Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Vangelo: Gv 2,1-11
Il primo miracolo o - per rimanere fedeli al testo greco - "segno" che Gesù compie nel Vangelo di Giovanni è quello di mutare più di 600 litri di acqua in vino ad un banchetto di nozze. Nella Sacra Scrittura le nozze sono il simbolo per eccellenza dell'alleanza tra Dio, che è lo Sposo, e il suo popolo. In questa prospettiva la vetta più alta della rivelazione biblica la troviamo nel Cantico dei Cantici, storia di una vicendevole ricerca amorosa tra Dio e l'uomo. Il vino è immagine dell'amore tra lo Sposo e la sposa, tra il Creatore e le sue creature. Senza questo vino l'uomo si smarrisce, perde la sua identità, i suoi tratti si cambiano perdendo la somiglianza col Padre. La mancanza di questo vino allora rappresenta la gioia e l'amore dell'uomo che viene meno, e le sei giare di pietra vuote alludono
alle Tavole della Legge, alla 'Torah' non ancora compiuta. Ecco perché tanta abbondanza di vino. "Probabilmente Gesù ha mutato così tanta acqua in vino sapendo bene che i cristiani avrebbero molto presto e abbondantemente trasformato il vino del Vangelo nell'acqua della legge"( cit.) Conosciamo bene che un matrimonio senza gioia e senza amore si trasforma presto in un inferno, ed una religione che non pone al primo posto l'amore misericordioso (in ebraico la parola: "hesed", traduce sia"amore" che" misericordia") per ogni fratello che pecca diviene ben presto un tribunale implacabile, dispensatore di sofferenze e di morte. La pagina del vangelo proclama che proprio per questo motivo Gesù è venuto: per immergere l'umanità tutta nel suo amore misericordioso. Il Signore Gesù a Cana di Galilea anticipa così la sua ora, che avrà il suo pieno compimento nella sua passione, morte e resurrezione, manifestando a tutto il mondo la sua fedeltà al Padre e il suo amore per l'uomo.