RAPPORTO OXFAM SULLE DISEGUAGLIANZE
IN 2MILA PIÙ RICCHI
DELLA METÀ DELLA POPOLAZIONE MONDIALE
Un mondo sempre più piccolo e ingiusto quello fotografato dal rapporto Oxfam
Crescono ancora le disuguaglianze globali. Un’élite di 2.153 Paperoni detiene una ricchezza superiore al patrimonio di 4,6 miliardi di persone, mentre alla metà più povera della popolazione resta meno dell’1%. E il patrimonio delle 22 persone più facoltose supera la ricchezza di tutte le donne del continente africano. È la fotografia contenuta nel nuovo report diffuso come ogni anno da Oxfam alla vigilia del meeting annuale del World Economic Forum a Davos. Secondo la ong la ricchezza globale, in crescita tra giugno 2018 e giugno 2019, resta fortemente concentrata al vertice della piramide distributiva: l’1% più ricco, sotto il profilo patrimoniale, deteneva a metà 2019 più del doppio della ricchezza netta posseduta da 6,9 miliardi di persone. Ribaltando la prospettiva, la quota di ricchezza della metà più povera dell’umanità – circa 3,8 miliardi di persone – non sfiorava nemmeno l’1%.
GUARDA IL VIDEO
Servizio TG2000
La forbice tra ricchi e poveri continua ad allargarsi. Anche in Africa dove la diseguaglianza è rappresentata anche da un’ex potente come Isabel dos Santos, figlia dell'ex presidente dell'Angola: un’inchiesta giornalistica, Luanda Leaks, ha scovato dove nasconde all’estero i suoi miliardi di dollari.
I ricchi sempre più ricchi. I poveri sempre più poveri. Sembra un disco rotto che si ascolta ormai da tanti anni. E che disturba un po’ le nostre coscienze solo quando esce qualche rapporto, vedi l’annuale report di Oxfam alla vigilia del meeting dei super-ricchi organizzato dal World Economic Forum a Davos, in Svizzera. Un documento che arriva sui loro tavoli. Batte un po’ i pugni. E finisce tutto lì. Infatti, i signori di Davos fanno finta di scandalizzarsi, per poi riprendere in fretta a macinare i loro interessi.
Il titolo 2020 del rapporto è Time to care – Avere cura di noi. Quello che cambia rispetto al report dell’anno scorso sono i numeri: con i capitali in mano ai ricchi che continuano a crescere e quelli in mano ai poveri che non smettono di calare.
I dati
In sintesi. Viviamo in un mondo dove un’élite di 2.153 paperoni è più ricca di 4,6 miliardi di persone; un mondo in cui «la quota di ricchezza della metà più povera dell’umanità, circa 3,8 miliardi di persone, non sfiora nemmeno l'1%»; un mondo dove il patrimonio delle 22 persone più facoltose supera la ricchezza di tutte le donne del continente africano; un mondo dove l'1% più ricco, sotto il profilo patrimoniale, deteneva a metà 2019 più del doppio della ricchezza netta posseduta da 6,9 miliardi di persone. Se le distanze tra i livelli medi di ricchezza dei paesi si assottigliano, la disuguaglianza di ricchezza cresce in molti paesi.
«Il rapporto è la storia di due estremi. Dei pochi che vedono le proprie fortune e il potere economico consolidarsi, e dei milioni di persone che non vedono adeguatamente ricompensati i propri sforzi e non beneficiano della crescita che da tempo è tutto fuorché inclusiva», le parole di Elisa Bacciotti, direttrice delle Campagne di Oxfam Italia.
Un rapporto che si concentra, quest’anno, sulla dignità del lavoro, poco tutelato e scarsamente retribuito, frammentato o persino non riconosciuto né contabilizzato. Un lavoratore collocato nel 10% con retribuzioni più basse, dovrebbe lavorare quasi tre secoli e mezzo per raggiungere la retribuzione annuale media di un lavoratore del 10% più ricco a livello globale.
Lavoro femminile non pagato
Oxfam accende i riflettori in particolare sul lavoro domestico e su quello di cura non pagato, che grava sostanzialmente sulle spalle delle donne. A livello globale impiegano 12,5 miliardi di ore in lavoro di cura non retribuito ogni giorno, con un contributo all'economia globale che vale almeno 10,8 trilioni di dollari l'anno, 3 volte il valore del mercato globale di beni e servizi tecnologici. Le donne, in effetti, svolgono nel mondo più di tre quarti di tutto il lavoro di cura a livello familiare, ma spesso devono optare per soluzioni professionali part-time o rinunciare al proprio impiego perché impossibili da conciliare. Pur costituendo i due terzi della forza lavoro retribuita nel settore di cura, come collaboratrici domestiche, baby-sitter, assistenti per gli anziani, inoltre, le donne sono spesso sottopagate, prive di sussidi, con orari di lavoro irregolari e carichi psico-fisici debilitanti.
