Una fede disarmata e disarmante per la promozione della nonviolenza
Prima riflessione sinodale di Pax Christi Italia (aprile 2022)
Pax Christi, nata come movimento di preghiera per la riconciliazione fra i popoli durante e dopo la seconda guerra mondiale, sviluppatasi alla luce del Vangelo, della Pacem in terris, del Concilio Vaticano II, della profezia di Tonino Bello e Luigi Bettazzi, accoglie con profonda commozione il grido di dolore di papa Francesco, che è il grido di dolore delle vittime di tutte le guerre: “Tacciano le armi”, “nessuna guerra è giusta” (16 e 18 marzo 2022), “la pace è possibile, la pace è doverosa, la pace è primaria responsabilità di tutti” (messaggio di Pasqua 2022).
Con questo spirito partecipiamo in vari modi al cammino sinodale fiduciosi nella possibilità di maturare come Chiesa un orientamento disarmante, un pensiero nonviolento, una pedagogia conviviale, pratiche di riconciliazione nella verità e nella giustizia.
Un’ unica terza guerra mondiale
Sta cambiando il panorama geopolitico internazionale. Sta cambiando lo scenario del mondo con l’intreccio devastante di alcune grandi crisi (pandemica, climatica, economica, bellica). Seguendo lo schema della guerra, scrive il papa nell’introduzione al suo libro Contro la guerra. Il coraggio di costruire la pace (2022), “passo dopo passo ci avviamo verso la catastrofe. Pezzo dopo pezzo, il mondo rischia di diventare il teatro di un’unica Terza guerra mondiale. Cui ci si avvia come fosse ineluttabile”. E l’odio così diffuso va estirpato dalle menti e dai cuori. Per farlo, “c’è bisogno di una politica lungimirante capace di costruire un nuovo sistema di convivenza che non sia più basato sulle armi, sulla potenza delle armi, sulla deterrenza”.
Cambiare lo sguardo
Ci sembra urgente cambiare lo sguardo. Risvegliare la fede, la speranza e la carità. Riprendere il cammino ecumenico per la pace, la giustizia e la cura del creato. Se lo scoppio di una guerra è una sconfitta per l’umanità, nel nostro mondo interconnesso questo vuol dire che è una sconfitta di tutti. Chiama in causa tante responsabilità.
“Non abituiamoci alla guerra – esclama il papa il giorno di Pasqua 2022- impegniamoci tutti a chiedere a gran voce la pace, dai balconi e per le strade! Pace! Chi ha la responsabilità delle Nazioni ascolti il grido di pace della gente. Ascolti quella inquietante domanda posta dagli scienziati quasi settant’anni fa: «Metteremo fine al genere umano, o l’umanità saprà rinunciare alla guerra?»(Manifesto Russell-Einstein, 9 luglio 1955)”. Le guerre vanno fermate ma esse si fermeranno soltanto se noi smettiamo di alimentarle.
Conversione al cuore del Vangelo
Davanti alla guerra in Ucraina oggi i credenti sembrano più attivi sui temi della pace ma riteniamo necessario esprimere alcune preoccupazioni. Nonostante un grande magistero pontificio, sviluppatosi nell’arco dell’ultimo secolo, e le testimonianze di tante operatrici e tanti operatori di pace (ancora poco conosciuti), molti credenti con i loro pastori sembrano incerti o distratti. Non esiste, ad esempio, un pronunciamento episcopale contro le armi nucleari e l’ultimo documento dei vescovi italiani su questi temi risale al 1998 (Nota pastorale Educare alla pace). Spesso la pace è collocata nel registro dell’edificazione personale o della tranquillità interiore o dell’esortazione generica. Non in quello della conversione ecclesiale al cuore del Vangelo.
La pace nonviolenta
Per noi la pace nonviolenta costituisce l’unico vero annuncio cristiano ed è questione fondamentale per l’umanità. E’ la vita di Gesù Cristo che, schiaffeggiato, chiede conto del male ricevuto, denuncia ciò che è ingiusto, cerca di vincere il male col bene donando se stesso. Riteniamo necessario testimoniarla con parole e gesti, attività di formazione, pratiche di riconciliazione, iniziative di gestione dei conflitti, azioni di giustizia e di verità, atti d’amore. La pace agisce se viene scelta, cercata, sperimentata, amata, incarnata in ogni momento della vita
Come diventare artigiani di pace?
