Il 25 aprile del 1992 un incidente stradale poneva fine alla vita di Ernesto Balducci. A vent'anni di distanza, cosa ci rimane di lui? Nella Chiesa sembra essere stato dimenticato. Le sue idee, esposte in una quantità notevole di libri, articoli, saggi, conferenze, son quasi solo relegate nella cerchia di chi continua a studiarle. Ma Balducci non è affatto “superato”.
Laicità politica del credente
Le sue riflessioni, le sue speranze, e le sue stesse “visioni” del futuro, non appartengono ad una stagione irrimediabilmente passata. Anzi.
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Se fosse ancora qui tra noi, padre Ernesto Balducci non avrebbe dubbi. Per uscire dalla crisi dobbiamo ripartire dalle città. Di fronte alla crisi epocale che sta facendo strage di diritti, di fiducia e di vite umane, di fronte al disordine, all'incertezza e allo smarrimento imperanti Balducci ci indicherebbe innanzitutto un luogo. Non un luogo qualunque, ma qualunque luogo dove l’umanità assume un volto concreto.
Poche settimane prima di morire (il 25 aprile del 1992), padre Ernesto Balducci cura la postfazione a “Vangeli del terzo millennio”di Paul Gauthier, edito in Italia da Qualevita. Ve ne proponiamo un estratto:
”Ecco cosa mi dico: il Cristo viene a te sotto le specie sacramentali del diverso: la donna, l’operaio, il nero, il musulmano, il buddista ecc. Il Dio di Gesù Cristo è nascosto in ogni diversità, egli è il Santo. Ma la sua diversità ha disteso veli tra noi e ci viene incontro attraverso gli uomini differenti da noi. Il viso di Dio è il viso dell’uomo che io non arrivo a comprendere. Mio compito non è far diventare cristiani gli altri, bensì quello di entrare nella identità degli altri e di comprenderli o, almeno, di prenderla come misura delle possibilità del Regno.
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Il 25 aprile di venti anni fa, moriva Ernesto Balducci, lo scolopio di Santa Fiora che ha operato per decenni a Firenze. La sua lettura dei segni dei tempi l’ha portato a percepire la differenza tra cristianesimo e cristianità.
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«Testimonianze» dedica questo volume monografico speciale al suo fondatore a 20 anni dalla sua scomparsa (25 aprile1992). Un lavoro «plurale», a più voci, ad opera di amici, studiosi, «compagni di viaggio» che vuole essere l’omaggio ad una figura originalissima di prete, cristiano e pensatore ed alla sua «laica» elaborazione sui temi della pace, dell’interdipendenza planetaria e dei diritti umani. Ma anche una rinnovata occasione per lo sviluppo di una riflessione storico-critica sul percorso di una personalità la cui feconda ed anticipatrice visione del mondo e delle cose va oggi posta in rapporto con i temi ed i problemi inediti e con la complessa ed ambivalente realtà degli anni duemila.