Benvenuto a chiunque è alla "ricerca di senso nel quotidiano"



sabato 15 novembre 2025

ALBERTO NEGLIA: Noi crediamo in Gesù Figlio di Dio origine e compimento della fede (VIDEO)

Noi crediamo in Gesù Figlio di Dio 
origine e compimento della fede
Alberto Neglia 

05.11.2025 - Terzo dei Mercoledì della Spiritualità 2025

VIVERE NELL’OGGI CON PROFEZIA
IL SIMBOLO DELLA FEDE

promossi dalla Fraternità Carmelitana
di Barcellona Pozzo di Gotto


Premessa

   La vita spirituale non principia da noi e neppure a noi è finalizzata. Alla sua fonte e al suo supremo termine sta Dio-Amore. Questo Dio-Agàpe è Padre-Figlio e Spirito Santo.

  È Dio Trinità, che è innamorato di noi, quindi che prende l’iniziativa. Egli è luce che illumina e riscalda, ci visita, ci abbraccia, ci risveglia alla vita, ci mette in cammino e ci coinvolge a diventare nella storia, racconto del suo mistero di amore, attivando in noi tre atteggiamenti, che la tradizione cristiana ha chiamato virtù teologali: fede speranza e carità.


    L’apostolo Paolo ringrazia il Signore perché questo vissuto anima la piccola comunità di Tessalonica:


Ringraziamo sempre Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere, continuamente memori davanti a Dio e Padre nostro del vostro impegno nella fede, della vostra operosità nella carità e della vostra costante speranza nel Signore nostro Gesù Cristo (1Ts 1,2-3).

 

In questa riflessione prendiamo in considerazione la fede.
...
      «I cristiani non sono separati da tutti gli altri uomini…», ci viene detto, però l’anonimo autore sente il bisogno di evidenziare: «Nondimeno, essi hanno un modo di essere cittadini che stupisce ed è generalmente riconosciuto come paradossale».

     Cosa stupisce della vita del credente del secondo secolo e dovrebbe stupire ancora oggi? Ci viene detto subito dopo: «La terra è la loro dimora, ma la abitano da cittadini del cielo»[1]. È, come se dicesse: nelle vicende umane, belle o drammatiche, essi sono manifestazione del “patire” di Dio, dell’amore appassionato di Dio per i suoi figli, così come si è manifestato in Cristo Gesù.

      E in effetti dovrebbe essere proprio così! Sequestrato da Gesù e reso vivo dal suo Spirito, il credente, non ha semplicemente il permesso, ha l'obbligo di stare in questa storia. Ma proprio perché ci sta, portandosi nel cuore il “patire” di Dio, egli educato dalla Parola, ascoltata, meditata, pregata, ci sta da contemplativo, ammirando in essa la bellezza del creato e “i germi del regno”. Ci sta con occhi aperti, con gli occhi di Gesù che sulla croce si è fatto Dio nudo, più nudo di tutti i defraudati della storia, e da questa prospettiva legge le fratture i conflitti le dinamiche di morte che purtroppo sono presenti in questo nostro mondo.

   Egli apre gli occhi sul cinismo e sulle situazioni infernali provocate dagli uomini e prende posizione perché ogni uomo viva. Questo decidersi per la causa di Dio e degli ultimi, spesso è a “caro prezzo”, nel senso che chi prende posizione, facilmente, è visto come il guastafeste, come colui che getta fuoco nelle situazioni umane e ne sperimenta la sofferenza. Questa sofferenza bisogna metterla in conto. Gesù ce l’ha detto con chiarezza: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua» (Lc 9,23).

   Chi si assume la responsabilità del quotidiano si consegna alla logica imprevedibile della croce. Sembra un paradosso ma è così. È stato così per Gesù: Egli, desideroso di portare a compimento il progetto del Padre, impegnato a dare un respiro all'uomo, si è trovato davanti un cammino segnato dalla croce, ma non si è tirato indietro non ha fatto silenzio. Ha vissuto l'evento croce non come fatalità storica, ma come libertà che mette a rischio la vita stessa per testimoniare la fedeltà nell'amore all'uomo e per offrire spiragli nuovi ai volti disperati.

GUARDA IL VIDEO


Guarda anche i post già pubblicati: