Benvenuto a chiunque è alla "ricerca di senso nel quotidiano"



giovedì 20 novembre 2025

“Con voce accorata”. I vescovi italiani supplicano il governo di mettere al bando le armi e impiegare ogni sforzo a servizio della pace

“Con voce accorata”.
I vescovi italiani supplicano il governo di mettere al bando le armi e impiegare ogni sforzo a servizio della pace 


“Noi, pastori della Chiesa italiana, riuniti nella città di san Francesco, uomo di pace, auspichiamo che all’umanità siano risparmiati ulteriori lutti e tragedie e sia evitata la spaventosa ipotesi di una catastrofe dalle conseguenze incalcolabili. Con voce accorata, in nome del principe della pace, supplichiamo quanti governano i popoli, perché – messe al bando le armi, a cominciare dalle testate atomiche – impieghino ogni loro sforzo a servizio della pace e i mezzi a loro disposizione per combattere la fame che è nel mondo. Allora, sì, il Dio della pace sarà con noi”. Questo l’appello per la pace letto dai vescovi italiani durante la celebrazione dei Vespri e la preghiera per la pace presieduti dal card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nella chiesa inferiore della basilica di san Francesco ad Assisi, a conclusione della terza giornata dell’81ma assemblea generale. I vescovi si rivolgono, in modo particolare, “a quanti hanno in mano le sorti dei popoli, sull’esempio del santo di Assisi, che ‘a tutti i podestà e ai consoli, ai giudici e ai reggitori di ogni parte del mondo’ scrisse una lettera ferma e franca, chiedendo di non ‘dimenticare il Signore né deviare dai suoi comandamenti’”. “Quanti lo fanno, saranno infatti rigettati dal Signore, ‘e quando verrà il giorno della morte, tutte quelle cose che credevano di possedere saranno loro tolte. E quanto più sapienti e potenti saranno stati in questo mondo, tanto maggiori tormenti patiranno nell’inferno’”, si legge infatti nella Lettera ai reggitori dei popoli. “Tutti, infatti, dovremo comparire davanti al tribunale di Cristo per render conto delle nostre azioni e quanto maggiori saranno state le responsabilità sulle spalle – lo diciamo con tremore, pensando alle nostre – tanto maggiore sarà il rischio nel giorno del giudizio”, il monito dei vescovi.

Perché si concretizzi il sogno della pace, “ieri come oggi, c’è bisogno di una conversione vera, di un cambiamento profondo di mentalità, che parta dalla convinzione che Dio ha dato a tutti, non solo ad alcuni, le ricchezze della terra”, spiegano i vescovi che con le parole della Gaudium et spes invitano tutti gli uomini a mettere a disposizione e impiegare “utilmente i propri beni, ciascuno secondo le proprie risorse, specialmente fornendo ai singoli e ai popoli i mezzi con cui essi possano provvedere a se stessi e svilupparsi”. C’è bisogno, quindi, di “conversione”, e per questo, secondo i presuli, “tornano ancora attuali le parole di san Francesco, tante volte espresse nei suoi scritti, di fare penitenza, cioè di convertirsi realmente, di vedere uomini e cose con gli occhi di Dio, di fare nostri i suoi criteri di valore e di giudizio”. “È quanto oggi, sulla tomba del santo, chiediamo umilmente a tutti e in primo luogo a noi stessi, vescovi delle Chiese in Italia”, conclude l’appello della Cei.
(fonte: Faro di Roma articolo di S C 19/11/2025)