folle e infinito per noi uomini e per il nostro mondo, dovremmo cercare di avere uno sguardo conseguente alla nostra fede...
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