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giovedì 28 giugno 2018

ABITARE LE PAROLE / Stima. Il sentimento delle persone libere di mons. Nunzio Galantino

ABITARE LE PAROLE / 
Stima. 
Il sentimento delle persone libere.
di mons. Nunzio Galantino,
segretario generale della 
Conferenza Episcopale Italiana



Dal latino aestimare (valutare, apprezzare) – a sua volta derivato probabilmente di aes (rame, bronzo e, in genere, anche denaro, cose preziose) – l’etimo della parola “Stima” rimanda inizialmente alla misura di un valore associato al denaro e/o al prezzo.

Nel tempo, il termine “Stima” si è allontanato dal significato etimologico di “valore di mercato” evidenziando, altri significati associati comunque alla misura. In Statistica, la stima è un dato che approssima, con un certo livello di probabilità, un valore incognito. Indica pertanto la misura di una quantità o di un attributo che deriva da un metodo certo, restituendo però un valore probabile.

La parola “Stima” viene usata anche per misurare l’affidabilità, il “peso” umano e morale di una persona. In questo caso, lo stimare diventa un apprezzare, un avere buona opinione di qualcuno. Stimiamo molto i nostri genitori; stimiamo sinceramente il conoscente che ha dato prova di grande coraggio; stimiamo i colleghi per il loro modo di lavorare. Così la stima finisce per essere la base del rispetto verso altre persone.

In questo periodo della storia, è sempre più facile ascoltare parole ed essere spettatori di gesti tendenti a “deprezzare” il valore dell’altro più che ad apprezzare. Si diventa amanti in una sera, amici con un click, (e)stimatori di alcuni solo perché ricoprono ruoli e occupano posti importanti nella scala sociale. Ma «Come la carta moneta al posto dell’argento, così hanno corso nel mondo – al posto della vera stima e della vera amicizia – le dimostrazioni esteriori di esse e i gesti mimati con la massima naturalezza possibile» ( A. Schopenhauer).

La stima è il sentimento delle persone autenticamente libere interiormente. Sentimento gentile e mite, che nasce piano piano e si nutre di gesti semplici, apparentemente addirittura insignificanti, in genere inaspettati. Stima solo chi ha consuetudine con valori personalmente coltivati e vissuti. La stima, in alcuni casi, è una sorta di assegno in bianco che si firma sulla base della fiducia e di uno sguardo positivo gettato sull’altro. Senza che questo diventi espressione di ingenua superficialità! 
La stima non è un sentimento irreversibile. Può … morire in chi resta inchiodato al danno subìto e alla perdita sperimentata a causa di una delusione o di una cattiveria subìta, non riuscendo ad andare oltre. È vero, come scrive G. Leopardi, che «la stima è come un fiore, che pestato una volta gravemente o appassito, mai più non ritorna». Ma è altrettanto vero che la stima autentica può rigenerarsi dopo il crollo. Ma solo in chi è convinto della forza dei valori che lo ispirano e che sono alla base di una necessaria autostima, anche se altalenante. Sì, perché «L’autostima altalenante è avere la consapevolezza dell’immensa inferiorità di chiunque altro e al tempo stesso la consapevolezza dell’immensa inferiorità di se stessi rispetto a chiunque altro» (Fragmentarius)

(Pubblicato su "Il Sole 24 ore")