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martedì 20 novembre 2012

Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Il 20 novembre del 1989 l’Assemblea Generale dell’Onu approvò all’unanimità la Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo. Trent’anni prima, esattamente nello stesso giorno, l’Organizzazione aveva adottato un’omonima, ma non vincolante, Dichiarazione. La scelta di questa data come Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia, dunque, appare obbligata, a rimarcare sia i progressi raggiunti che il molto lavoro da fare.
L’introduzione di una specifica cornice di tutela per i bambini è il risultato di un percorso né facile né rettilineo, a dispetto dell’attenzione che sin dalla fine della seconda guerra mondiale la comunità internazionale aveva rivolto agli stessi, con l’istituzione dell’Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia
Leggi tutto: “Education First” nella Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia

Oggi è la Giornata mondiale dei diritti del bambino. Provate a ripetere mentalmente 'diritti del bambino', mentre ancora scorrono sullo schermo le immagini dei piccoli straziati dalle bombe; provate a risentire le parole che l’assemblea generale dell’Onu scrisse 23 anni fa nel Preambolo della Convenzione, l’unico testo giuridico al mondo, per quanto io sappia, che contenga la parola 'amore'. Lasciatele scorrere in sottotitolo sul panorama d’immagini che scandisce in piano-sequenza infinito il dolore innocente che ha fatto atroce la storia di oggi e di ieri; le bombe di Gaza e i massacri di Siria, i milioni di bimbi dal ventre gonfio e le mosche sul viso che muoiono di stenti, gli infanticidi selettivi del subcontinente indiano, le violenze e lo sfruttamento e persino la tratta, e il picco d’orrore dei bambini soldato. E dite infine se c’è una spiegazione, accanto alla tenerezza che suscita 'il profilo del cucciolo' sull’emozione e l’istinto, la presenza di una crudeltà che si sfoga sull’essere umano indifeso e inoffensivo, fragile e supplice, senza che il pensiero affondi in un misterioso dominio di male.

Raggiunti negli ultimi vent’anni i livelli massimi di disuguaglianza a discapito dei bambini più poveri, denuncia il nuovo rapporto “Nati Uguali” di Save the Children diffuso in occasione della Giornata Mondiale per l’Infanzia. 
Una condizione che influisce drammaticamente sulla loro salute, la loro educazione e le possibilità di sopravvivenza, esponendoli maggiormente alle malattie, al ritardo fisico o mentale, e all’abbandono scolastico. 
Secondo il nuovo rapporto dell’Organizzazione, che raccoglie i dati relativi a 32 paesi (1), il gap tra i bambini poveri e quelli ricchi a livello globale è cresciuto del 35% rispetto al 1990 – un aumento doppio rispetto a quello riscontrato per gli adulti – con la conseguenza che in alcuni paesi la mortalità infantile sotto i 5 anni per i bambini poveri è doppia rispetto a quella dei più ricchi. In linea generale, il rapporto dimostra che i bambini che nascono con maggiori possibilità economiche hanno 35 volte le possibilità di accedere alle risorse rispetto a quelli più poveri e questo riguarda ad esempio l’accesso all’educazione, alle cure sanitarie, ma anche una minore possibilità di dover lavorare in tenera età. 

Entro il 2050 una persona su tre che nascerà sarà africana, come lo sarà anche un bambino su tre al di sotto dei 18 anni. Cento anni prima, il rapporto di nati nell’Africa Subsahariana era soltanto di uno su 10.
In occasione della Giornata mondiale dell'infanzia, l'UNICEF ha pubblicato “Generazione 2025 e oltre: l'importanza critica di comprendere le tendenze demografiche per i bambini del 21 ° secolo” una nuova ricerca che evidenzia i cambiamenti demografici globali previsti per la prossima generazione di bambini che rappresentano grandi sfide per i responsabili e i leader politici.