Ricoperto di insulti razzisti ma anche circondato da messaggi di solidarietà e di sostegno a causa di un post su Facebook e di qualche fotografia che mostra alcuni giovani richiedenti asilo ospitati in parrocchia durante una giornata di relax in piscina.
È quello che è capitato a don Massimo Biancalani, parroco a Vicofaro, periferia di Pistoia, docente di religione in un liceo della città, prete «di frontiera» da anni impegnato con i migranti e nel sociale.
«E oggi… piscina!!! Loro sono la mia patria, i razzisti e i fascisti i miei nemici!», il messaggio di don Biancalani, che parafrasa don Milani nella lettera ai cappellani militari: «Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora io dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri». Sotto dieci foto dei ragazzi – giovanissimi richiedenti asilo provenienti da Senegal, Gambia, Mali, Togo, Nigeria, Ciad e Costa d’Avorio – sorridenti in piscina.
Arrivano le prime reazioni positive e i primi commenti razzisti ... e sessisti ... Poi, immancabile, si scatena il leader leghista Matteo Salvini: «Questo Massimo Biancalani, prete anti-leghista, anti-fascista e anti-italiano, fa il parroco a Pistoia. Non è un fake! Buon bagnetto», scrive su Twitter, dando la stura a migliaia di commenti che insultano gli immigrati e attaccano don Biancalani, il quale non può nemmeno replicare perché il suo profilo Facebook – ma non i commenti degli utenti – viene bloccato per 24 ore. «Alcune foto di ragazzi africani in piscina sono un problema per Fb? – scrive il parroco – L’impegno per l’accoglienza, la solidarietà, l’antirazzismo non fanno parte degli standard di comunicazione di Facebook? Intanto si è lasciato che, per un giorno intero, mi si insultasse e diffamasse senza che avessi la possibilità di controbattere». C’è anche chi passa alle vie di fatto: l’altro ieri i soliti ignoti tagliano le gomme delle biciclette dei ragazzi ospitati a Vicofaro.
Aumenta la solidarietà a don Biancalani su Facebook, arriva qualche condanna dal mondo politico ... e dalle istituzioni ... Oggi a Vicofaro ci sarà il vescovo, che si dice «non disposto a permettere che un sacerdote della sua diocesi venga attaccato e insultato».
«Sono convinto che a generare queste reazioni siano state le foto dei ragazzi migranti sorridenti e felici», dice al manifesto don Biancalani. Ma un sorriso seppellirà i fascisti e i razzisti.
Porta un gruppo di profughi nigeriani, gambiani, senegal in piscina come premio per aver lavorato come cuochi e cameriri per la Onlus "Gli amici di Francesco", posta le foto sul suo profilo Facebook e viene travolto dalle offese, dagli insulti e dalle polemiche.
Don Biancalani non ci sta e risponde alle accuse. "E' grave che si metta in discussione il mio essere prete, mi si definisca addirittura un politico, dimenticando che accogliere lo straniero è uno dei precetti della Bibbia, ne ho parlato con il vescovo di Pistoia e ritengo che ora la Chiesa debba dire la sua". Intanto, sul suo profilo Facebook, dove tantissimi stanno postando insulti, il prete ha anche postato le foto delle biciclette dei profughi, alle quali sono state tranciate le gomme.
Mons. Vescovo, preso atto di quanto sta accadendo in questi giorni, fa presente che non è disposto a permettere che un sacerdote della sua diocesi venga attaccato e insultato come è avvenuto e sta avvenendo nei confronti di don Massimo Biancalani. Tutti possono criticare ed esprimere pareri discordanti sull’operato di un prete. Nessuno però si deve permettere di offendere, insultare, minacciare. Ciò non è cristiano ma neanche umano.
Il vescovo Tardelli ha già espresso personalmente la sua vicinanza a Don Biancalani. Lo ha fatto nella riservatezza – come è giusto che sia tra persone che si rispettano e quando si vuol fare del bene – anche per rompere quel cerchio nefasto e disumano che rischia di diventare oggi la comunicazione sociale, dove la manipolazione, l’apparire, lo spazio dell’esibizione e lo sfogo dei più bassi istinti sembrano diventare la norma. Fatti come questo invitano tutti a meditare sulle modalità e gli effetti della propria comunicazione ‘social’ e chiedono uno stile comunicativo che inviti al dialogo e alla riflessione piuttosto che a reazioni violente e polemiche.
Il vescovo Tardelli intende anche condannare fermamente le espressioni razziste e le offese gratuite rivolte contro quanti sono accolti nelle strutture della Chiesa. In proposito aveva già espresso una netta presa di posizione in una recente lettera al clero pistoiese: «non è comprensibile che all’interno delle nostre comunità parrocchiali si coltivino sentimenti xenofobi, razzisti o anche solo di chiusura. Se questo accade, occorre fare tutti un bell’esame di coscienza perché evidentemente non abbiamo capito molto del Vangelo. Bisogna porre anche attenzione perché c’è chi, manipolando la comunicazione, ci fa credere cose che non esistono o sono ben diverse da come vengono presentate. Sul fenomeno migratorio questo accade sovente, fomentando ad arte sentimenti di ostilità. Voglio qui riconoscere e lodare quanto già viene fatto con generosità da alcuni, sacerdoti e laici, in ordine all’accoglienza dei migranti e per stimolare la comunità cristiana all’accoglienza».
Gli insulti sui social e i tagli alle ruote delle bici "sono cose spiacevoli" ma "non mi fermeranno". Don Massimo Biancalani, parroco della chiesa di Santa Maria Maggiore alle porte di Pistoia, ospita da più di due anni una quindicina di migranti nella sua casa d'accoglienza.
Guarda il video con l'intervista a don Massimo