Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte». (Gv 13, 36-38)
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Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell'altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest'uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.
...Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l'orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?».Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò. (Gv 18,15-17.25-27)
Proponiamo una riflessione di Don Tonino Bello sulle lacrime di Pietro durante un ipotetico dialogo con Maria (Fonte: Sentinelle del mattino, Luce & Vita insieme - la meridiana, Molfetta 1990)
«Anche Pietro, in fondo, era innamorato di trasparenza. Non tanto perché voleva vederci chiaro, quanto perché voleva vedersi dentro, per poter restituire la sua povera vita a limpidezze degne del suo Signore. Per questo, non bastava l’acqua esterna delle abluzioni e, nella notte dei tradimenti, ritirò i piedi dal catino. Voleva dire al Signore, chino davanti a lui, che la vera opacità non era quella delle sue prosaiche unghie, e che le croste più maleodoranti di sporcizia non aderivano ai suoi alluci. Era il fondo della sua anima che sentiva il bisogno di liberare dalla morchia. (…)
Io non so, Maria, se in quella notte allucinante, le sue lacrime Pietro le venne a versare sul tuo grembo. E tu gliele asciugasti, così come facciamo noi con i cristalli di Boemia dopo averli lavati. Una cosa è certa: che da quel momento Pietro è rimasto per tutti noi l’icona delle nostre più struggenti nostalgie di trasparenza. Perché anche noi proviamo la nausea della falsità: della nostra, prima che di quella altrui. Solo che non troviamo ancora singhiozzi liberatori. Ci sentiamo pure noi consanguinei della menzogna, parenti stretti dell’impostura, figli dei doppi sensi. Ma le acque lustrali del pianto fanno fatica a inumidire le nostre ciglia. (…)
Canterà finalmente un gallo pure per noi? Ritroveremo, anche noi come Pietro, nel battesimo delle lacrime la trasparenza del vivere, e la lucidità del morire fosse anche col capo all’ingiù per contemplare meglio la trasparenza del cielo? Sarà concessa pure a noi, come a Te, Madre purissima, la beatitudine di sentirci scomporre alla luce dello sguardo di Dio, come una goccia d’acqua, nelle iridescenze dell’arcobaleno?».