E’ nostro desiderio condividere con le comunità cristiane, con il popolo di Dio e con i nostri vescovi una prima breve riflessione partendo da alcune domande trasversali a quelle proposte nei dieci nuclei tematici.
Com’è possibile oggi testimoniare la nostra fede in Cristo “nostra pace” (Ef 2)?. Come si può superare lo spirito di Caino e diventare artigiani di pace?
Nel pieno di un dramma ecumenico devastante collegato alla terribile guerra in Ucraina, come è possibile rendere credibile l’annuncio della nonviolenza evangelica? Cosa vuol dire costruire una Chiesa disarmata e disarmante?.
Nel buio di una lunga notte quali luci possiamo accendere? Quali germogli di resurrezione possiamo piantare e coltivare?
Ipotesi da esplorare e sperimentare
Secondo noi, l’iniziativa ecclesiale può essere grande e articolata. Riguarda tante dimensioni della nostra vita. Ne citiamo alcune da valutare e da esplorare. Quella ecclesiale vera e propria concernente la pastorale, la catechesi, la spiritualità, la teologia, la liturgia, la dottrina sociale della chiesa, il superamento dei cappellani militari inquadrati nelle forze armate, l’ipotesi di un nuovo ministero (quello della diaconia per la pace). Quella culturale ed educativa comprendente la conoscenza del magistero della Chiesa e le storie di tanti volti di pace, lo studio del diritto internazionale, l’educazione ai conflitti, la formazione alle pratiche di riconciliazione. Quella ecologica sulla scia della Laudato sì. Quella sociale con l’accoglienza e l’integrazione dei migranti e con la cooperazione internazionale (è inattuata la destinazione dello 0,7% del reddito nazionale per l’aiuto pubblico allo sviluppo). Quella civile con la diffusione del servizio civile, la creazione dei corpi civili di pace, l’ipotesi di una Difesa civile non armata e nonviolenta, nuove forme di obiezione di coscienza. Quella economica e politica con l’azione per il disarmo (nucleare e convenzionale), la riduzione delle spese militari e del commercio delle armi, la riconversione dell’industria bellica, il superamento di ogni forma di complicità con l’industria della guerra. Quella internazionale con il potenziamento del diritto (jus contra bellum, jus ad pacem), il rilancio di una nuova ONU, l’ipotesi di un’Europa attivamente neutrale e altro.
La promozione della nonviolenza
Per questo è importante collegarci all’Iniziativa Cattolica (partita nel 2016) per promuovere la centralità della nonviolenza evangelica. Affermare la pace come cuore della fede cristiana e bene supremo dell’umanità. A tal fine è per noi necessario sviluppare il magistero di papa Francesco centrato sulla promozione della nonviolenza attingendo ad alcuni punti generatori e all’“enciclica itinerante della pace” contenuta nei gesti, nei viaggi e nelle iniziative del papa:
il messaggio del 1 gennaio 2017 “La nonviolenza: stile di una politica per la pace “, il convegno di Napoli del giugno 2019 su nonviolenza come “orizzonte e sapere sul mondo”, l’Evangelii gaudium del 2013, la Laudato sì del 2015, la Fratelli tutti del 2020 (cap. VII), gli interventi ai Movimenti popolari (2014, 2015, 2016, 2021), il viaggio in Giappone del 2019, il documento di Abu Dhabi del 2019, i quotidiani interventi di questo tragico 2022 sulla guerra in Ucraina e suoi libri come Contro la guerra. Il coraggio di costruire la pace.
Avvertiamo l’urgenza di camminare insieme, alimentati da un’intensa preghiera, chiedendo allo Spirito di illuminare le menti, riscaldare i cuori, dare forza alle mani e di aiutarci a risuscitare un’alba di speranza.
Referenti sinodali di Pax Christi Italia
Sergio Paronetto (paxchristi_paronetto@yahoo.com)
d. Renato Sacco (renatosacco1@gmail.com)
28 aprile 2022
(fonte: Pax Christi 2 Maggio 2022)