Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Vangelo: Lc 12,13-21
"I miei frutti... i miei granai... i miei beni... la mia vita!". Avidità, brama di possesso, cupidigia, sono espressione dell'egoismo dell'uomo che si manifesta nel possedere di più.
L'accumulo dei beni è il maldestro tentativo che da sempre mettiamo in atto per salvare la nostra vita dalla minaccia sempre incombente della povertà e dalla morte; quel che Gesù chiama: "il lievito dei farisei". L'esistenza non dipende dai beni, ma ha la sua origine nel Padre, per questo siamo figli suoi e fratelli tra di noi. Ma se facciamo dipendere la vita dalle cose che possediamo, Dio non è più nostro Padre e gli altri diventano dei pericolosi concorrenti. I beni, invece, sono doni della munificenza del Signore per la vita di tutti e tali devono rimanere, per questo dobbiamo condividerli con i fratelli. Si possiede veramente solo ciò che si dona, quello che, invece, si possiede ci possiede, pianta la sua tenda nel nostro cuore, come un idolo, portandoci alla morte. "Questa lezione è fondamentale per ogni credente: per il possidente stupido ('afron = senza cervello) come per la Chiesa tutta. Tutte le volte che ce ne dimentichiamo l'Eden - il Giardino della Vita - torna nuovamente ad essere un deserto di morte" (cit.)