La Resurrezione non è un teorema
ma un incontro con il Cristo risorto
P. Silvano Fausti SJ
Si può andare ancora oggi al Santo sepolcro, e cosa vediamo? Niente! Siamo di fronte al problema di un’assenza, l’unica assenza indebita: sappiamo che si nasce per caso, si vive non si sa come e non si sa quanto, si è sicuri che si torna al sepolcro e lì si rimane. E Lui non è lì.
Il sepolcro vuoto infrange l’unica certezza che ha l’uomo, l’unico ricordo. In greco, la lingua dei Vangeli, la parola ‘ricordo’ e ‘sepolcro’ sono la stessa parola; anche ‘morte’ ha la stessa radice. Praticamente è infranta la memoria di morte che ha l’uomo. Ma non basta che il sepolcro sia vuoto, come faccio a incontrare il Risorto?
C’è un cammino da fare. Tra l’altro, il segno dell’incontro col Risorto è una cosa semplicissima. Già Nietzsche lo diceva: «Non è vero che Cristo è risorto, se no i cristiani avrebbero un’altra faccia». Cioè l’incontro con il Risorto vuol dire risorgere. Se t’incontri con la luce, hai luce; se t’incontri col fuoco, bruci; se t’incontri con l’acqua sei bagnato perlomeno! ... (P. Silvano Fausti SJ)
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