Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Vangelo: Lc 1,1-4; 4,14-21
Nella disprezzata "Galilea dei gentili" regione malfamata, ed a Nazareth covo di terroristi e di ribelli all'occupazione di Roma ("Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono ? "Gv 1,46), Gesù da' inizio al suo ministero pubblico inaugurando il giubileo definitivo, "l'anno di misericordia del Signore". Nella sinagoga di Nazareth, il villaggio che lo ha visto crescere e dove è da tutti conosciuto, Gesù annuncia che è giunto il "kairòs", il tempo propizio in cui Dio si china sui suoi figli. Egli proclama, attribuendo a se stesso le parole della profezia di Isaia che per i poveri, i prigionieri, i ciechi e gli oppressi le sofferenze sono finalmente terminate. Tutte le promesse dell' Antica Alleanza "sono, in Lui, divenute "sì""(2Cor 1,20). La Parola del Padre, 'il Libro della Vita' prima incomprensibile, sigillato e incompiuto, ora nel Figlio Gesù trova la sua piena realizzazione. Il rotolo del profeta è finalmente nelle mani di colui che solo "può prenderlo e aprirne i sigilli"(Ap 5,9).
Le antiche profezie si compiono "oggi, negli orecchi" di coloro che si pongono in ascolto:
" Dio ha visitato il suo popolo "(1,68)