Le disparità con gli uomini sono enormi. Nel mondo il 42% delle donne di fatto non può lavorare perché deve farsi carico della cura di familiari come anziani, bambini, disabili, mentre solo il 6% degli uomini si trova nella medesima situazione.
L’eccezione africana: Isabel dos Santos
E questa disparità è molto accentuata in Africa. Tuttavia ci sono le eccezioni. Perché questa diseguaglianza, sempre più ampia, talvolta vede protagoniste (in negativo) alcune donne africane. È il caso di Isabel dos Santos, figlia dell'ex presidente angolano, José Eduardo dos Santos, e considerata la donna più ricca d'Africa.
Proprio alla vigilia dell’uscita del rapporto di Oxfam, sono stati resi noti i risultati di un’inchiesta del Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi – frutto di una collaborazione tra 36 media e basata su 715mila documenti e centinaia di interviste – che si è occupato di capire come Isabel dos Santos sia riuscita a costruire la sua fortuna. La risposta: grazie al nepotismo e alla corruzione. Dal dossier, intitolato Luanda leaks, sono emersi decenni di corruzione e affari senza scrupoli che hanno reso Dos Santos la donna più ricca dell'Africa, trasformando l'Angola, un paese con grandi risorse come petrolio e diamanti, in uno degli stati più poveri del mondo. Sul finire del 2019, un tribunale angolano aveva ordinato il congelamento dei beni della miliardaria. Indagata per corruzione Isabel dos Santos è poi finita sotto inchiesta anche in Portogallo e ha deciso di prendere la residenza ufficiale negli Emirati Arabi Uniti, ma vive di fatto a Londra.
Una fortuna di 2 miliardi di dollari
Secondo l'inchiesta giornalistica, le società di Dos Santos hanno beneficiato nel corso degli anni di contratti pubblici forniti dal padre, da agevolazioni fiscali, licenze di telecomunicazione e diritti di estrazione dei diamanti. Inoltre, i documenti trapelati mostrano che una vasta rete internazionale di consulenti, avvocati e banchieri ha aiutato Dos Santos ad accumulare quella fortuna – stimata in oltre 2 miliardi di dollari – e a mantenerla all'estero.
Isabel e suo marito sono a capo di un grande impero commerciale con oltre 400 aziende e filiali – molte sono in paradisi fiscali – e hanno proprietà esclusive in tutto il mondo, tra cui un palazzo dal valore di 55 milioni di dollari a Montecarlo, uno yacht di 35 milioni e una residenza di lusso su un'isola artificiale di Dubai.
La ricchezza in questo caso non ha problemi di genere.
(Fonte: Nigrizia)
Leggi il rapporto 2020:
- Time to care – Avere cura di noi
Leggi anche:
- Sintesi di Rainews
- L’Italia delle disuguaglianze: 3 miliardari più ricchi di 6 milioni di poveri
Leggi il rapporto 2020:
- Time to care – Avere cura di noi
Leggi anche:
- Sintesi di Rainews
- L’Italia delle disuguaglianze: 3 miliardari più ricchi di 6 milioni di poveri
Disuguaglianze
di Tonio Dell'Olio
È il giorno in cui Oxfam, come ogni anno, ci raggiunge con i numeri amari delle disuguaglianze e dimostra al cospetto del mondo che la ricchezza c'è e basterebbe per far star bene tutti, ma purtroppo si congela “inutilmente” nelle casseforti di pochissimi. Ma conoscere i numeri non basta. A indignarci di più sono i volti. È urgente fare qualcosa di bello e contribuire a un mondo in cui nessuno soffra perché non ha almeno il necessario per vivere. Per dirla con Papa Francesco dobbiamo sconfiggere le “inequità”. “Chiudiamo la forbice” è una campagna nata nel giugno 2018 e promossa da una vasta pluralità di soggetti che intercettano le cause delle disuguaglianze e cercano di segnalarle promuovendo conoscenza e cultura. Migrazioni, conflitti dimenticati, degrado ambientale, produzione alimentare... sono i terreni drammaticamente fecondi in cui si incrociano le radici della disparità. Il “Forum disuguaglianze e diversità” punta l'attenzione sulla crescita delle disuguaglianze economiche, sociali e di riconoscimento che minacciano il presente e il futuro di tanti, soprattutto donne e giovani. Muoviamoci.
(Mosaico dei giorni - 20.01.2020)