Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Vangelo: Lc 3,15-16.21-22
"Oh se Tu squarciassi i cieli e scendessi !"(Is 63,19). Così prega il profeta Isaia, implorando che Dio manifesti agli uomini il suo volto d'amore per tanto, troppo tempo tenuto nascosto. Adesso nel battesimo del Figlio amato il Padre esaudisce il desiderio dell'uomo. I cieli, che si erano chiusi per la disobbedienza e il peccato di Adamo, ora attraverso l'immersione di Gesù nella nostra realtà umana, gesto d'amore obbediente, si aprono per mai più richiudersi. Dio, in Gesù, ha assunto la nostra fragilità fino alle estreme conseguenze, fino a consegnare la sua vita sulla croce, così che anche il velo del tempio, segno di separazione fra Dio e l'uomo, "si squarciò a metà"(23,45). Ora il Signore dell'universo pianta definitivamente la sua tenda in mezzo a noi. La discesa dello Spirito Santo, che è la vita stessa di Dio, su Gesù è il sigillo del Padre sulla vita del Figlio, così come le lingue di fuoco nel giorno di Pentecoste sulla Chiesa riunita nel cenacolo (cfr. At 2,3). E' il Soffio di Dio donato all'uomo, quello preannunciato dal profeta Ezechiele al cap. 37 che ridona vita alle ossa inaridite; è lo "Spirito di sapienza e di intelligenza, di consiglio e di fortezza, di conoscenza e di timore del Signore" profetizzato da Isaia (11,2). E' lo Spirito che fa di noi creature nuove, che ci rende figli nel Figlio, oggetto del suo compiacimento. Nel suo battesimo Gesù ha fatto propria la storia di peccato dell'umanità, egli scende fino in fondo nelle acque, nel male e nella morte dell'uomo, ma non ne rimane prigioniero, risorgendo e donando a tutti misericordia. "Su di lui riposa, infatti, la colomba di Noè, che annuncia la salvezza per una umanità riemersa dal caos" ( S. Fausti)