Si è aperto giovedì pomeriggio (24/08/2017) presso la Cittadella di Assisi, il 75esimo Corso di studi cristiani, organizzato dalla Pro Civitate Christiana intitolato "Diamo futuro alla svolta profetica di Francesco", con l'intento di elaborare riflessioni e proposte provenienti da molteplici espressioni della Chiesa e della società italiana, per tradurre in scelte concrete e durature la ricchezza e la profondità dell'insegnamento di Francesco.
Lo stile ecclesiale del Magistero di Francesco
Guardando al magistero di Francesco, Tonio Dell'Olio - presidente della Pro Civitate Christiana - auspica che questo stile ecclesiale si possa radicare evangelicamente sino a divenire espressione di ogni comunità e contagiare ogni settore dell'umano, del sociale, dell'economico e del politico. Tonio Dell'Olio afferma che: "siamo più che consapevoli che per dare futuro alla svolta profetica di Francesco una mera operazione di make up non è sufficiente... La chiesa in uscita per essere incarnata, vissuta e proposta, ha bisogno di un autentico processo di conversione che riguarda tutti, pastori e fedeli".
Solo una Chiesa che si spoglia può guardare al futuro
Anche il vescovo di Assisi- Nocera Umbra- Gualdo Tadino, mons. Domenico Sorrentino, intervenuto per portare i saluti della Diocesi, guardando all'esempio di Francesco, ha ricordato che "solo una Chiesa che si spoglia può essere capace di futuro".
Con Papa Francesco un nuovo clima di maggiore libertà nella Chiesa
Sulla necessità di questo processo di "spoliazione", Enzo Bianchi, fondatore della Comunità ecumenica di Bose, richiamando l'esempio di san Francesco d'Assisi, ha auspicato una "semplificazione esterna della vita pontificia e lo smantellamento della corte terrena". Il primo discernimento che fa Bianchi nel suo intervento è che "Papa Francesco ha aperto un clima di maggiore libertà nella Chiesa, si sono sopite alcune paure, diverse inibizioni, quello stesso clima che aveva chiesto e auspicato Paolo VI".
Le contestazioni contro il Papa distruggono la comunione e la Chiesa stessa
Sulle critiche a Papa Bergoglio, Bianchi ammette: "Esistono alcuni gruppi nella Chiesa che non si limitano ad una critica rispettosa, ma tengono un atteggiamento di contrapposizione e contestazione che si vuole non al Papa ma alla persona di Bergoglio, che distruggono la comunione e la chiesa stessa. Questa delegittimazione non ha precedenti nella storia della Chiesa degli ultimi secoli". "Papa Francesco ha uno stile capace di mutare la simbologia del papato - osserva ancora Enzo Bianchi - e vuole avviare il processo di riforma come Lui stesso ha ammesso. Lui è capace di umiliarsi per l'unità della Chiesa e andrà dove gli altri gli chiedono".
Francesco ci chiede un cammino di conversione
"Va evidenziato lo sforzo di Papa Francesco di portare a compimento il Concilio Vaticano II e la volontà di instaurare una cultura del dialogo, un esercizio dell'ascolto e aprire ad una conversazione che porta al confronto e che non cerca di umiliare e delegittimare l'avversario. Papa Francesco - continua Enzo Bianchi - manifesta un'urgenza mai sentita: includere uomini e donne e non escludere nessuno dai percorsi della Chiesa". Conclude il fondatore di Bose: "Quello che ci chiede Papa Francesco è un cammino di conversione. Ma noi siamo capaci di operare questa conversione?" Infine Enzo Bianchi osa una previsione: "Se Papa Francesco persegue le vie del Vangelo, troverà il rifiuto delle forze anticristiane pronte a contrastarlo".
Intervista di Enzo Bianchi a margine del corso "Diamo futuro alla svolta profetica di Francesco"
... Papa Francesco indubbiamente ha risvegliato l'ecumenismo... con molta determinazione fa dei gesti in cui non chiede neanche la reciprocità... arriva anche a riuscire a dialogare con chi non voleva dialogare con lui, riesce ad incontrare chi non avrebbe voluto incontrarlo perché evangelicamente non ha paura di essere umile e di abbassare, se vogliamo, i toni di una certa riverenza che si deve al Papa, pur di sentirsi fratello... anche se è a capo della Chiesa Cattolica.
... La 'Chiesa povera per i poveri' era uno dei grandi messaggi di Papa Giovanni XXIII, uno dei segni dei tempi che lui aveva intravisto; con una forza senza fine, un cristiano, un uomo, un vescovo che viene dal sud del mondo, che conosce la realtà della fame del mondo, di tanta gente che vive come scarti dell'umanità, lui si è fatto loro portavoce in nome del Vangelo, in lui non c'è nessuna ideologia, c'è la forza profetica del Vangelo che sa dire una parola che può anche dispiacere anche a molti Cattolici che non capiscono che il Vangelo è innanzitutto per i poveri! Questa è la volontà del Signore... e allora Papa Francesco ha una predicazione, degli atteggiamenti e un'accoglienza verso i poveri e i movimenti dei poveri che possono anche turbare e turbano molti cattolici, ma non sono cattolici del Vangelo, sono cattolici del campanile io li chiamo.
...Ci sono dei Cattolici soprattutto in certe zone del paese della nostra Italia che in nome di una identità localistica indurita, in nome anche di un'identità cristiana culturale, non evangelica, cominciano a non amarlo, Papa Francesco dà fastidio a tutti, ma io fino dai giorni dell'inizio del pontificato l'ho detto: Se lui annuncia il Vangelo troverà anche opposizione e dovrà anche soffrire una certa diffidenza da parte dei cattolici stessi.
Guarda il video del'intervista a Enzo Bianchi
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